GUIDA: i 35 euro agli immigrati clandestini – Bufale.net
Sono numerose, e imprecise, le informazioni errate date da quotidiani, televisione, ma soprattutto politici, sul tema della gestione dei profughi, o meglio conosciuti come “immigrati clandestini”.
Il tutto avviene attraverso dei bandi di concorso. Cosa prevede un bando? Abbiamo analizzato di recente quello del 7 luglio 2014 della Prefettura di Treviso. Vi riportiamo sia il link al file PDF che una breve sintesi:
- l’importo complessivo presunto della gara è di euro 1.236.235,00 oltre IVA;
- il prezzo posto a base di gara è di 35 euro oltre IVA al giorno, così come comunicato dal Ministero dell’Interno e dal Ministero dell’Economia;
- l’ammontare complessivo sarà determinato in fase di esecuzione del servizio in virtù delle prestazioni effettivamente erogate senza che l’aggiudicatario abbia nulla a pretendere per l’eventuale disponibilità di posti offerti e non utilizzati;
Ecco cosa devono comprendere i 35 euro al giorno, che ricordiamo essere il prezzo posto a base di gara:
- servizi di lavanderia;
- servizi di assistenza generica alla persona;
- pulizia giornaliera e periodica dei locali e degli arredi;
- disinfezione, disinfestazione, derattizzazione e deblattizzazione delle supervici;
- raccolta e smaltimento dei rifiuti;
- erogazione dei pasti, sette giorni a settimana, con prima colazione, pranzo e cena in base al numero delle presenze effettiva nella struttura;
- struttura di accoglienza, con effetti adeguati al posto occupato quali materasso, cuscino, lenzuola, federe e coperte che saranno periodicamente cambiati dai servizi di lavanderia;
- vestiario adeguato alla stagione;
- prodotti per l’igiene personale e rinnovo degli stessi consumabili con l’uso (sapone, shampoo, dentifrici, carta igienica);
- erogazione del pocket money nella misura di 2,50 euro pro-capite/pro-die fino ad un massimo di 7,50 euro per nucleo familiare, da erogare sotto forma di buoni spendibili in strutture ed esercenti convenzionati, o di carte prepagate da utilizzare a seconda delle necessità dell’ospite (schede telefoniche, snack alimentari, giornali, sigarette, fototessere, biglietti per il trasporto pubblico).
- servizi per l’integrazione (mediazione linguistica e culturale, servizio di informazione sulla normativa concernente l’immigrazione, sostegno socio-psicologico e altro ancora).
Inoltre, ad ogni profugo viene data una sola ricarica telefonica da 15 euro. Una e una soltanto al suo ingresso, senza periodicità.
In poche parole, tanti servizi che devono essere inclusi nei 35 euro di partenza di gara.
Con il pocket money ogni profugo ha a disposizione 2,50 euro al giorno, fino ad un massimo totale di 7,50 euro per nucleo familiare, che può spendere per comprarsi ulteriori schede telefoniche, cibo, giornali o le famose sigarette. Questo è il massimo che riceverà ogni profugo, non direttamente i 35 euro al giorno più albergo e vitto. Soldi che vengono messi in circolo nel territorio ospitante, quindi ai tabacchini, ai supermercati, ai bar o qualsiasi altra attività commerciale.
Essendo un bando di gara, possono parteciparvi enti con determinati requisiti. Si tratta di Associazioni, Fondazioni, enti ecclesiastici, enti pubblici e del privato-sociale, che devono garantire e soddisfare le richieste, con l’assoluto divieto del subappalto. Saranno questi enti ad aggiudicarsi fino ad un massimo di 35 euro al giorno, quota fissata in tutto il Paese dal Ministero dell’Interno, da gestire per ogni profugo. Inoltre, essendo una gara, è ovvio il gioco del ribasso e saranno meno di 35 euro al giorno per profugo, ma che garantiscano quanto richiesto dal bando di gara.
