DISINFORMAZIONE Mattarella e l'uranio impoverito – Bufale.net
Sergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica. Ieri, 30 gennaio 2015, il Blog di Beppe Grillo pubblicava un articolo dal titolo “Mattarella e l’uranio impoverito“.
Non è un testo a firma Beppe Grillo o della Casaleggio, ma il copia incolla con citazione di un testo scritto il 29 gennaio 2015 da Lorenzo Sani, giornalista e inviato nazionale del Resto del Carlino-Nazione-Giorno. Non si tratta di una bufala, ma di un caso di disinformazione.
Riportiamo una parte dell’articolo di Lorenzo Sani:
[…] Lavoravo da qualche mese sulla vicenda dell’Uranio Impoverito e sull’impressionante numero di leucemie linfoblastiche acute e linfomi tra i nostri militari che erano o erano stati in missione nei Balcani, soprattutto in Bosnia, ma non solo.
[…] Sergio Mattarella negò a più riprese il possibile nesso tra l’insorgere delle patologie e il servizio. Negò che la Nato avesse mai utilizzato proiettili all’uranio impoverito (DU, Depleted Uranium), tantomeno che questo fosse contenuto nei Tomahawk (missili) sparati in zona di guerra dalle navi Usa in Adriatico. Insomma, Mattarella, candidato di Renzi al Quirinale, negò su tutta la linea.
L’allora Ministro della Difesa, secondo le trascrizioni e i verbali dell’epoca, non negò l’uso dei proiettili all’uranio impoverito.
Ecco quanto riportato nella seduta del 21 dicembre 2000 presso la Camera dei Deputati (a pagina 5):
In Kosovo si è fatto, come è noto, un uso consistente dei proiettili ad uranio impoverito. La NATO ha comunicato nel maggio 1999 di averne fatto uso. Nell’ottobre 1999 l’ONU ha fatto richiesta di conoscere i siti bombardati, che sono stati comunicati il 7 febbraio 2000.
Sulla presunta negazione da parte dell’allora Ministro Mattarella in merito alle patologie legate all’uranio impoverito, il 10 gennaio 2001 intervenne così al Senato (a pagina 18):
Per fare chiarezza su questo numero di patologie leucemiche, tumorali tra i militari ho istituito, come è noto, il 22 dicembre scorso, una Commissione d’indagine medico-scientifica per accertare tutti gli aspetti della questione.
[…] La Commissione, che ho costituito con il pieno appoggio del Governo, ha un mandato aperto e, ovviamente, totale libertà e autonomia di indagine a tutto campo per accertare le vere cause di queste patologie. Per questa indagine, alla Commissione è stata data piena facoltà di accesso a tutte le fonti e a tutte le informazioni disponibili.
Essa dovrà stabilire se si tratti di episodi singoli, non correlabili fra di loro o, viceversa, se possa esistere una causa unica e, in questo caso, se tale causa possa essere l’uranio impoverito o se l’insorgere di queste patologie sia dovuto ad altri motivi.
Noi vogliamo fare chiarezza; lo dobbiamo innanzitutto ai nostri militari e alle loro famiglie; lo dobbiamo a tutti gli italiani. Ma appunto perché vogliamo piena trasparenza e chiarezza, è doveroso da parte nostra lasciare alla Commissione la possibilità di lavorare e di dare un responso medico-scientifico attendibile. Ho chiesto che questo responso ci venga dato in tempi brevi, pur tenendo conto delle esigenze necessarie di approfondimento.
Non si tratta di negare, ma di voler accertare i fatti.
AGGIORNAMENTO ore 17:08
Un utente ci segnala questo video, dal titolo “Mattarella – non vi è mai stato uso di uranio impoverito“.
