L’aforisma di Bettino Craxi sull’Europa: il virgolettato distorto che piace ai sovranisti

di Bufale.net Team |

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L’aforisma di Bettino Craxi sull’Europa: il virgolettato distorto che piace ai sovranisti Bufale.net

Il virgolettato di un pensiero di Bettino Craxi sull’Europa è stato riportato dalla pagina Facebook Basta Euro – Italexit il 23 agosto 2020 e sta ritornando alla ribalta a seguito delle condivisioni compulsive. La strategia è la stessa: una semplice immagine con didascalia viene considerata una fonte autentica. A questo genere di contenuti avevamo dedicato una guida che potete trovare in questo articolo. È reale il pensiero espresso da Bettino Craxi sull’Europa? Andiamo a cercare la fonte.

Nel 1997 Bettino Craxi ad Hammamet disse: “Ridurranno l’Italia in miseria, la venderanno e la umilieranno.
L’UE sarà il nostro inferno.”
Occorre riflettere…

La frase originale

Gli admin di Basta Euro – Italexit non indicano la fonte, e per arrivare a un riscontro dobbiamo passare al setaccio i risultati offerti dalla ricerca su Google. Il Tempo il 12 luglio 2020 ha ripreso quel contesto in cui Bettino Craxi disse la sua, e il virgolettato risulta differente da quanto riportato su Facebook da Italexit.

Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre, arriveremo al paradiso terrestre. L’Europa per noi, come ho già avuto modo di dire, nella migliore delle ipotesi sarà un limbo, nella peggiore delle ipotesi sarà un inferno. E quindi bisogna riflettere su ciò che si sta facendo perché la cosa più ragionevole di tutte era quella di richiedere e di pretendere, essendo noi un grande Paese – perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa, l’Europa ha bisogno dell’Italia – pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht.

Non esistono riscontri sulla frase: “Ridurranno l’Italia in miseria, la venderanno e la umilieranno”, piuttosto Bettino Craxi si pronunciò sull’Europa indicandola come un ipotetico inferno per l’Italia in riferimento ai parametri di Maastricht. Un discorso ben più complesso rispetto alla semplificazione proposta da pagine Facebook che dovrebbero riportare correttamente le fonti e non le loro interpretazioni. Il video con il discorso corretto è presente su YouTube:

I parametri di Maastricht

Un riscontro è presente in questo articolo pubblicato il 3 aprile sull’edizione online del quotidiano socialista L’Avantiche riprende, nello specifico, un passo del libro Io parlo e continuerò a parlare pubblicato da Bettino Craxi. Troviamo il passo citato dall’Avanti! in questa pagina del libro da Google Books.

I parametri di Maastricht non si compongono di regole divine. Non stanno scritti nella Bibbia. Non sono un’appendice ai dieci comandamenti. I criteri con i quali si è oggi alle prese furono adottati in una situazione data, con calcoli e previsioni date. L’andamento di questi anni non ha corrisposto alle previsioni dei sottoscrittori. La situazione odierna è diversa da quella sperata. Più complessa, più spinosa, più difficile da inquadrare se si vogliono evitare fratture e inaccettabili scompensi sociali. Poiché si tratta di un Trattato, la cui applicazione e portata è di grande importanza per il futuro dell’Europa Comunitaria, come tutti i Trattati può essere rinegoziato, aggiornato, adattato alle condizioni reali ed alle nuove esigenze di un gran numero ormai di paesi aderenti.

Craxi sovranista nazionale? No, affatto

Ma cosa sono i parametri di Maastricht? Si tratta di requisiti economici e finanziari che gli Stati dell’Unione Europea devono soddisfare “per l’ingresso nell’Unione economica e monetaria dell’Unione Europea (UEM)”. Dunque Bettino Craxi era contrario all’Unione Europea? No, affatto. Non lo dice soltanto L’Avanti! ma la stampa dell’epoca ricorda quanto il leader socialista avesse a cuore l’integrazione europea chiedendo (qui il riscontro nel suo libro) un maggiore potere del Parlamento Europeo e meno idealizzazione dell’Europa

Più nello specifico, come riporta Atlantico Quotidiano riprendendo un articolo pubblicato dal Corriere, nel ricordo dell’ex ministro Rino Formica Bettino Craxi si poteva definire un “sovranista europeo”, carattere ben diverso dal sovranismo nazionale portato avanti dal centro destra e della destra italiana nei giorni nostri.

