C’era una volta Shantae, eroina nata per caso (ed è tornata a casa)
La storia del retro è piena di Underdog, eroi ed eroine che non ce l’hanno fatta, e poi ci sono riusciti, come “Shantae, the Half-Genie Hero”, ovvero Shantae la mezza Genietta.
Eroina dei videogiochi poco fortunata, con origini molto tenere e romantiche, rivalutata in modo postumo dopo un ingresso nel mondo dei videogames dal sapore di doccia fredda, simile alle biografia di molteplici grandi dell’arte, come Van Gogh, negletti in vita e rivalutati in morte.

C’era una volta Shantae, eroina nata per caso (ed è tornata a casa)
Ma al contrario dei mortali, gli eroi dell’immaginazione hanno non una, ma mille vite, e sono pronti a tornare.
C’era una volta Shantae, nata troppo tardi
Non a caso l’articolo su Shantae arriva ad una settimana della rievocazione di Akemi Takada e le origini del genere majokko: infatti la sua storia ha una radice in comune.
La storia di Strega per Amore, aka I Dream of Jeannie, del 1965. Una commediola romantica americana in cui l’astronauta Tony Nelson, atterrato su di un’isola deserta, trova una bottiglia incantata dalla quale emerge Jeannie, biondissima e un po’ sciocchina genietta interpretata da una Barbara Eden in grande spolvero, e per cinque stagioni dapprima cerca di nascondere Jeannie al mondo, per poi decidere di presentarla come la sua “perfettamente umana”, ancorché scioccherella e un po’ svampita, fidanzata e poi promessa sposa e moglie nascondendo al mondo i suoi enormi poteri.
Strega per Amore era anche la storia preferita di un tale di nome Matt Bozon, studente universitario al California Institute of the Arts, innamorato sia di Jeannie che delle serie di Miyazaki e Rumiko Takahashi: per essere precisi, Ranma 1/2 e Lamù.

Barbara Eden, l’ispirazione grafica per Shantae (vedasi coda di cavallo e abiti da ballerina di Danza del Ventre)
Oltre all’amore letterario Matt incontrò l’amore della vita proprio tra le mura del college: la futura animatrice Erin Bell Bozon, bionda come la Jeannie che adorava da ragazzino e con lunghi capelli che lo “frustavano” in faccia ogni volta che Erin si voltava di scatto.
L’ultimissimo anello che mancava ancora alla genesi di Shantae fu proprio Erin Bell, che aveva lavorato da animatrice ma in un senso diverso: non animatrice di serie televisive, ma animatrice in campi e villaggi vacanze, dove aveva incontrato una ragazzina dal nome esotico di Shantae, che le era rimasto impresso.
Siamo ora al 1994: Erin propose al suo fidanzato la storia di una genietta di nome Shantae in grado di evocare animali e piegarli al suo volere con dei passi di danza.

I coniugi Bozon
A Matt l’idea di Shantae piacque molto, e decise di aggiungere una lunghissima e femminile chioma, in una coda di cavallo come quella di Jeannie, con la quale fustigare i suoi nemici, ispirata ai capelli dell’amata Erin. Il duo si mise subito al lavoro per creare la loro figlioccia virtuale, stabilendo una serie di caratteristiche avveniristiche per l’epoca.
In un mondo dove sì, c’erano già eroine nel mondo dei videogiochi, ma perlopiù ignorate dalla massa, Matt Bozon volle che Shantae seguisse le orme dei personaggi femminili di Anno (cfr. Il Mistero della Pietra Azzurra) e di Hayao Miyazaki, dando così al pubblico un’eroina femminile che fosse sia scanzonata e un po’ buffa come Jeannie che forte, coraggiosa e in grado di prendere in mano le redini della sua storia.
Volle anche crearla intorno alle sue movenze: secondo il suo treno di pensiero, Sonic era un istrice perché poteva diventare una palla, Crash Bandicoot un tornado vivente come Taz il Diavolo della Tazmania, e Shantae, coi suoi passetti di danza e i suoi lunghi capelli ispirati da e ad Erin sarebbe stata uno Yo-Yo Umano.

