Le cose più strane trovate in un dispositivo retro
C’è stato un tempo in cui l’informatica era, sostanzialmente, sperimentazione e un pizzico di follia. Quando era tutto da inventare, ed anche un po’ dopo, non esitevano standard, esistevano problemi da risolvere e soluzioni creative.
Il settore informatico era praticamente un accrocco continuo, e sia produttori che utenti finali erano incoraggiati a cercare soluzioni.
Elenchiamo qualcosina trovato nei computer, comprendendo nell’elenco anche oggetti arrivati per caso, senza una vera funzione.
Un vero e proprio bug (un insetto)
Di questo ne abbiamo parlato assieme in un lungo articolo affrontando un mito borghese dell’informatica: la Dottoressa e Contrammiraglio Grace Hopper che inventa la parola “bug informatico”.
In realtà il termine bug abbiamo visto assieme esisteva già negli scritti di Thomas Alva Edison, inventore del fonografo che definiva bug dei piccoli errori difficili da identificare, replicare e riparare in tempo, elusivi come piccoli insetti.

Il bug informatico
Il termine bug fu costantemente usato per decenni, finché non arrivammo alla prima era dell’informatica, quando computer come l’Harvard Mark II erano enormi ammassi di relais e switch, con molto spazio per insetti per infilarsi dentro e pervenire alla loro morte ostruendo fisicamente il macchinario.
Grace Hopper archiviò uno di quei cadaverini inserendolo nel registro del nel registro del 9 Settembre del 1947 alla rubrica “primo caso di bug osservato nel mondo reale”, quindi uscendo dalla metafisica metafora.
Un lettore di cassette
Cominciamo ora con veri accessori che il giovane gamer di oggi non userebbe mai.
Per tutta una serie di motivi che abbiamo avuto modo di vedere in diverse occasioni, il medium più diffuso nella prima informatizzazione domestica era la cassetta.
L’audiocassetta era più economica da reperire del floppy disk, più facile da riprodurre e costava meno del disco fisso, oggetto per molto tempo appannaggio del CED e del professionista.
Se Commodore aveva però in commercio un suo Datassette, dispositivo “nato digitale” che registrava dati sottoforma di onde quadre, utilizzabile solo con dispositivi Commodore (dal PET fino al 128), la concorrenza si affidava a normalissimi lettori da tavolo.
Letteralmente, qualsiasi cosa avesse il giovane smanettone a casa.

Lettore di cassette Panasonic, fonte Reddit
Nel 1975 la nota rivista di informatica Byte aveva lanciato un simposio per decidere sui mezzi più economici e pratici per portare i programmi nelle case dei giovani smanettoni. Nacque lo “Standard di Kansas City”, le cui evoluzioni resero possibile usare normalissimi lettori da tavolo.
Il “consiglio della casa” era sempre rivolgersi a marchi di buona reputazione, come unità e casette Philips e Panasonic, mono, con supporto per playback e registrazione.
Lo ZX Spectrum, il “concorrente economico” del Commodore 64, continuò per tutta la durata della sua esistenza commerciale a usare normali lettori di cassette, con l’utente attento a giocare coi tasti play, rec e pausa al momento giusto.
La storia vendicò gli altri produttori: già ai tempi di Commodore esistevano kit per “digitalizzare” lettori musicali normali, e alcuni programmi Commodore furono distribuiti su media non standard come dischi in vinile e flexidisc.
Attualmente interfacce come MP3C64 sono semplicemente quelle vecchie interfacce adattatore da digitale ad analogico usate però per usare lettori MP3 e cellulari con registrazioni delle cassette.
Una valvola da pneumatico
Nel 1980 il giocatore medio dell’Atari aveva un enorme problema: i calli alle mani. I joystick Atari erano tra le torture medioevali più scomode del genere umano, degli affari con uno stick esagonale comodo per il gioco occasionale, ma scomodissimo per il gioco prolungato.
I primi joystick Commodore, costruiti ad imitazione dei joystick Atari, non erano certo più comodi: cominciarono così ad arrivare una serie di joystick di terze parti, spesso preferiti agli originali.
Suncom, ditta dell’Illinois, decise di creare il “joystick indistruttibile e comodo”, il TAC-2, con la sua variante economica Slickstick.