All’inizio del 2020 l’ex segretario socialista Claudio Martelli si è trovato costretto a correggere il tiro a seguito delle parole di Armando Siri della Lega, che durante il memoriale tenutosi ad Hammamet per celebrare i primi 20 anni dalla morte di Craxi aveva detto: “Oggi sarebbe un convinto sovranista”. Martelli è intervenuto, come riporta Quotidiano di Sicilia per mettere il punto:

Quello di Bettino Craxi non è sovranismo. Il sovranismo è una dottrina che nasce alla fine degli anni Settanta in Francia, è una costola del gollismo che reagisce alla perdita di sovranità conseguente alla creazione di una sovranazionalità europea. Craxi faceva un’obiezione del tutto diversa. Lui non ha nulla da eccepire rispetto allo sviluppo della sovranazionalità europea, purché questa sia fondata non soltanto sul pilastro della libera economia di mercato ma anche sul pilastro della crescita e dello sviluppo sociale.

La critica ai parametri di Maastricht di Craxi, dunque, viene intesa come una dimostrazione del suo sovranismo nazionale e nel peggiore dei casi vengono aggiunte parole mai pronunciate in quell’intervista rilasciata da Hammamet. Questa nota stampa dell’Adnkronos di 28 anni fa (21 settembre 1992) riportava un pensiero pubblicato da Bettino Craxi sull’Avanti! in cui faceva notare che molti Paesi membri che avevano aderito ai parametri di Maastricht si trovavano in crisi economica e per questo, come avrebbe ribadito anche nel video del 1997, trovava necessario “rinegoziare i parametri”.

“Rinegoziare i parametri di Maastricht” non significa “Europa = schifo”, anche se Bettino Craxi la indicava come l’inferno per l’Italia: Craxi è sempre stato un convinto europeista e in quel contesto si riferiva ai parametri di Maastricht in funzione di un’Italia che, in breve, viene descritta in questo documento a partire da pagina 11:

Nel corso del 1996 il governo compie sul tema europeo una virata brusca. Ancora in giugno, nel documento di programmazione triennale, gli obiettivi ufficiali della politica di bilancio per il 1997 appaiono esplicitamente incompatibili con il rispetto dei criteri di Maastricht. Questo segnala il convincimento del governo italiano che nel gruppo di testa della pattuglia europea possano entrare, posto che non si assista a un rinvio dell’intera operazione, soltanto i pochi paesi del nucleo germanocentrico, e che programmare un’adesione dell’Italia ritardata di un anno o due, purché in compagnia di altri importanti paesi (come la Spagna), rappresenti una strategia equilibrata. Questo convincimento tradisce un difetto di informazione o di valutazione su quel che sta maturando nelle cancellerie europee; si rivela ben presto infondato.

Il governo trova allora la determinazione per decidere che l’economia italiana debba gettare il cuore oltre l’ostacolo, pena l’isolamento in Europa. La legge finanziaria per il 1997, presentata in ottobre, prevede un forte inasprimento della restrizione di bilancio rispetto agli orientamenti di giugno, in modo da puntare senz’altro agli obiettivi del 3 per cento per il rapporto disavanzo pubblico/Pil, e di una significativa riduzione per il rapporto debito pubblico/Pil. La correzione delle tendenze del bilancio implicata dalla legge finanziaria è basata prevalentemente su aumenti di imposte, anche se per 1 punto di natura temporanea. Dal lato della spesa, risparmi consistenti sono attesi da un’azione capillare di razionamento delle erogazioni per cassa del Tesoro agli enti locali. Questa politica di convergenza a tappe forzate ha successo. L’Italia si presenta nel 1998 alla verifica delle proprie credenziali di aspirante all’«euro subito» con risultati che superano le più favorevoli aspettative della vigilia, e la pongono nelle condizioni di difendere con solidi argomenti la propria candidatura.

L’aforisma attribuito a Bettino Craxi sull’Europa è dunque tutt’altro che la prova del sovranismo nazionale dell’ex leader socialista: la frase è decontestualizzata, distorta e fa parte di un discorso più complesso. In questo caso, come spesso accade, è oggetto di semplificazione da parte di admin di pagine acchiappalike.

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