Non è vero che la Bibbia parla della mela dell’Eden

di Shadow Ranger |

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Non è vero che la Bibbia parla della mela dell’Eden: anche se molti testi letterari e opere d’arte successive hanno stabilito che il “frutto proibito” dovesse essere una mela, se vogliamo aprire il libro della Genesi, per essere precisi il terzo capitolo, in esso troveremo solo la menzione al “frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino”, contenente “la conoscenza del bene e del male”

La Tentazione di Adamo ed Eva, Tintoretto

La Tentazione di Adamo ed Eva, Tintoretto

Ovviamente parliamo di un testo dall’elevato contenuto mitologico e metaforico, ancorché un testo importante per i credenti, quindi non è importante la tassonomia del “frutto del bene e del male” ma il concetto dell’Eden, affine a quello di molti altri popoli.

Non è vero che la Bibbia parla della mela dell’Eden

Nella narrazione della Genesi le religioni monoteiste non si distinguono dai miti greci (come l’età d’oro di Esiodo), del Ramayana Indiano e di molte altre mitologie comuni a diverse popolazioni.

C’era un “prima” dove l’umanità viveva in una pace idilliaca e priva di miserie e un dopo, che è il mondo di miseria in cui  si vive ora. Un “Si stava meglio quando si stava peggio” e “Ai miei tempi le cose andavano meglio” a livello sociale e planetario, l’idealizzazione di un passato mitico.

Nelle “Religioni del Libro”, lo spartiacque è il Frutto dell’Eden, nonché la cacciata dell’Umanità.

Frutto dell’Eden che semplicemente era un frutto.

Ma col tempo si sviluppò l’Arte Sacra, mezzo per portare l’insegnamento religioso anche ad una popolazione fortemente analfabeta. I ricchi e sfarzosi disegni nelle chiese, contrariamente a quanto si potesse pensare, non servivano per sola vanità, ma per lo scopo che noi daremmo ai fumetti educativi per i bambini.

Dorè, la Tentazione di Adamo ed Eva

Dorè, la Tentazione di Adamo ed Eva

Ovvero insegnare storie a persone analfabete.

Autori come Rubens e Cranach, ma anche autori italiani come Tiziano e il Tintoretto raffigurarono il frutto come una mela, seguendo le suggestioni dell’epoca. Infatti, nel momento di dover spiegare ad un pubblico di analfabeti l’esistenza del “Frutto del bene e del male” si decise probabilmente di provare disegnandolo come una mela, in modo che memorizzassero l’assonenza “malus-malum”, ovvero “Male/Mela”, come aiuto mnemonico.

Secondo alcune interpretazioni invece non vi fu neppure il gioco di parole: semplicemente si passò da “pomo” come generico frutto a “pomo” come sinonimo di mela, e tanto bastò per dare un  volto al frutto anonimo.

Fu Milton nel celebre “Paradiso Perduto” del 1667 a parlare di “Mature Pome” e Gustav Doré ad immortalarne il mito con le sue celebri illustrazioni.

Di lì la Mela dell’Eden è diventata sinonimo del Frutto dell’Eden, diventando, nella saga di Assassin’s Creed, un misterioso oggetto di enorme potere.

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