Due versioni del TAC-” economica e standard
Per comprendere come ci sia finito un pezzo di camion dentro, bisogna ritornare al funzionamento dello standard Atari per joystick: una serie di contatti. Pin cortocircuitato con messa a terra significa direzione o sparo, pin “aperto” niente.
Il joystick Atari funzionava con delle “raganelle” di metallo, piccole semisfere metalliche che pigiate dalla levetta facevano fare contatto ai pin. Joystick più evoluti usavano dei microswitch, in mezzo lamelle saldate ad una croce direzionale.

Il “fusto” di un TAC-2
Suncom prese una direzione diversa: saldò una palla di metallo ad una valvola da camion TR418, comprata a poco tra i refusi (infatti chi ha smontato un TAC-2 ha notato che la filettatura del tappo, occultata dalla “palla ergonomica” dell’impugnatura, è raramente perfetta), foderata con una lamina per esibire il metallo cromato e che preme su lamelle di bronzo.
La valvola è connessa con una clip alla messa a terra, le lamelle alle direzioni, i due tasti (uno nello Slickstick) sono bronzine connesse al tasto di sparo e alla messa a terra.
Volendo si può quindi riparare un TAC-2 (ma sono indistruttibili, salvo distruzione della scocca) con la leva danneggiata andando dal gommista a comprare una nuova TR414.
Un accendisigari da automobile
Una antica battuta del mondo dell’informatica vuole un utente distratto telefonare ripetutamente al numero verde dell’assistenza tecnica chiedendo informazioni su come sostituire il portatazza spezzato da “una tazza troppo pesante”.
L’addetto al centralino dopo una serie di domande si rende conto che semplicemente l’utente stava parlando del lettore CD, oggetto ancora sconosciuto, usato per poggiare tazze piene di caffé.
Ancora fino ai primi anni ’00 produttori come Sunbeam e Thermaltake producevano accendisigari da 12V e portatazza rinforzati da infilare nel vostro PC.

Cosa poteva andare storto?
Certo, in un mondo dove stiamo togliendo gli accendisigari dalle macchine e sostiuendo lo spinotto a 12V con porte USB e fumare è diventato scoraggiato, avere un accendisigari su un PC, magari in una scrivania affollata piena di oggetti di plastica che potrebbero prendere fuoco non è il massimo della furbizia, ma simili oggetti avevano un mercato.
Un lettore di cassette: ancora
Nel 2001, mentre l’era del retro si chiudeva con il GameBoy Advance, la ditta BTO (“Beyond the Ordinary”, “Oltre lo Straordinario”) Company Limited decise che era ora di riportare i lettori di cassette sui PC.
Tirò fuori un lettore di audiocassette da infilare nel PC e, con una serie di cavi che dardeggiavano dall’interno all’esterno del PC, fuoriuscendo per poi rientrare nelle porte seriali (ovviamentte ora non più presenti), consentiva di ascoltare la tua musica in cassetta e convertirla in MP3 con pochissima fatica.
MSI Mega PC: Il PC Multimediale fuori tempo massimo
Nel 2003 MSI decise che il formato PC Multimediale meritava di meglio.
Riuscirono ad incastrare in un barebone di piccolo formato (antenato dei moderni NUC, piccoli PC spesso da montare con parti su richiesta con una piccola impronta su scrivania) una Radio e un sistema di cattura immagini, con tanto di telecomando e slot antenna.

