Ambra Angiolini: la figlia chiede “È davvero necessario infierire?”

di Bufale.net Team |

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Ambra Angiolini: la figlia chiede “È davvero necessario infierire?” Bufale.net

La storia recente su Ambra Angiolini dimostra che dovrebbe esistere un limite. Un argine, qualcosa da frapporre tra l'”interesse pubblico verso i personaggi famosi” e quel genere di gossip che colpisce duro sotto la cintura. Che fa pubblica mostra del privato e che spesso riaccende vecchi dolori.

La storia la conoscete tutti: la storia d’amore tra Ambra Angiolini e Massimiliano Allegri finisce. Come sempre in questi casi, partono le indiscrezioni, si parla di un tradimento, ma come sempre quando finisce un amore i contorni sono sfumati, filtrati dalle informazioni spesso contraddittorie che rendono gossip e cronaca diversi.

La cronaca è evidente, sotto gli occhi di tutti, pubblica. Il gossip evoca un mondo di scoperte, indiscrezioni, il “Paparazzo” felliniano alla ricerca delle foto e dei drammi del Divo. Ma il problema non è solo questo.

Breve storia del Tapiro d’Oro

Succede che in un noto episodio di Striscia la Notizia Ambra Angiolini riceve il “Tapiro d’Oro”.

Il “Tapiro d’Oro”, per i quattro sassi che non lo sapessero, è un premio destinato al “perdente”, allo “sconfitto”. Un “Non Premio”: storicamente mentre un premio certifica una vittoria ed un festeggiamento, il “Tapiro d’Oro” certifica quello che la trasmissione decide come “l’attapiramento”.

Ovvero uno stato di sconfitta e umiliazione pubblica in cui il “vincitore” in realtà non ha vinto niente. Ha perso tutto, e questo lo rende degno di essere esibito alle telecamere come lo sconfitto del giorno.

La Treccani ha ormai introdotto “attapirare” nel vocabolario, come

attapirare v. tr. [der. di tapiro, con riferimento al «tapiro d’oro», premio ironicamente consegnato dalla trasmissione televisiva «Striscia la notizia», a partire dal 1996, a personaggi noti che si sono distinti per comportamenti considerati riprovevoli o perdenti], scherz. – Consegnare a qualcuno il premio satirico «tapiro d’oro»; per estens., infierire con ostinazione contro chi ha subito uno smacco o ha commesso un errore.

Le due accezioni che ne emergono sono capitali della vicenda: il Tapiro d’Oro è un “non premio” che viene assegnato al perdente della giornata, allo sconfitto o al reprobo, chi ha compiuto azioni degne di biasimo, e l’atto della consegna è un mezzo per infierire, sia pur giocosamente, sul reprobo e lo sconfitto.

Ma davanti ad una donna che vede finire una storia di amore, possiamo parlare di un atteggiamento riprovevole di lei o di una sconfitta?

È quello che si chiedono la figlia di Ambra stessa e Selvaggia Lucarelli. E ce lo chiediamo in fondo pure noi.

La risposta di Jolanda Renga

Jolanda Renga, 17enne, ha colto nel pieno tutte queste contraddizioni, affidandole ad un lungo sfogo sul suo account Instagram accolto da un servizio di Vanity Fair.

Rivista di moda e gossip che in questo caso ha trattato quella materia delicata che è il gossip con le attenzioni da dedicare al caso. Quelle che dedicheresti al trasporto di un fragile oggetto di cristalleria.

«È davvero necessario infierire? Perché venire a Milano? Perché non andare a Torino (dove è ora Allegri, ndr)? Perché si è fidata della persona con cui stava e con cui ha condiviso quattro anni della sua vita?», ha scritto Jolanda nelle sue Stories Instagram. «E anche se questa persona, alla fine, si è rivelata diversa, la colpa è di chi si fida o di chi tradisce la fiducia, e tradisce in ogni senso possibile?».

Ripetete con me: essere traditi, ammesso che sia accertato il tradimento, non è un peccato. Essere lasciati non è un peccato. Lasciare qualcuno non è un peccato. La fine di una storia di amore, qualunque essa sia, non è un peccato.

Se il senso del Tapiro d’Oro è la punizione finale del reprobo, di colui che ha compiuto atteggiamenti pubblici riprovevoli e giustamente ne patisce la sanzione e la riprovazione pubblica, aver perso l’amore o averci rinunciato non ti rende riprovevole né colpevole.

Se il senso del Tapiro d’Oro è certificare uno smacco o un’umiliazione, la fine di una storia di amore non è quel genere di smacco o umiliazione da certificarsi col premio destinato al “perdente”, l’artefice della propria sconfitta.

O quantomeno, se la fine di una storia di amore è una sconfitta, bisognerebbe chiedersi perché bisogna sempre cercare uno sconfitto e quindi un vincitore, ad ogni costo.

La risposta di Selvaggia Lucarelli

Anche Selvaggia Lucarelli ha affidato ai Social una risposta ben caustica:

Quello che ho visto ieri non mi è piaciuto. Ieri il tapiro consegnato vis a vis non era una sorpresa, aveva più il sapore di un agguato.

Continuando per il resto di un messaggio che possiamo invero definire condivisibile

C’era una donna che non stava solo vivendo la fine di una storia, ma la stava vivendo da personaggio pubblico, con la sua intimità sbattuta sui giornali e particolari mortificanti. Un tradimento, la fine di un amore sono giá dolori affrontati tra le pareti di casa, figuriamoci se se ne parla anche ai semafori.

Non fa meno male, se sei famosa da quando avevi 14 anni, no. Il presentarsi sotto il posto di lavoro di questa donna con un microfono e infierire con battute da bar (“mica lui la tradisce con Dybala?), ridacchiare, trattare la faccenda come fosse una rissa tra soubrette, ricordate che lui- il maschio alfa- le donne le tradisce con virile serialitá, mi è parso davvero crudele. Per giunta, col morto ancora caldo.

E una cosa la voglio dire anche a Vanessa Incontrada: quante volte ti abbiamo sentito lamentarti della crudeltà dei media, cara Vanessa. Dei media che sfruculiano la tua vita privata, che giudicano il tuo corpo. Ieri potevi tirarti fuori da questa trattazione così spietata della vicenda. Tendere una mano ad @ambraofficial . E invece non solo grasse risate, ma già che c’eri hai pure mandato un saluto all’allenatore, come se si fosse appena usciti da una gag, anziché dal girare il coltello in una ferita aperta. Pensaci la prossima volta in cui ti lamenterai della crudeltà del sistema con le donne, perché ieri ne hai fatto parte anche tu.

E adesso, caro Valerio, attendiamo il tapiro al maschio alfa, mi raccomando. (e un mazzo di rose per Ambra, magari).

Esiste un confine, lo sappiamo, tra l’interesse del pubblico per il famoso e l’interesse del famoso a tenersi stretto l’ultimo pezzo di dignità prima che esso finisca sul piccolo schermo e sui social.

Possiamo chiederci dove sia finito tale argine?

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