Possiamo, osservando Nadia, dichiarare che Matt Bozon aveva un tipo…
Il duo peraltro aveva già un editore, più o meno. Lavoravano infatti per WayForward, editore indie del “tirannico” (si definisce ancora così) Voldi Way, pretenziosamente ispirata nel nome ad una ditta apparsa nella saga di Dirk Gently di Douglas Adams.
Un nome hipster per una ditta deliziosamente hipster: Voldi Way l’aveva fondata usando i soldi ottenuti vendendo quote di una sua attività commerciale pregressa (software per la lavorazione metalmeccanica) e per molto tempo WayForward non ebbe abbastanza soldi per supportare i suoi lavoratori, costringendo Matt Bozon a sostentarsi vendendo ritratti nei Luna Park.
Non sarà prima del 1997 che WayForward troverà la sua stabilità economica, e non sarà prima del 2002 che nascerà un progetto decisamente fuori tempo massimo: Shantae.
Alla fine nacque Shantae
La gestazione di Shantae durò quindi otto anni.
Non nove mesi, non otto mesi: otto anni, e non è l’unico evento ritardario nella vita dell’ultima eroina retro fuori tempo massimo.
Convenzionalmente l’era del Retro finisce nel 2001 con l’arrivo del GameBoy Advance, e fu proprio essere stata concepita negli anni ’90 per arrivare sugli scaffali un anno dopo la sua era a condannare Shantae.
In otto anni la sua storia passò attraverso diverse revisioni: nei primi bozzetti appare una Shantae brunetta, una giovane donna genio nata priva di poteri e per questo derisa che, nel prosieguo della storia, avrebbe acquisito punti magici per avere il potere di trasmutarsi con mosse di danza ed evocare attacchi basati sugli elementi naturali e costumi da danzatrice del ventre alternativi.

Concept art di Shantae: notare gli abiti del colore di quelli di Nadia
La prima Shantae era più simile alla visione di “mamma Erin”: una genietta quasi priva di poteri che col tempo avrebbe acquisito il potere di evocare animali e domare gli elementi naturali un passo di danza per volta, pronta per sbarcare sul Nintendo 64.
Ma WayForward abbbiamo già visto non era così ricca: Shantae fu retrocessa al SuperNintendo e poi al GameBoy Color, nel 2002 una console tragicamente datata.
Per capirci, sarebbbe come se nel 2020 un produttore indie avesse deciso di cavare fuori un titolo per 3DS sapendo che la Switch era già in giro da almeno due anni, con l’aggravante della differenza enorme di prestazioni tra il GameBoy Color e l’Advance.
WayForward riciclò beceramente il motore di gioco di un dimenticabile gioco basato sulle avventure di Sabrina the Teenage Witch, la versione animata in modo che il gioco fosse facile da lavorare per un team ridotto.
Mentre le capacità tecniche del gioco si riducevano, la coppia Erin/Matt espanse la lore: nella nuova bibbia narrativa Shantae non è una genietta senza poteri ma una mezza genietta: ispirato dal finale di Vita da Strega Matt concepì un mondo fantasy dove i geni della lampada sono solo donne, donne peraltro di grande potere e che dopo aver salvato il mondo si ritirarono per convolare a nozze con grandi eroi umani mettendo al mondo una generazione di ragazzine, le “mezze Genio”.

Boxart finale di Shantae
Shantae è una di loro: le mezze Genio sono ragazze di grande bellezza e bontà, ma con poteri ridotti a causa della diluizione del sangue magico materno col sangue umano paterno, nelle quali la magia si esprime in modi “limitati quanto imprevedibili”.
Un bizzarro scherzo della genetica rende alle Donne Genio impossibile avere figli maschi, così come probabilmente le loro figlie (anche se nella saga le “mezze Genio” apparse confermano che la loro nascita non è avvenuta “abbastanza presto” per verificare, ed essendo tutte perlopiù adolescenti bisognerà attendere prima di verificare la loro capacità di avere eredi maschi): le “Mezze Genio”, vista anche la misteriosa sparizione delle loro madri, decisero comunque di riunirsi e usare i loro limitati poteri per difendere ognuna un regno umano.

