“L’Inferno coi compagni che volete morti”: sospesa insegnante per sei mesi

di Bufale.net Team |

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“L’Inferno coi compagni che volete morti”: sospesa insegnante per sei mesi Bufale.net

La storia del compito su “L’Inferno coi compagni che volete morti” e altri eventi perplessi merita approfondimento. Del resto, siamo ancora in uno stato embrionale e le accuse vanno comunque verificate nel merito, da cui l’uso del tag “ci segnalano che”.

La storia che ci viene raccontata dalla stampa, dai social e dalla politica è comunque assai preoccupante, va confessato.

Parliamo di una scuola romana, dove la Presidente del Consiglio di Istituto ha rivelato ai microfono di Radio New Sound Level FM90 ha rivelato l’esistenza di compiti agghiaccianti come «scrivere negli anelli dell’Inferno di Dante i nomi dei compagni che volevano vedere morti».

Ma la storia descritta dalla rappresentante di istituto non si limita a questo. Tra i vari episodi descritti vi è la richiesta agli studenti di ripetere ossessivamente frasi e parole, l’aggressione ad un bambino disabile e il tentativo di appendersi ad una finestra cantando “Guarda come Dondolo”.

La storia prosegue con genitori che denunciano bambini traumatizzati che rifiutano di tornare a scuola, o tornano a urinarsi addosso per il timore, fotografie della lavagna con simboli definiti “massonici” ma invero comunque assai bizzarri e poco congruenti con un programma di scuola primaria (visibili qui).

La storia parla di esposti e richieste di TSO, nonché TSO asseritamente autoconfessi dall’interessata, declinati lungo un periodo di due anni: ma adesso perviene quantomeno ad un elmento di novità.

L’insegnante del compito su “L’Inferno coi compagni che volete morti” è stata infatti sospesa per sei mesi.

Sul caso è intervenuta anche la ministra per le Disabilità, Erika Stefani: «Auspichiamo sia fatta chiarezza il prima possibile. Ci uniamo alla preoccupazione di studenti e famiglie. Se le accuse dovessero rivelarsi vere sarà sicuramente fatta giustizia. Ricordiamo che la scuola è il primo luogo nel quale gli alunni passano la propria vita e dovrebbe essere sempre un posto di inclusione».

In ogni caso resteremo in attesa di nuovi rilievi.

Immagine di copertina tratta da La Repubblica: foto della lavagna incriminata.

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