Cesare non disse “Tu quoque Brute”: 2000 anni di bufala

di Shadow Ranger |

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Cesare non disse “Tu quoque Brute”: 2000 anni di bufala Bufale.net

Avrete tutti studiato la stessa versione delle idi di Marzo: Cesare che si sente dire dall’aruspice Spurinna di badare alle Idi di Marzo, Cesare che sfida il destino, Cesare accoltellato da Bruto che dice “Tu quoque Brute, fili mii” e Cesare che si accascia.

Cesare non disse "Tu quoque Brute": 2000 anni di bufala

Cesare non disse “Tu quoque Brute”: 2000 anni di bufala

Complice Shakespeare, nonché ogni narrazione aneddotica e i personaggi romanzati in Asterix e Obelix quella è diventata la narrazione canone del Cesaricidio. Che in realtà ovviamente non è stato così ovvio, scusate il gioco di parole.

“Tu quoque Brute”: 2000 anni di bufala

Non si organizza una cospirazione con tanto di indovino con la data in tasca, e raramente la vittima ha tempo per frasi memorabili prima di accasciarsi: al teatro ed al cinema questo diventa una necessità, ma nella vita reale no.

Plutarco e Svetonio scrivono nei loro testi che Spurinna l’Aruspice (una sorta di indovino) aveva previsto una sorta di “grave pericolo” aleggiare sulla testa di Cesare, ma ovviamente, siamo tutti bravi a scrivere una profezia dopo gli eventi.

E gli storici romani erano noti per abbellire le loro narrazioni con la conoscenza successiva agli eventi che deriva dallo star scrivendo di eventi ormai passati.

Parimenti è improbabile che un moribondo si dia a momenti di riflessione: anche in questo caso Shakspeare attinse a piene mani da Svetonio, secondo il quale Cesare disse καὶ σὺ τέκνον—kai su, teknon, ovvero “Anche tu figliolo?” in Greco.

Sia Plutarco che Svetonio però dichiararono che l’esistenza di “frasi ad effetto” gli era stata riferita e loro avevano riportato la cosa senza verificare, anzi ritenendo assai più probabile che Cesare fosse troppo impegnato a morire dissanguato per farsi venire un motto arguto in mente.

Ma se sei uno storico chiamato generazioni dopo a scrivere un libro, un poeta che deve vendere un’opera teatrale o un artista che deve raffigurare un evento, non puoi esimerti dall’avere una scena madre in mente.

La fake è così diventata leggenda.

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