DISINFORMAZIONE Tubercolosi: più di 40 poliziotti positivi al test Bufale.net

di David Tyto Puente |

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Sul blog di Grillo è stato pubblicata un’intervista a Igor Gelarda, segretario generale del sindacato di polizia Consap, sul caso dei 40 poliziotti risultati positivi al test della tubercolosi.
Non mettiamo in dubbio la necessità di tutela da parte dei nostri agenti di polizia e di tutte le nostre forze dell’ordine. È giusto chiedere tutele, è giusto chiedere sicurezza. Tuttavia ci sono alcune cose da dire in merito a questo caso e a questa intervista.
Secondo quanto sostiene Igor Gelarda, i migranti vengono da luoghi dove esistono determinate malattie che in Italia erano completamente scomparse, tra cui la tubercolosi. È altamente errato affermare che la tubercolosi sia una malattia che era completamente scomparsa in Italia. I dati riportati dall’OMS (o WHO, World Health Organization), in una ricerca del 2012, vengono citati 5000 casi l’anno di tubercolosi nel 1995 in tutta Italia. Dal 1955 al 2008 il numero annuale di casi di tubercolosi registrati dal sistema di notifica nazionale è passato da 12 mila a 4 mila (fonte, pagina 15).
Igor Gelarda, sia nel video che nella trascrizione del video, afferma che “a oggi abbiamo circa 40 poliziotti che sono risultati positivi al test di Mantoux”. Tralasciando il fatto che poco dopo afferma che sono “più di 40” poliziotti risultati positivi, dobbiamo parlare del test di Mantoux.
Come funziona il test di Mantoux? Si tratta di un test caratterizzato da un’iniezione sottocutanea di tubercolina PPD nell’avambraccio. In genere occorre attendere dalle 48 alle 72 ore per leggerne i risultati.
Il test di Mantoux, purtroppo, non è preciso. Non sono rari i falsi positivi. Chi effettua il test può essere stato infettato da un microbatterio diverso da quello responsabile della tubercolosi, oppure se chi ha effettuato il test è immunizzato da una pregressa infezione risoltasi positivamente o se è stato vaccinato con il Bacillo Calmette-Guerini.
È possibile, inoltre, riscontrare falsi negativi. Il bacillo responsabile della tubercolosi (il bacillo di Koch) è lento nel riprodursi, prima di far scatenare gli anticorpi del nostro organismo possono passare dalle 2 alle 6 settimane.
Per maggiore certezza, i soggetti positivi al test di Mantoux vengono sottoposti ad ulteriori test diagnostici, tra cui test immunologici e radiologici.
Un risultato positivo indica che il bacillo tubercolare si trova nell’organismo, ma non significa che la malattia sia attiva. Quando avviene l’infezione, il nostro sistema immunitario produce specifici anticorpi e mette il bacillo sotto controllo, impedendone la crescita e la diffusione. Finché non presentano i sintomi della tubercolosi (tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso) non possono trasmetterla.
La tubercolosi può rimanere in questo stato latente per anni, infatti nel corso della vita l’infezione può passare dallo stato latente alla malattia vera e propria. È possibile essere infetti ma non ammalarsi anche per il resto della vita.
Un indebolimento del sistema immunitario (dovuti a fattori come terapie immunosopressive, contrazione dellHIV o anche la vecchiaia) può causare la riattivazione dei microbatteri e della loro crescita. Se non trattata, il tasso di mortalità è superiore al 50%.
Un’ultima nota sull’intervista di Igor Gelarda riguarda la citazione all’Ebola. Ripetiamo quanto detto negli articoli che abbiamo pubblicato in passato:

Il peggiore errore che si potrebbe commettere oggi è pensare che sono gli immigrati clandestini che ci portano l’ebola oppure che ebola è in tutte le persone che tornano dall’Africa. – Prof. Ippolito, Direttore scientifico dell’Ist. Spallanzani di Roma

Se ci riferiamo alle persone che arrivano nelle coste del Sud è praticamente impossibile, in quanto sono persone che sono in viaggio da un anno e mezzo, due anni. Come tempistica non ci siamo. Una persona affetta da ebola non si mette in viaggio, nel giro di 10 giorni, se non trattata, va incontro a morte. – Saverio Bellizzi, epidemiologo di Medici senza frontiere

Per maggiori informazioni abbiamo pubblicato una guida sull’Ebola.
Tornando al tema trattato da Igor Gelarda, non mettiamo in dubbio la difficoltà nel reperire gli strumenti di prevenzione e la loro mancata distribuzione agli agenti delle forze dell’ordine.
AGGIORNAMENTO
In un articolo del Corriere della Sera del 9 agosto 2014, quindi ben prima del post sul sito di Beppe Grillo, leggiamo che era stato fatto il test su 754 poliziotti e solo il 5%, i famosi 40, son risultati positivi. Non è possibile creare un caso “epidemia” su una malattia già presente da anni in Italia e con un test impreciso che ha rilevato un numero molto basso di persone che avrebbero avuto contatto con il bacillo, anche ben prima delle operazioni Mare Nostrum.
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