Il PC con Radio, TV e telecomando
L’idea è che lavorando avresti potuto ascoltare la tua musica preferita e guardare la tua TV in finestra.
Il format, per quanto promettente, e per quanto latore di un look vivace per il computer, fu rapidamente sorpassato quando gli MP3 prima, lo streaming dopo, resero possibile godere di musica e video senza dover avere radio e TV

Sul retro un po’ di tutto, da antenna a uscite ottiche passando per porte seriali e parallele
E poi una radiolina portatile, del resto, costava davvero poco.
Un microfono, ma nel joystick
Torniamo agli anni ’80, ed al mondo del Commodore 64, di cui recentemente abbiamo visto un revival.
Access decise di lanciare Echelon, il suo simulatore di volo spaziale, e approfittando delle citate peculiarità del formato joystick Atari lo munì di un controller particolare: il “Lip Stick”.

Il Lip-Stick
Un microfono attaccato ad un relé il cui scopo era attivarsi se percepiva forti rumori attivando il tasto di sparo.
Nell’idea di Access avresti dovuto fomentarti non poco urlando “Fuoco! Fuoco! Fuoco! Fuoco!” ad ogni sessione di gioco come alternativa allo sparare.
Alternativa che pochi praticarono.

Sulla sinistra, il microfono
Il Lip Stick ha invero un antenato nobile: il FamiCom del 1983 aveva già un microfono nel secondo pad, usato per alcuni giochi. Nel primo Legend of Zelda ad esempio era possibile stordire alcuni mostriciattoli, i Pols Voice urlando nel microfono incorporato nel secondo Pad, usato anche per giochi ispirati al Karaoke.
Se Nintendo stessa tolse quella funzione nel 1986, al lancio del NES (la versione occidentale del FamiCom) esiste un motivo.
Levette, molte levette: e tutte fai da te
Restiamo sempre in tema Commodore, in tempi in cui la manutenzione ordinaria e accessoriare un sistema richiedeva l’uso di un trapano e levette.
Ricordate quando abbiamo parlato del Commodore 128? Commodore lo munì di un tasto di reset che consentiva di riavviare e tornare al BASIC, di fatto “uscendo da un gioco”.
Il Commodore 64 non era così fortunato e dovevi fisicamente spegnere e accendere il Commodore. Dagli e dagli, nel mercato dell’usato è possibile trovare Commodore 64 perfettamente funzionanti ma col tasto di accensione bello sgangherato.

Switch montato di terze parti, fonte Breadbox
Una soluzione amatoriale era cortocircuitare due pin sulla User Port, o aggiungere una cartuccia che avesse il desiderato bottone di reset.
O saldare due fili ad un bottoncino, bucare la scocca del Commodore e montarlo.
Allo stesso si poteva montare uno switch tra diverse versioni del KERNAL, ad esempio quello originale o JiffyDOS, ROM con istruzioni modificate per accelerare il caricamento da floppy ma spesso incompatibile con alcuni giochi.
Aggiungendo la possibilità di avere di simili switch sul lettore floppy (uno per cambiare il numero ID del floppy, concatenandone quindi più di uno per volta, inserito di serie dal 1571 in poi, uno per il reset, uno per le ROM alternative) apriamo alla possibilità di Commodore 64 trapanati e pieni di iconici tastini a levetta.
La Microsoft Easy Ball: una grossa palla gialla
Saltiamo ora per chiudere al 1996. Microsoft, citando un meme tratto dal film Mostri contro Alieni decide di non avere più un cervello funzionante al reparto marketing ma di avere un’idea.
Il trackpad, inizialmente nato prima del mouse, godeva di una nuova giovinezza.
Microsoft osservò che i bambini davanti ai computer tendevano ad essere meno coordinati degli adulti: cercavano di tenere il mouse il più centrato possibile rispetto al monitor e avevano dita troppo corte per i trackpad.

Scene dal disturbante spot Microsoft
L’idea, presentata con una inquietante presentazione in PowerPoint fatto male, era che fornendo al bambino una grossa palla gialla avrebbe avuto un maggiore controllo del cursore.
Nonostante giochi educativi e un cavo paassante per collegarla assieme ad un mouse e quindi evitare di bloccare il computer di casa con una periferica scomodissima, Easy Ball non prese mai piede.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.