BUFALA – Una bambina con il viso sfregiato è stata cacciata da un fastfood – bufale.net

di LO SBUFALATORE Claudio Michelizza |

bufala sindaco di lonigo
BUFALA – Una bambina con il viso sfregiato è stata cacciata da un fastfood – bufale.net Bufale.net

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Una bambina con il viso sfregiato è stata cacciata da un fastfood perché accusata di spaventare i clienti,.

È questo quanto è successo ad una bambina di tre anni, che è stata in passato aggredita da un pitbull e porta i segni sul proprio volto di quella terribile esperienza. La piccola si trovava in unfast food della catena KFC (Kentucky Fried Chicken) a Jackson, quando gli addetti del ristorante si sono avvicinati a lei ed ai suoi genitori, che la accompagnavano,  e li hanno invitati a portare fuori la piccola perché “Spaventa i clienti”. Sono queste le parole crudeli ed insensibili utilizzate da questi due impiegati, che non hanno pensato al dolore di questa piccola, che ha superato una tragedia che segnerebbe chiunque nella propria vita.

è una BUFALA

Sfruttando la viralità dei Social, si possono fare un sacco di soldi, ormai lo hanno capito tutti. Infatti la clamorosa notizia della bambina allontanata dal fast food (l’aggressione del pitbull è vera, MA SOLO QUESTA PARTE), con interviste, post strappalacrime e grandi campagne di sensibilizzazione è una BUFALA (per fare soldi…). Persino la Kentucky Fried Chicken, la catena coinvolta, ha donato 30.000 dollari per le cure di Victoria. Purtroppo  che, due distinte indagini,  non abbiano trovato alcun riscontro a quanto denunciato dai genitori. I video di sorveglianza analizzati non avrebbero ripreso alcun bambino che possa anche solo assomigliare a Victoria. Lo verità la trovate sul il sito UsaLeaderCall.com(con tanto di fonti), La famiglia di Victoria ha improvvisamente chiuso la pagina Facebook “Victoria’s Victories” grazie alla quale ha raccolto circa 135mila dollari. Parallelamente è nata un’altra pagina Facebook intitolata “Victoria’s Victories Hoax”, che significa “inganno”. In tantissimi hanno chiesto di essere risarciti delle proprie donazioni.

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