Shantae e la sua amica Rottytops: notare a questo punto i capelli “color Nadia”
A Shantae, adorabile mezza genietta dai capelli lunghi e viola e la capacità di trasformarsi in diversi animali, toccò una misera ma felice città di pescatori, derubata dalla seducente pirata Risky Boots: sentendosi in colpa per non essere riuscita a fermarla, Shantae partirà per una missione per recuperare il bottino rubato (un rarissimo motore che Risky vuole usare per la sua nave).
A questo punto sostanzialmente il gioco era pronto, ma non c’era un distributore e WayForward, ricordiamo, non poteva permettersi di meglio.
WayForward bussò a varie porte, fino ad arrivare al colosso dei videogiochi Capcom: erano passati otto mesi rispetto alla deadline prevista del 2001, e l’Advance era ormai la console di gioco portatile prevalente di Nintendo.
I problemi di Shantae e come lasciò il cuore in Atlantis
Ci si consenta un gioco di parole con la storia Cuori in Atlantide di Stephen King: Shantae, il primo gioco della saga di Shantae, sarebbe stato un perfetto gioco per il GameBoy Color negli anni ’90, ed un onesto gioco “di fine corsa” nel 2000 e nel 2001.
Non nel 2002, col “Progetto Atlantis”, ovvero il GameBoy Advance, già in giro per gli scaffali del mondo.
I tempi erano ormai cambiati rispetto al 1996 in cui Satoshi Tajiri lanciò Pocket Monsters Green/Red, diventato poi Pokémon Blu/Rosso: nel 2002 pochi erano disponibili a investire su una proprietà intellettuale completamente nuova e si preferiva andare sul sicuro.

Un GameBoy Color vs un GameBoy Advance
Peraltro, se Pokemon era arrivato a fine corsa del GameBoy ma all’alba del GameBoy Color, Shantae era nata fuori tempo massimo su una console generazionalmente inferiore e di molto: WayForward e i Bozon usarono gli otto mesi (il numero otto torna molto nella vita di Shantae…) in cui Capcom di fatto ritardò l’uscita per ritoccare la resa grafica in modo che, usando la cartuccia di Shantae su un GameBoy Advance, la resa grafica sarebbe effettivamente migliorata anche se di poco (ma diciamolo, come vedrete da una screen catturata da emulatore, la resa grafica originale era fortemente limitata dalla console usata e dal motore grafico ormai desueto) con colori più brillanti, ma non fu abbastanza.

Il primo incontro tra Shantae e la sua rivale Risky Boots
Il risultato fu un classico “metroidvania“, gioco in 2D dove esplorare un mondo in cui alcune aree necessitano di upgrade e armi speciali, genere perfetto per il GameBoy Color, all’epoca (prima del revival retro), già desueto nel resto del mondo ludico.
WayForward poteva permettersi solo 20-25000 cartucce circa con tutto il necessario per far funzionare salvataggi e gioco, ovvero una cartuccia da 32Mb con batteria tampone e supporto per i salvataggi, che andarono esaurite nel 2004.
Per complicare le cose, Shantae rientrò tra i 25 giochi migliori mai prodotti per il GameBoy Color ma in un’epoca in cui i ragazzini vendevano i loro GameBoy Color per comprarsi l’Advance, che tanto era retrocompatibile.
Tutto questo portò Shantae a confondersi con la massa e poi sparire. I Bozon provarono a scrivere un sequel diretto di Shantae per la nuova console, in cui Shantae avrebbe nuovamente combattuto Risky Boots e il suo tentativo di costruire un macchinario che avrebbe, a colpi di terremoti, alterato la superficie dell’isola protetta da Shantae per renderla aggredibile via mare in ogni suo recondito angolo.
Il sequel fu bloccato a tempo interminato, scopriremo poi uscendo solo quest’anno, e la saga continuò dal punto successivo.
Shantae su Virtual Console
I capitoli successivi della saga di Shantae non ebbero edizioni fisiche: solo nel 2010 apparve come DSiWare (gioco in digital delivery per il DSi) Risky’s Revenge, sequel della saga, diretto del capitolo “perduto” e mediato del primo Shantae in cui Risky Boot provoca il “licenziamento” di Shantae dal ruolo di Guardiana della città rubando una preziosa Lampada per Geni da un museo lasciandosi dietro una devastazione di cui Shantae verrà accusata (già alla fine del gioco precedente il Sindaco della città aveva comunque deciso di ridurle lo stipendio).
Shantae riuscirà a sconfiggere l’eterna rivale ma a caro prezzo: Risky cercherà di usare la Lampada per intrappolarla, ma essendo Shantae genio solo per metà riuscirà solo a strapparle via i suoi poteri, facendoli convergere in una Donna Genio malvagia chiamata Nega-Shantae che Shantae dovrà sconfiggere sacrificando la sua essenza di genio e rimanendo una semplice giovane donna umana.
Nel 2014 un nuovo gioco risolverà, quattro anni dopo, il cliffhanger: Shantae ora vive da umana con lo zio adottivo Mimic e i suoi amici, ma Risky Boots tornerà per chiederle di aiutarla a salvare il mondo dal Pirate Master, antico maestro di Risky e nemico di tutte le donne Genio che minaccia il genere umano: sacrificando se stessa per salvare la rivale Shantae trasformerà la magia oscura di Pirate Master in magia buona che le ridarà la sua essenza di Genio rendendola nuovamente completa e in grado di usare la magia.

