BUFALA E PRECISAZIONI Al Referendum non usare la matita che ti danno!
Ecco il ritorno di un “must”: ad ogni nuova chiamata al voto, girano su internet strane voci sull’utilizzo delle matite che vengono date in dotazione ai seggi per siglare la propria scheda elettorale. Cominciano anche le prime bufale a tema referendum costituzionale, come quella divulgata dal noto Fatto Quotidaino giusto ieri riguardante il ritrovamento di 500mila schede elettorali contraffatte. Ovviamente l’abbiamo già sbufalata qui.
Qualche giorno fa è comparso su internet un post con evidenti intenzioni ironiche, con l’invito: “Al referendum non lasciare che cancellino il tuo voto! Non usare la matita che ti danno! Porta con te una biro e usa quella! #iovoto”.
La didascalia del post era la seguente: “Condividi anche tu, aiuta ad annullare il diritto di voto di un analfabeta funzionale.”
L’immagine è stata rimossa ieri sera da Facebook a causa delle troppe segnalazioni, in quanto in molti hanno ritenuto fosse rischioso un contenuto del genere, forse fraintendibile da troppe persone che preferiscono credere ciecamente ad un post FB piuttosto che controllare. Rischioso perché si vuole evitare il pericolo di un voto nullo.
Sì, nullo: perché ovviamente una scheda il cui voto è espresso mediante l’utilizzo di un qualsiasi altro strumento diverso dalla matita presente nei seggi è un voto che viene annullato, come riporta anche la normativa per i referendum popolari valida per il 4 dicembre:
12- Secondo la giurisprudenza del Consiglio di Stato, formatasi soprattutto in tema di elezioni comunali, ma che può essere tenuta presente anche per quanto concerne la validità o l’invalidità delle schede di voto per i referendum […].
La giurisprudenza ha altresì affermato che:
– il voto espresso con mezzo diverso dalla matita copiativa fornita dall’ufficio elettorale (nella specie, penna a sfera) può costituire idoneo mezzo di identificazione dell’elettore, ed è pertanto nullo (Adunanza Plenaria, n. 28 del 29-11-1979; Sez. V, n. 457 del 16-10-1981; Sez. V, n. 39 del 18-3-1985).
Ma quello che molti continuano a chiedersi è: perché nel 2016, quando in altri paesi sono validi i voti elettronici, noi usiamo ancora la matita?
Innanzitutto, sfatiamo il mito che quella matita familiare ai più sia una semplice matita. Si tratta invece di una matita copiativa, come spiega direttamente Wikipedia:
Mentre la matita normale ha la mina di sola grafite, quella della matita copiativa contiene anche coloranti derivati dall’anilina e dei pigmenti, solubili in acqua. Il segno che ne risulta può essere cancellato solo per abrasione.
Diversamente dalle matite di sola grafite, il tratto di matita copiativa svela ogni tentativo di cancellazione tramite solvente, lasciando evidenti macchie sulla carta, essendo quindi immune da una manomissione altrimenti difficile da smascherare. Se si cancella il tratto di una matita copiativa utilizzando una gomma per cancellare, viene rimossa solo la componente in grafite del segno, lasciando visibili i pigmenti.
La matita può essere cancellata? Sì. La cancellazione e la conseguente manomissione possono passare inosservate? No. Su questo punto riportiamo un esperimento condotto in “Prova su strada di una matita copiativa ministeriale”.
Ciclicamente, tornano in auge segnalazioni sulla facilità della cancellazione del segno tracciato sulla scheda. È il caso delle votazioni nel 2008 e nel 2009, gli anni delle polemiche sulle finte matite copiative: lo ricorda un articolo de La Repubblica di allora. Diatriba riaccesasi nel 2013, che portò a diversi approfondimenti sull’argomento su vari blog: una matita copiativa che si può cancellare è normale, mentre una matita copiativa che non lascia il minimo segno cancellandosi non è una matita copiativa. Una sostituzione? All’epoca spuntò anche l’invito a bagnare la punta della matita, come ricorda un articolo de Il corriere della sera: ci fu chi la bagnò umettandosi le dita e sfregandole sulla mina e chi invece la poggiò direttamente sulla lingua, lasciandoci sopra un bel segno violaceo in barba all’igiene. Questo fenomeno deriva da una annotazione esistente e riscontrabile ancora oggi nella sentenza del 1987 che ha reso valido il voto con matita umettata:
I casi di nullità del voto derivano dal disposto del secondo comma dell’art. 69 del T.U. n. 570, in base al quale il voto è nullo quando le schede: […]
(1) Sulla base di questa norma il Consiglio di Stato ha ritenuto:
È valida la scheda che presenta segni vari e discontinui dovuti all’incerto e meccanico movimento della mano e privi di ogni parvenza di convenuta espressione figurativa, ovvero segni palesemente fortuiti. (Sez. V, n. 305, del 2 aprile 1954; Sez. V, n. 539, del 22 maggio 1954; Sez. V, n. 157, del 1° luglio 1988; Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987).
È potenzialmente idoneo a far conoscere il votante, ed ha quindi valore di segno di riconoscimento, che rende nulla la scheda, il segno di croce apposto sul lato esterno della scheda. (Sez. V, n. 400, del 9 settembre 1947).
Non è nulla la scheda che rechi, oltre ad un inequivoco segno di voto su una lista, un breve segno presso il contrassegno di altra lista. (Sez. V, n. 289, del 30 aprile 1960).
È valido il voto espresso con matita umettata. (Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987).
La frase, espressa in questo contesto, significa chiaramente che anche il voto espresso con matita umettata è valido. Non che solo il voto espresso con matita umettata sia valido.
Si ripetono anche le storie più assurde, come quella della signora che ha protestato: “Non è una matita copiativa, mi sono portata una gomma, ho fatto la croce sul mio simbolo e l’ho cancellato! Datemi una penna a inchiostro!”, come riporta un divertente articolo pubblicato da La Stampa sempre nel 2013. Ci sono state anche petizioni per chiedere che le penne a sfera sostituissero le matite, come quella pubblicata su Firmiamo.it.
Insomma, una storia che sembra infinita.
Anche a dicembre ci aspetteranno foto di dita e lingue viola? Non lo sappiamo. Vi sconsigliamo però di portarvi da casa penna o pennarello indelebile: rendere la scheda nulla come scelta inconsapevole equivarrebbe a restare a casa. E attenzione a non intascarvi le matite: sono di proprietà dello Stato e correte in una sanzione che varia dai 103 ai 309 euro.
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