Come una carta di Pokémon ha quasi distrutto un museo

di Shadow Ranger |

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Come una carta di Pokémon ha quasi distrutto un museo Bufale.net

Diciamolo, gli interessi nerd attirano un enorme flusso di denaro e interesse. Non si tratta di semplici fissazioni infantili, quanto dell’economia, anzi del capitalismo stesso nel suo volto più oscuro e tetro. Un bene nerd è sostanzialmente il Bene di Giffen al quadrato, un oggetto che per sua natura sfugge alle leggi stesse della domanda e dell’offerta e continua a crescere di valore al calare del potere d’acquisto di chi lo compra e all’aumentare del suo prezzo.

Come una carta di Pokémon ha quasi distrutto un museo

Come una carta di Pokémon ha quasi distrutto un museo

Il perché è ovvio: il nerd è il consumatore supremo, colui che si definisce da quanto riesce a possedere e sa bene che ogni doppione nelle sue mani può diventare un autentico tesoro.

Compresa una carta di Pokémon raffigurante Pikachu vestito da Van Gogh, dal valore di stampa infimo ma dal valore collezionistico elevato.

Come una carta di Pokémon ha quasi distrutto un museo

Succede quindi che in collaborazione col noto franchise ormai trentennale il Museo Van Gogh di Amsterdam lancia un’iniziativa rivolta in primo luogo ai più piccoli, in seconda battuta ai fan della serie: una serie di stampe ispirate ai quadri del pittore raffiguranti le iconiche bestioline virtuali e un simpatico gadget.

Una carta collezionabile raffigurante Pikachu. L’iniziativa prevedeva infatti inizialmente che per ogni acquisto nel gift shop effettuato fino a Gennaio del 2024 gli utenti avrebbero ricevuto il collezionabile.

Oggetto ricordiamo dal valore economico infimo e dal valore collezionistico potenzialmente ridotto dalla potenziale enormità di esemplari disponibili.

Ma non sottovalutiamo l’ingordigia del “collezionismo nerd”, quello del Mivar della nonna venduto a 300 euro “visto e piaciuto” e quello che nel 2017 affollò i McDonald’s creando proteste e violenze per ottenere i pacchetti di salsa ispirati allo show televisivo “Rick and Morty” e, anziché mangiarli, metterli su eBay a prezzi da Gambero Rosso.

Esempi dei prezzi raggiunti dalle carte

Esempi dei prezzi raggiunti dalle carte

La storia ama ripetersi: esattamente come ogni volta che i McDonald’s mettono carte collezionabili negli Happy Meal appaiono orde di adulti pronti a comprare il pacchetto di “porzioni per bambini” per scartocciare la carta e metterla in vendita, la scena si è ripetuta uguale al museo.

Già a Settembre la Rete era piena di spezzoni video di bagarini all’assalto delle casse per comprare qualsiasi oggetto nel gift shop, ottenere la preziosa carta e altre carte simili (come un Eevee col cappellino) e metterle su eBay a prezzi ultramaggiorati per chiunque volesse ottenere un feticcio che se non fosse accaduto l’increscioso sarebbe rimasto nel gift shop per mesi e probabilmente venduto nei “Pokemon Center” e altri canali, cosa che infatti è avvenuta di seguito, ancorché con limiti per impedire acquisti plurimi.

Pochi giorni fa il Museo ha annunciato che “Per colpa di una minoranza di utenti” e per “consentire ai visitatori del museo di esplorare le mostre in sicurezza” la carta del topolino giallo sarebbe stata rimossa dal negozio interno.

Del resto, recentemente in America un uomo è stato ucciso durante una rapina andata male proprio riguardante “Pacchi premium” di carte collezionabili, overo con possibilità elevata di ottenere carte particolarmente rare.

Il collezionismo e l’avidità generano mostri. A volte più terribili della creatura virtuale più assurda.

 

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