La convinzione di chi non ragiona e crede siano gli altri a non ragionare
I complottisti sono sempre stati così: nel loro agire, di fatto, non vi sono grandi differenze rispetto al passato: loro ritengono di essere i detentori di scomodissime realtà che conoscono solo loro (e qualche altro miliardo di persone come loro), mentre il resto del mondo non apre gli occhi, non si pone delle domande, non ragiona. Vivono quotidianamente la loro esperienza sui social come una sorta di missione. Particolarmente attivi a ogni ora del giorno (probabilmente non hanno di meglio da fare), loro devono portare a termine la loro missione e risvegliare un maggior numero possibile di coscienze. Il complottismo in tempi di pandemia, tutto sommato, è rimasto immutato, ma ultimamente si è focalizzato sul negazionismo Covid. Non è cambiato, si è solo aggiornato: le scie chimiche non vanno più di moda, anche se qualche complottista nostalgico continua stoicamente a parlarne, magari collegandole in qualche modo al Covid: un collegamento il complottista lo trova sempre. Perfino il 5G sembra aver perso quell’appeal che aveva un anno fa, in concomitanza con l’esplosione della pandemia.
Tra i tanti post deliranti che circolano su facebook ne abbiamo scelto uno che sottolinea quanto il complottista ritenga di essere dotato di quel raziocinio che in realtà gli manca: altrimenti si porrebbe davvero delle domande anziché partire dalla risposte e cercare qualsiasi notizia (anche falsa, non importa) che possa confermare le sue tesi. Le persone che davvero ragionano, normalmente, fanno l’esatto contrario.
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