Bus diversi per gli immigrati, la proposta della Lega a Sedrina (Bergamo)
Bus diversi per gli immigrati? I nostri lettori ci chiedono di verificare un articolo pubblicato il 16 settembre 2020 su Stranieri in Italia. La notizia riporta che alcuni esponenti leghisti, il 4 settembre 2020, si sono presentati presso il prefetto di Bergamo per chiedere una rimodulazione dell’utilizzo degli autobus a favore degli studenti per evitare assembramenti sui mezzi per via della presenza di richiedenti asilo. In poche parole la richiesta proponeva orari differenti per studenti e richiedenti asilo, con priorità agli studenti.
700 firme dei cittadini di Sedrina
La proposta ha scatenato le dure polemiche del centrosinistra in Regione che ha definito la richiesta “abominevole”. Cos’è successo?
Il 5 settembre BergamoNews ha riportato che gli esponenti Lega si sono presentati al prefetto con 700 firme dei cittadini di Sedrina (Bergamo). La richiesta proponeva una comunicazione con la SAB (l’ente del trasporto pubblico locale) e con i gestori del centro d’accoglienza Casa San Giuseppe. Troviamo tutto nel profilo di uno degli esponenti che ha esposto tutti i documenti presentati.
Stamattina accompagnati dagli onorevoli […] e […] ci siamo recati dal dr. […] Prefetto della provincia di Bergamo che ci ha accolti con estrema gentilezza. Abbiamo consegnato le oltre 700 firme raccolta tra i cittadini e abbiamo raccontato le varie testimonianze di disagio dovuti alla massiccia presenza, dei “richiedenti asilo”.
Ci è stato riferito che gli ospiti ad oggi sono circa 90 e che vi sarà un calo. Inoltre ci è stato assicurato che il numero massimo assegnato alla struttura di Botta, non può superare le 120 persone.
Chiaramente la cosa non ci ha tranquillizzati.
Il Prefetto ha promesso un costante controllo della situazione, oltre che dai suoi uffici, anche dalle forze dell’ordine.
Inoltre, data l’imminente apertura dell’anno scolastico, abbiamo portato sul tavolo prefettizio un’altra difficoltà legata al trasporto pubblico. Visti i già noti problemi di assembramento, anche in periodi pre covid, causati dagli ospiti sui mezzi pubblici, abbiamo chiesto al Prefetto di interfacciarsi direttamente con i responsabili del trasporto pubblico locale (SAB) e con i gestori della Casa San Giuseppe. Il fine è quello di far utilizzare dai “richiedenti asilo” il trasporto pubblico, in orari diversi da quelli dei mezzi che trasportano gli alunni degli orari scolastici, così che anche il singolo cittadino possa prendere il pullman e non aspettare quello dopo (cosa che è successo spesso in questo ultimo periodo).
Lo scopo, comunque è e rimane quello di chiudere la Casa San Giuseppe, al fine di rendere la vita più tranquilla a tutti i cittadini, sia di Botta, che di Campana, ma anche a quelli di tutta la valle!
Su Repubblica leggiamo che gli esponenti che hanno chiesto udienza al Prefetto giurano che non si tratta di segregazione razziale, cosa che invece contestano dal centrosinistra.
Il direttore della Caritas: “Nessun apartheid”
Uno degli esponenti Lega che ha incontrato il Prefetto, sempre dal suo profilo, ha pubblicato lo stralcio di un articolo uscito nell’edizione cartacea di PrimaBergamo in cui è stato ascoltato il direttore della Caritas diocesana. Lo riportiamo di seguito.
La proposta portata da alcuni esponenti della Lega al prefetto a me non è sembrata così assurda. Perché la proposta, in poche parole, diceva questo: se i ragazzi ospiti del centro di accoglienza della Botta di Sedrina devono raggiungere la città per lavoro alle otto di mattina, va bene che prendano il bus con gli studenti. Ma se invece i lavoretti in cui sono impegnati cominciano alle nove o alle dieci, allora cerchino di prendere gli autobus successivi in maniera da lasciare il posto agli studenti del paese, bianchi o neri che siano. Insomma, in questi termini a me non è sembrata una richiesta assurda. Ne ho parlato con quelli della Lega, ci siamo chiariti. Abbiamo parlato anche di alcuni episodi di migranti sugli autobus senza biglietto, di altri che magari hanno alzato la voce con i controllori. Cose vere, ma nessuno di questi ragazzi era del Centro della Botta. Ogni volta che sono intervenuti i carabinieri hanno chiarito che si trattava di migranti che arrivavano da altri paesi. E la ragione è semplice: ai nostri ospiti il biglietto del pullman glielo diamo noi.
Today scrive che il caso è stato portato in Parlamento e il capogruppo PD della Commissione Trasporti ha annunciato un’interrogazione parlamentare al Ministero dell’Interno:
Per evitare affollamenti, anche negli autobus, vanno ampliate le corse e rafforzati i servizi e non invocate norme razziali anacronistiche e nostalgiche. Bergamo ed il suo territorio non si meritano che il Covid venga strumentalizzato per fini elettorali anche perché l’Istituto superiore di sanità ha certificato che il peso dei migranti sull’aumento dei contagi è minimale.
La Lega, intanto, risponde: “Anche il sindaco di centrosinistra del paesino ha firmato perché il centro venga chiuso, complice il degrado, il clima di intimidazione, i molestatori, gli ubriachi, i violenti”. Gli esponenti Lega locali e il direttore della Caritas, dunque, negano di aver richiesto autobus separati per i migranti bensì precisano che si tratta di indicare orari diversi di accesso all’autobus per i migranti con lo scopo di favorire il trasporto degli studenti.
La proposta è correlata con quella di chiudere la Casa di San Giuseppe.
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