Il video si riferisce al 27 settembre del 2000, ed è un estratto della trasmissione Report “Morire di Pace“. Ecco la trascrizione della dichiarazione dell’allora Ministro Mattarella:
I due casi letali di leucemia acuta che si sono verificati nelle forze armate, il primo sei anni fa e il secondo l’anno passato. Nel primo caso, il giovane vittima della malattia non era mai stato impiegato all’estero e nel secondo caso il giovane militare era stato impiegato in Bosnia, a Sarajevo precisamente, dove non vi è mai stato uso di uranio impoverito.
Riportiamo di seguito il resoconto stenografico dell’interrogazione parlamentare posta dal deputato della Lega Nord Ballaman:
EDOUARD BALLAMAN. Grazie, signor Presidente.
Signor ministro, hanno ripreso a circolare sulla stampa nazionale voci secondo le quali alcuni militari italiani impegnati nelle missioni di pace in Bosnia e in Kosovo avrebbero contratto la leucemia con esiti in qualche caso letali; comunque, in taluni casi ciò ha provocato il rimpatrio immediato e segreto di altri soggetti colpiti.
È noto che sui teatri di guerra in Bosnia e Kosovo sono stati utilizzati armamenti ad uranio impoverito. Per ammissione stessa della NATO solo in Kosovo sono stati scagliati 31 mila proiettili anticarro ad uranio impoverito dagli aerei A10, per circa 9 tonnellate. Naturalmente tutto ciò è estremamente grave. Gli effetti dell’uranio impoverito sono ormai noti.
Si chiede di conoscere quali iniziative il Governo intenda adottare (e voglia adottare immediatamente) a tutela della salute degli uomini e al fine di far considerare le armi contenenti uranio impoverito come armi non convenzionali e quindi come armi da proibire.
PRESIDENTE. Il ministro della difesa ha facoltà di rispondere.
SERGIO MATTARELLA, Ministro della difesa. Desidero anzitutto riaffermare che ad oggi nessun militare del nostro contingente in Kosovo è stato rimpatriato perché affetto da leucemia e che non sono mai emersi casi sospetti di questa malattia. In questo senso si sono già espressi nei giorni scorsi i comandi competenti e lo stesso procuratore militare di Roma che dal gennaio scorso ha avviato un monitoraggio in seguito a segnalazioni su possibili rischi di inquinamento e di contaminazione.
Va escluso anche che siano collegabili all’uranio impoverito i due casi letali di leucemia acuta che si sono verificati nelle Forze armate, il primo sei anni fa, il secondo l’anno passato. Nel primo caso, il giovane vittima della malattia non era stato mai impiegato all’estero; nel secondo caso, il giovane militare era stato impiegato in Bosnia, precisamente a Sarajevo, dove non vi è mai stato uso di uranio impoverito.
Sul piano generale, desidero ricordare quanto ho già fatto presente in Parlamento nei mesi scorsi; fin dall’ingresso dei nostri soldati in Kosovo, si sono adottate misure di protezione: monitoraggio ambientale, ampia attività informativa, bonifica con reparti specializzati nella protezione e decontaminazione di persone e di materiali. Sono stati svolti controlli ulteriori approfonditi da parte di esperti in fisica del Centro interforze di studi. Tutte queste misure, come ho già detto l’altra volta in Parlamento, hanno permesso di confermare che i livelli di inquinamento radioattivo nelle aree dove operano i nostri soldati sono al di sotto dei limiti di sicurezza previsti dalle norme italiane per il nostro territorio.
Naturalmente, l’attività di controllo continua e continuerà fino a quando i nostri soldati saranno in Kosovo. Inoltre, i militari italiani che prestano servizio all’estero, in contingenti di pace, dovunque prestino servizio, al rientro in patria vengono, per precauzione, sottoposti a verifiche mediche di controllo. Desidero ricordare, inoltre, che l’Italia in questi anni si è costantemente impegnata, e si è impegnato il Governo italiano, per bandire l’uso delle armi inumane, dando a questa definizione un’interpretazione estensiva. Quanto alla riduzione del contingente olandese, a cui accenna l’onorevole Ballaman nella sua interrogazione, collegandola al pericolo di inquinamento da uranio impoverito, posso affermare che quella riduzione è collegata ad esigenze operative di quel paese ed al suo strumento militare, pianificate da tempo, e non ha riferimento alla questione dell’uranio impoverito.