Da dove vengono i soldi? Si tratta del Fondo Europeo per i Rifugiati, soldi che ritornano a circolare nel nostro Paese grazie proprio ai profughi. Infatti, se consideriamo i dati del 2013, i fondi europei utilizzati dal nostro Paese non superano il 40% del totale a disposizione. Infatti, dal 2007 al 2013 l’Italia ha speso meno di 20 miliardi di euro, pari al 40% dei 49,5 miliardi previsti dal fondo europeo. Come Paese, l’Italia è chiaramente incapace nella gestione dei fondi europei, tanto che in alcune realtà vengono addirittura tagliati causa, appunto, l’incapacità di gestione.
I fondi europei servono per rilanciare il Paese in ambiti come l’agricoltura, il turismo, la ricerca, per le energie rinnovabili, e fornire servizi come prestiti fondo perduto per i giovani e per prestiti europei agevolati ai cittadini.
Infatti, questi fondi europei possono in parte tornare a circolare nel territorio italiano proprio grazie ai profughi. Gli enti che si aggiudicheranno i bandi di gara avranno con che pagare stipendi e far circolare la moneta per gli acquisti dei prodotti necessari per garantire il servizio del bando.
Domande e risposte
1) I 35 euro chi li paga?
La Comunità Europea ha a disposizione un Fondo Europeo per i rifugiati per garantire ai profughi il vitto e l’alloggio. Essendo fondi della Comunità Europea, tutti gli Stati membri versano una parte, e questo vale anche per l’Italia che li versa all’Europa in ogni caso (questi soldi poi vanno per fondi di svariato tipo).
2) Possiamo dirottare questi fondi in altri progetti?
Il Fondo Europeo per i rifugiati non può essere dirottato. Esso già da lavoro agli enti che vincono i bandi di gara e fanno circolare nuovamente soldi nel territorio.
3) Possiamo evitare di aiutare i profughi?
No. L’accoglienza fa parte degli accordi internazionali e l’Italia non è esonerata dal rispettarli. In caso contrario rischiamo di essere sanzionati come è successo nel 2012.
4) I Governi preferiscono aiutare i profughi piuttosto che i cittadini italiani in difficoltà?
Come detto in precedenza, il tutto fa parte degli accordi internazionali. Per evitare ciò, e future sanzioni, dovremmo uscire dall’Unione Europea, ma perderemo di fatto quei soldi che ci spettano attraverso i fondi e gli enti che gestiscono l’accoglienza non avrebbero i soldi per continuare le loro attività.
5) Ma perché non usiamo i fondi europei per le altre necessità del Paese?
La colpa non è certo dei profughi. L’Italia, dal 2007 al 2015, ha a disposizione 49,5 miliardi di euro dal fondo europeo. Dal 2007 al 2013 sono stati spesi a malapena il 40% di questi fondi, in alcuni casi l’incapacità dei governi locali ha costretto l’Europa a penalizzarci. I fondi ci sono, e tanti, il problema sta nel chi dovrebbe gestirli. Esistono fondi per l’agricoltura, per la ricerca, per il turismo e tante altre attività, fondi che farebbero girare l’economia.
6) Quindi, se vogliamo evitare di aiutare i profughi, dovremmo uscire dall’Unione Europea?
Si, ma andremmo in contro ad altri problemi. Già lo Stato italiano si sta dimostrando incapace a gestire i fondi dati a disposizione dell’Unione Europea, a volte vengono gestiti male creando disservizi.
7) Con chi ce la dobbiamo prendere allora?
Inviterei alla calma, perché con la rabbia non si ragiona. In Italia abbiamo tanti problemi legati alla gestione della cosa pubblica, bisognerebbe risolvere quelli perché è controproducente perderci la possibilità di utilizzare i restanti miliardi di euro resi a disposizione dall’Europa e gestirli per riavviare la nostra economia.
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