Cover della remastered di Risky’s Revenge, fonte Nintendo
Due anni dopo, nel 2016, riavremo un gioco fisico nell’età moderna, per WiiU, PS4 e PSVita, Shantae: Half-Genie Hero in cui l’ora ritrovata Shantae dovrà salvare la Terra Magica dei Geni da una grave minaccia, conquistandosi così la possibilità di riabbracciare un giorno (ma non è ancora accaduto) la madre perduta ed in cui altri personaggi diventano giocabili, come Rottytops, simpatica ragazza zombie amica di Shantae ma interessata ad un assaggio del suo bizzarro cervello, in modo piuttosto letterale, seguito da Seven Sirens del 2020 per console di ultima generazione in cui Shantae inconterà altre ragazze genio della sua specie sbloccando nuovi poteri e cercando di evitare che la malvagia Imperatrice delle Sirene usi l’essenza delle Mezze Genio per ripristinare i suoi poteri limitati dalle Genie Guardiane del passato, ottenendo peraltro indizi sulla sua madre perduta.
Tutti i capitoli di Shantae hanno la stessa direzione artistica, la visione dei Bozon, e quindi sono coerenti nei temi fondamentali, una salva di buoni sentimenti e coraggio tipica degli anni ’90, ma arrivati con decenni di ritardo. Nonché, vedasi lo stile di Anno in Il Mistero della Pietra Azzurra, un tripudio di bikini e ombelichi scoperti perché, del resto, gli anni ’90 erano anchee quello.

Shantae Arpia, una delle sue trasformazioni
Shantae è scanzonata, buffa, perlopiù sottovalutata dal resto del mondo, ma alla fine trionfa non per il suo potere (la storia spiega più volte che le Mezze Genio hanno poteri inferiori alle loro madri e “molto più strani” e l’ultimo capitolo dimostra che tra tutte le sue simili Shantae è la fisicamente più debole) ma per la sua capacità di circondarsi di amici e di farsi benvolere da chiunque abbia a che fare con lei.
Non a caso, Matt Bozon l’aveva pensata come avatar di sua moglie ed Erin Bozon come avatar di una studentessa di cui amava prendersi cura.
Un nuovo inizio
Dopo venti anni e un aiuto da Limited Run Games, finalmente il “vero secondo capitolo” per GameBoy Advance uscì per per GameBoy Advance nel 2025, seguito da porting per Switch e altre console moderne.
Come anticipato, il capitolo seguiva il progetto originale dei Bozon, con Shantae e Risky Boots alle prese con un macchinario in grado di alterare la geologia di Scuttle Town cementando lo status quo all’inizio di Risky’s Revenge: Shantae ufficialmente protettrice della città, anche se con stipendio dimezzato, Risky in cerca di vendetta e Shantae orgogliosa della sua natura di genio per metà.

Il “gioco perduto” su Nintendo eShop
Le vicende di Shantae sono quindi ancora piene di cliffhanger: dal 1996 non sappiamo ancora dove sia sua madre e quale direzione i Bozon hanno per le sue avventure, ma nel mondo del retro, Shantae una nuova magia l’ha fatta.
Ottnere un gioco perduto da vent’anni.
Ed anche innescare la carriera dei suoi genitori: Erin e Matt sono tornati al GameBoy Advance non da ritrattista da luna park il secondo e animatrice turistica la prima, ma come sviluppatore di una cinquantina di giochi tratti da IP per ragazzi (Sabrina, Spongebob, Ducktales…) e animatrice che lavorò su serie di pregio come Futurama.
Sostanzialmente, un simpatico amuleto vivente di buona fortuna.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.