PRESIDENTE. L’onorevole Ballaman ha facoltà di replicare.
EDOUARD BALLAMAN. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto solo per la parte in cui il Governo dichiara di attivarsi, o di darsi da fare, per far sì che questo tipo di armi sia considerato non convenzionale e quindi proibito. Quella dei rientri, poi, è una notizia riportata non soltanto dalla stampa ma anche da un dispaccio del comando della Kfor della NATO, che fa riferimento a rimpatriati italiani con sintomi di leucemia, come febbre alta persistente e valore di piastrine abbattuto. Ora, se la Kfor, di cui facciamo parte, ha notizie diverse da quelle che ha il Ministero della difesa, non so cosa farci; sicuramente, il ministro, il 7 giugno 2000, aveva già detto che non vi erano rischi, però allora come mai il 23 marzo 2000, il sottosegretario Calzolaio disse che la situazione non era per nulla tranquillizzante? Come mai al Ministero dell’ambiente è stata insediata una Commissione il 25 maggio e da allora, però, non si è più neanche riunita?
Per quanto riguarda gli studi del centro interforze, sappiamo perfettamente che ha la possibilità di rilevare la radioattività, ma non i tipi di materiale di uranio che sono utilizzati, in quanto studi specifici possono essere effettuati solo dall’ENEA e dall’università di Urbino. Il 15 agosto vi chiesi perché avete abbandonato il valico di Morini (almeno a noi risulta che lo avete abbandonato),
lasciando persino lì i moduli abitativi, dopo che erano stati effettuati i controlli sulle radioattività, ma sto ancora aspettando una risposta. Sempre il 25 agosto, vi chiesi perché per i militari di ritorno si consigliasse una serie di esami tipici per la leucemia, ma sto ancora aspettando una risposta.
Abbiamo chiesto l’istituzione di una Commissione parlamentare, che riteniamo sia necessaria, anche perché ormai persino la procura militare di Roma si sta muovendo. Penso che, se 300 tonnellate di uranio nel Golfo hanno dato come risultato la sindrome del Golfo, ormai si possa parlare anche di sindrome balcanica, visto che solo nel Kosovo ne sono state lanciate 9 tonnellate. Per quanto riguarda Sarajevo, non abbiamo notizie che sia stato l’uranio, certo, ma purtroppo la NATO non ha mai smentito che a Sarajevo e nelle altre regioni della Bosnia sia stato utilizzato uranio. Sicuramente, in altre zone è stato utilizzato uranio (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!
Nella puntata di Report, trasmessa il 7 marzo 2004, la conduttrice Gabanelli disse:
Il 27 Settembre del 2000 l’onorevole Mattarella, allora Ministro della Difesa risponde ad una interrogazione parlamentare, ed è preciso: a Sarajevo non è mai stato usato uranio impoverito. Non era vero, ma forse lui non lo sapeva. Sapeva invece che la parola di un Ministro è quella che conta e che riportano i giornali nei titoli e pensava che forse bastasse a calmare le acque. Ma non è andata così, e allora tre mesi dopo ha dovuto prendere carta e penna e chiedere le informazioni a chi le sapeva, la Nato. E la Nato ha risposto.
Nel video non viene riportata questa frase della Gabanelli, che comunque non riporta le successive dichiarazioni in Camera e Senato dell’allora Ministro Mattarella (fatte anni prima della puntata).
Il fatto è comunque antecedente a quelli riportato dall’articolo, dove Mattarella afferma la presenza dell’uranio impoverito.
Il giornalista Sani, nel suo testo pubblicato su Facebook lo scorso 29 gennaio 2015, ritiene che Mattarella negò la presenza dell’uranio impoverito, ma non cita che poi affermò il contrario.
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