La foto di Taylor Swift contro i Ravens e i suoi nudi su X sono falsi (e noi tutti abbiamo un problema)

di Bufale.net Team |

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La foto di Taylor Swift contro i Ravens e i suoi nudi su X sono falsi (e noi tutti abbiamo un problema) Bufale.net

La foto di Taylor Swift contro i Ravens e i suoi nudi su X sono falsi, e tutti noi abbiamo un problema con l’uso indiscriminato delle AI. Per favore, ora non ricominciare coi discorsi da futuristi d’accatto a base di “Ma se io voglio fare il fake lo faccio anche con Paint”.

La foto di Taylor Swift contro i Ravens e i suoi nudi su X sono falsi (e noi tutti abbiamo un problema)

La foto di Taylor Swift contro i Ravens e i suoi nudi su X sono falsi (e noi tutti abbiamo un problema)

Perché, non prendiamoci in giro, sappiamo benissimo che in assenza di una regolamentazione grazie alle AI il fake lo posso fare più velocemente, più rapidamente posso farlo a prova di “allocco della Rete medio”. Vale a dire costringendoci ad intervenire perché sarà preso per vero.

La foto di Taylor Swift contro i Ravens e i suoi nudi su X sono falsi (e noi tutti abbiamo un problema)

La mattina del 4 febbraio, ora Italiana, un account X dedito a “notizie sportive” pubblica un deepfake di Taylor Swift con una maglietta contro una nota squadra di football locale.

Vi lascio immaginare i commenti, col più gentile che invita la nota cantante a “cercarsi una scorta”, insinuando che tale oltraggio meriti una retribuzione assai violenta, tale da paventare il rischio di violenze fisiche e il meno cortese che auspica che la stessa venga sottoposta ad una gogna tale da farle perdere gli affetti e spingerla al suicidio.

Atto questo assai poco cortese, e peraltro per qualcosa che non è mai successo: la maglietta originale non recita “Who’s the Ravens Anyway, ew” (“Comunque chi sono i Raven? Bleah!”), ma “Who’s Taylor Swift Anyway, ew” (“Comunque chi è Taylor Swift? Bleah!”).

L’occasione fa l’uomo assai furbo, e oltre a commenti minacciosi appaiono anche commenti contenenti link a siti internet che vendono magliette personalizzate dall’utente che propongono la vendita dell’immaginaria maglietta, peraltro evidenziando un grave problema di X con le spunte blu.

E non è la prima volta che una foto falsa di Taylor Swift arriva su X.

E siamo alla seconda volta…

Infatti come evidenziato dal nostro decano Attivissimo, solo pochi giorni prima X è stato inondato di altre foto create della nota cantante, questa volta a sfondo pornografico.

E prima che ce lo chiediate no, queste creazioni pornografiche, diverse e più insidiose del deepfake, non ve le mostriamo, portate i vostri bollori altrove.

Il problema non è però legato solo a Taylor Swift, ma dalla provenienza delle foto stesse.

Esiste infatti un intero sottobosco virale di canali Telegram, reso possibile proprio dal fatto che lo sviluppo delle AI collegato all’assenza di controlli ha reso possibile all’ultimo dei pisquani di dedicarsi alle creazioni virtuali dove è possibile commissionare immagini porno di celebrità.

E non solo celebrità: si registra infatti su quei gruppi l’uso dell’AI per creare vero e proprio revenge porn, laddove uomini commissionano immagini delle loro ex o donne a caso, conoscenze o semplici contatti, da loro concupite e allo scopo di ottenere un feticcio sessuale o peggio per importunarle, molestarle e ricattarle.

Mentre un deepfake, come nel caso del finto video musicale postula comunque una foto originale ritoccata l’attuale progresso delle AI generative consente di ricreare pose e immagini da zero.

Con evidenti problemi che si porranno anche dal punto di vista processuale quando, per esempio, in un eventuale indagine per possesso di materiale pedopornografico si dovrà porre gli inquirenti nell’imbarazzante situazione di esaminare foto per foto per valutare quale sia di un minore reale e quale sia stata creata ad arte, e in un giudizio per revenge porn distinguere non solo tra foto reali e deepfake, ma tra deepfake e “ultrafake”.

Buona parte delle immagini di Taylor Swift sono state segnalate dai suoi fan, in un social che comunque si conferma fanalino di coda nella lotta alle fake news.

Ma le altre?

 

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