A volte ritornano: novax accusano Ilaria Capua di traffico internazionale di virus

di Bufale.net Team |

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A volte ritornano: novax accusano Ilaria Capua di traffico internazionale di virus Bufale.net

Ci risiamo: novax accusano Ilaria Capua di traffico internazionale di virus, basandosi su un vecchio articolo rilanciato di volta in volta.

Il meccanismo è sempre quello: se ripeti le accuse, ma non le smentite, se pubblicizzi le imputazioni ma non le assoluzioni, puoi dire tutto quello che vuoi trincerandoti dietro il “Ma tecnicamente ho scritto quello che è successo”

Esattamente come rifiutandosi di vedere il Titanic fino alla fine, puoi ripetere che Titanic è “una bellissima storia di amore a lieto fine dove il bel Jack si innamora della Bellissima Rose combattendo le distanze sociali”.

Poi l’iceberg trasforma la storia in una tragedia, ma siccome non hai visto niente puoi dire che non esiste.

Partiamo quindi dalle basi: nel 2014 Ilaria Capua fu accusata di reati gravissimi e mostruosi. Parliamo di diffusione di ceppi d’influenza aviaria per guadagnare dalla vendita dei vaccini, associazione per delinquere, corruzione, falso ideologico, concussione, abuso d’ufficio e collusione con le aziende farmaceutiche.

Due anni dopo fu completamente prosciolta dalle accuse.

Ma si sa come funziona il popolo della rete: l’accusa ebbe ambio risalto, l’assoluzione no.

Quindi, ricapitolando, nel 2006 Ilaria Capua venne accusata di “diffusione di epidemia” per aver studiato un ceppo di influenza aviaria. Operazione, come si chiarirà, del tutto legittima, ma che fu erroneamente collegata all’importazione di virus.

Sostanzialmente come vedremo, una ditta americana aveva importato illegalmente un ceppo di influenza aviaria per portarsi avanti con le ricerche sui vaccini. Ilaria Capua stava lavorando su un ceppo del tutto diverso.

Nel 2014 l’Espresso diede la notizia delle indagini, basandosi su documenti del 2010. Le indagini si chiusero nel 2016, con l’assoluzione con formula piena di Ilaria Capua, in quanto il fatto non sussisteva.

Ancora nel 2017 ci trovavamo di fronte a testate legate a posizioni novax (esistevano ancora prima della pandemia, sapete)? Pronte a rilanciare versioni rimaneggiate dell’editoriale dell’Espresso, caricate e private dei profili temporali, per dichiarare che Ilaria Capua era ancora sotto accusa.

A volte ritornano: novax accusano Ilaria Capua di traffico internazionale di virus

Cosa che, abbiamo scoperto, continua ad accadere.

Già nel 2014 l’interessata ebbe a dichiarare

«Sono sbigottita, queste ipotesi si basano su errori grossolani che trasformano la realtà», dice al Corriere la scienziata, n primo errore consiste nella confusione tra ceppi virali che emerge dal resoconto pubblicato dall’Espresso. «Si ipotizza che dei virus spediti illegalmente a terzi dall’Arabia Saudita abbiano acceso nel 1999 un focolaio di influenza aviaria nel Nord Italia. Ma si tratta di due virus che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. Quello saudita è del tipo H9N2, l’italiano è H7N1». L’idea che sia stato un campione di virus importato in barba a tutte le norme di biosicurezza a far ammalare i nostri volatili non regge, dunque. Ma è vero che lei e i vertici del suo istituto (lo Zooprofilattico sperimentale delle Venezie) avete stretto accordi illeciti con l’azienda che ha prodotto il vaccino per il virus italiano? «E’ nostro dovere fornire i ceppi alle aziende farmaceutiche che ce li richiedono attraverso i canali ufficiali. L’istituto riceve un rimborso di poche migliaia di euro»

Nel 2017, assolta con formula piena dalle accuse, Ilaria Capua non potè che commentare sulla vicenda

Non siamo un nome e un cognome in un fascicolo e meritiamo rispetto. Basta gogna prima di accertarsi della colpevolezza. Le vite sono vere, a differenza delle fake news

Eppure le Fake News continuano ad esistere. Eppure, nel 2021, novax accusano Ilaria Capua di traffico internazionale di virus, con tanto di apparizioni in gruppi legati alla galassia novax/novax di commenti ingiuriosi rispetto ad una persona del tutto innocente.

Rievocando una grottesca caccia alle streghe nella quale, peraltro, un centro di costo usato per l’acquisto di materiali e reagenti veniva trasfigurato in una società segreta e nella quale Ilaria Capua fu costretta per decenni a difendersi, rinunciando anche alla sua attività politica, per ottenere un’assoluzione negata a piè sospinto dai calunniatori del web.

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