Covid, vaccino Pfizer-BionTech è efficace al 90%

di Shadow Ranger |

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Buone notizie dal fronte COVID: il vaccino Pfizer-BionTech è efficace al 90%, abbiamo una motivata iniezione di fiducia.

Naturalmente, parlando di scienza, non possiamo certo surrogarci alla medicina, e ci sono incognite di cui parleremo e dovremo affrontare. Questa notizia risolve uno dei grandi dubbi sull’efficacia vaccinale.

Un vaccino per essere efficace infatti, ci è stato spiegato in questi lunghi mesi di pandemia, ha bisogno di due elementi fondamentali. Riuscire ad attivare il sistema immunitario e garantire un’elevata copertura vaccinale.

Il primo timore è stato superato: i candidati vaccini arrivati alla fase 3, quella propedeutica l’omologazione, riescono a fornire una perdurante immunità. O quantomeno, perdurante quanto quella degli altri vaccini influenzali, che rinnoviamo annualmente.

Per il secondo timore, ci siamo scontrati coi tempi ristretti in cui abbiamo sperimentato i vaccini.

Raramente “la prima volta è la volta buona”, come sempre nella vita.

Tagliamo subito la testa alle eccezioni novax: quello che nei vaccini è stato tagliato non è la parte relativa alla sicurezza, ma alla burocrazia ed all’allocazione delle risorse. Il mondo intero si è concentrato e si concentra alla caccia al SARS-CoV-2 e le agenzie di regolazione del farmaco sono inclini, citando un noto personaggio di Franco Mari (il “Medico Maceti”) a “Rimestare le scartoffie” più velocemente.

Ma resta il problema del fatto che l’efficacia sulla popolazione potrebbe essere bassa.

Cosa implica un’efficacia bassa? Cosa significa?

In un mondo ideale, un vaccino che funziona nel 60% dei casi sarebbe efficace nel fermare ogni pandemia, anche la più feroce.

Ma noi non viviamo in un mondo ideale, bensì viviamo in un mondo di creature difficili da comprendere: gli antivaccinisti.

E viviamo tra persone che pur desiderando di vaccinarsi, non ne hanno la possibilità.

I Novax sono ovunque: tra i fan del Patriota Q, nelle nostre case, nelle nostre strade. Nei cieli e sulla terra, più numerosi dei Pokémon che potreste catturare giocando a Pokémon Go.

Sommando i novaxx ai casi di chi vorrebbe vaccinarsi, ma per una serie di ragioni (ad esempio ha avuto la sciagura di ammalarsi prima di vaccinarsi, o immunodepresso non ha un sistema immunitario da allenare), scopriamo che quella percentuale del 60% scenderebbe ulteriormente, dovendosi defalcare tutti coloro che rifiutano la vaccinazione o che, invariabilmente, nelle prime fasi di diffusione del siero non riusciranno ad avervi accesso pur volendolo.

In un mondo reale quindi un vaccino efficace al 60%, ove somministrato alla sola parte della popolazione che non lo rifiuti o che non rifiutandolo riuscirà ad ottenerlo, riuscirebbe solo a rallentare e mitigare leggermente la diffusione, costringendo tutti a convivere col distanziamento sociale e le mascherine per un tempo potenzialmente assai più lungo.

Secondo i calcoli di Focus, un vaccino dell’80%, unito ad una campagna antivaccinale che riduca le influenze antivacciniste al minimo sconfiggendole con una buona campagna di educazione e igiene e garantisca una buona diffusione del farmaco, potrebbe superare entrambe le difficoltà, avvicinandoci all’obiettivo endemia.

Un obiettivo dove SARS-CoV-2 non sparirà come per incanto, ma diventerà, come gli altri Coronavirus della sua famiglia, uno sgradito ospite del nostro pianeta col quale avremo imparato a convivere, avvicinandoci passo dopo passo ad una vita normale.

Covid, vaccino Pfizer-BionTech è efficace al 90%

Interviene qui la scoperta che il vaccino Pfizer-BionTech è efficace al 90%.

Un “colpaccio”, che ci fa partire subito con i numeri buoni per arrivare all’obiettivo endemia e che fa volare in borsa Pfizer-BionTech.

“Direi che è un momento storico – commenta Kathrin Jansen, capo della Ricerca e sviluppo sui vaccini in Pfizer – Qualcosa del genere non è mai successo prima. Il mondo ha dovuto affrontare una situazione così terribile, la pandemia, ed essere in grado in così poco tempo di fare ciò che di solito richiede molti anni”. Ma soprattutto, racconta Jansen in un’intervista, “sentire che all’analisi ad interim abbiamo raggiunto un’efficacia di oltre il 90%, è stato quasi sbalorditivo”.

Riferiscono i ricercatori alla stampa.

Non è ancora il momento di stappare lo champagne però.

Pfizer e l’azienda biotech tedesca puntano a presentare la richiesta di autorizzazione di emergenza alla Fda, l’agenzia dei farmaci Usa, dopo la terza settimana di novembre, quando avranno a disposizione i dati di sicurezza, dopo 2 mesi di follow-up, sulla metà dei partecipanti al trial, oltre ai dati del processo di produzione. La sperimentazione proseguirà fino a raggiungere i 164 casi di Covid-19, che dovrebbe avvenire in poche settimane.

Continua la testata.

La parte finale dei test arriverà in queste settimane. Seguirà il difficile procedimento di fabbricazione di abbastanza dosi per raggiungere chiunque (e speriamo per le predette ragioni siano in tanti) vorrà vaccinarsi, ed il difficile procedimento di distribuzione di un farmaco che, ovviamente, non puoi mandare in giro coi camioncini della posta ma va trattato con le dovute cure e la dovuta conservazione.

Al momento su 44mila volontari solo 94 hanno sviluppato la malattia. Di questi, solo nove tra chi ha ricevuto il dosaggio consigliato di due dosi, vaccino e non richiamo.

In attesa della pubblicazione dei dati ufficiali, il Comitato indipendente che ha vagliato i dati parla di effetti collaterali negligibili, nella media delle avvertenze vaccinali: leggere febbriciattole e doloretti intorno al “buchetto di entrata”.

Questo è quanto.

Quindi la pandemia è superata?

No, non è superata.

Chi vi scrive esecra la metafora della guerra al COVID19 come “sforzo bellico”, ingiusta verso chi non ce l’ha fatta ed inadatta per descrivere un fenomeno naturale.

Siamo in un uragano, squassati da mesi da imprevedibili monsoni che distruggono le nostre dimore e mettono a repentaglio la nostra esistenza.

Abbiamo appena ricevuto la cognizione che esiste un materiale rivoluzionario che, se usato per ricostruire le nostre case, terrà lontani i Monsoni e ci consentirà di tornare a lavorare in sicurezza senza essere squassati e sbattuti su muri e marciapiedi da venti più forti di quanto possiamo tollerare.

Possiamo aspettare che tale materiale arrivi, rispettando ogni avvertenza fino a quel momento e accettare con gioia di riedificare le nostre case, oppure correre tutti nudi nella tempesta urlando che abbiamo vinto i monsoni o, peggio, urlare che quel materiale è un complotto della kasta e correre ridendo tutti nudi nella tempesta.

In un caso aumenteremo le nostre possibilità di farcela, negli altri due no.

Sta al saggio capire qual è il caso giusto.

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