Il data breach di Tea App: nomi, indirizzi e foto delle utenti finiti su 4chan

di Shadow Ranger |

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Il data breach di Tea App: nomi, indirizzi e foto delle utenti finiti su 4chan Bufale.net

La cybersicurezza e la privacy sono importanti: Tea App, applicazione nata per “recensire gli appuntamenti” e consentire alle donne di difendersi da casi di Red Flag è diventata un rischio per la sicurezza.

Una serie di dati importanti sono finiti su 4chan, forum patria della cospirazione del Patriota Q, del GamerGate e degli incel, i “maschi che odiano le donne” accusando il femminismo e la società moderna di impedire loro il sesso vagheggiando il ritorno di un mitologico patriarcato primo-novecentesco che obblighi le donne al coito.

Il data breach di Tea App: nomi, indirizzi e foto delle utenti finiti su 4chan

Tea App nasce dalla frase anglosassone Spill the Tea, sinonimo del “spettegoliamo davanti ad una tazza di thé”. Metafora quindi dei pettegolezzi tra donne, e quindi un “social di sole donne”, uomini non ammessi, con una serie di vantaggi utili sulla carta.

Ad esempio evitare i commenti di allupati e maniaci: insomma, i vari “esci le minne!” purtroppo comuni in tutto il mondo. O segnalare “red flag”, casi di uomini che si comportavano in modo abusivo, “catfish”, persone che usano foto non loro per attirare partner e persone pronte a nascondere precedenti pericolosi per violenze e affini.

Il data breach di Tea App: nomi, indirizzi e foto delle utenti finiti su 4chan

Il data breach di Tea App: nomi, indirizzi e foto delle utenti finiti su 4chan

Il problema principale è che fino al 2023 Tea App richiedeva di caricare un documento di identità valido per iscriversi

Ovviamente promettendo di cancellarlo subito dopo e che esso serviva solo per evitare uomini infiltrati.

Peccato che i documenti apparentemente non sono mai stati cancellati.

Peccato che gli stessi erano ospitati su Firebase, piattaforma di Google a tempo indeterminato. E peccato che lì fuori fosse pieno di gruppi di incel e “attivisti per i diritti degli uomini” attivissimi nel chiedere a Google stessa di bandire l’app dal Play Store e/o millantare azioni legali sulla base del “Se le donne osano parlare di noi in nostra assenza è diffamazione quindi denuncia”.

Il risultato? Un gruppo di utenti di 4chan ha avuto accesso a quei documenti compilando liste di proscrizione delle utenti.

Non caso appostrofate con i termini volgari degli incel, come “roastie”, termine basato sull’errore di biologia tipico di chi non ha idea di come funzioni il sesso che in qualche modo il sesso con “chiunque tranne gli incel sformi gli organi sessuali”.

Liste che comprendono foto, indirizzi, nomi, cognomi, date di nascita e tutti i dati registrati nei documenti di identità e nella geolocalizzazion degli accessi.

Sostanzialmente un gruppo di utenti riconoscibili per l’uso di un linguaggio incel, su un forum storicamente frequentato da incel e protetti dall’anonimato dello stesso, sono passati dal provare ira per un forum dove le donne potessero parlare di loro senza che loro lo sapessero all’avere liste complete con nomi e cognomi.

Il che è un caos.

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