Abbiamo letto un interessante articolo di ADNKronos (che cita laleggepertutti) sulle responsabilità penali delle bufale su COVID19. La cosa davvero interessante è che tutti gli esempi di bufale che per l’agenzia stampa possono costituire responsabilità penale del condivisore sono fake news dalle quali vi avevamo messo in guardia più volte noi stessi. Ricevendo nulla altro se non gli insulti, la violenza e l’aggressività dei novax.
Non c’è molto da aggiungere: chi è causa del suo mal, non pianga altri se non se stesso.
Ma andiamo con ordine.
Le bufale comportano responsabilità in capo a chi le condivide.
L’abbiamo sempre detto, e in passato abbiamo dedicato un editoriale ai profili penali delle bufale.
Considerate questo testo un aggiornamento ai tempi della Pandemia.
Cominciate quindi a ricordare quanto dicemmo dell’articolo 656 del vigente Codice Penale, per cui
Chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato [265, 269, 501, 658], con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309.
E come vi ricordiamo, condividere il vostro video su TikTok in cui dimostrate che bollendo le mascherine nel sugo escono i Morgelloni caldi vi comporterà il rischio di risponderne in tribunale anche se andrete a piangere dal giudice che avete solamente ricaricato e ricondiviso un video che ha pubblicato il vostro amico del cuore.
Ogni volta che qualcuno pubblica e diffonde notizie false, scatta il 656, non esiste la “scriminante che io ricondividevo perché lo dice l’amico fidato”. Fatevi furbi.
Cui segue il 658 cp, per gli amici il “Procurato Allarme”, per cui
Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio [358], è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516.
E se non vi spaventano arresti e ammende, preparatevi a mettere mani al portafoglio, perché la responsabilità civile dei danni provocati dalle vostre azioni resta intatta.
Pensate alle infinite minacce e diffamazioni che i novax e affini amano lanciare contro i personaggi più odiati: la diffamazione, sui social, è da sempre equiparata alla stampa a cagione della “pubblicità del mezzo”, perché ragigunge migliaia di persone e tutte assieme.
Oltre quindi alla reclusione fino ai tre anni si rischia di mettere mano al portafoglio per il risarcimento dei danni.
Che spesso sono abbastanza per rimetterci quantomeno casa e automobile.
La cosa “bella” di tutti i titoli di reato sottesi alle fake news è che essi non sono legati a qualità e status della persona.
Agli occhi della legge non importa se tu sia un giornalista o la Sciura Peppa che girando la cucchiara del sugo solleva il suo cellulare con la cover a libretto per diffondere le bufale che le hanno passato nella chat delle mamme.
Le responsabilità penali delle bufale su COVID19 si applicano a chiunque abbia diffuso le fake news cagionando il danno all’ordinamento (e spesso, abbiamo visto, anche a soggetti determinati) evidenziato.
La cosa che colpisce di più del testo sottopostoci è che tutti gli esempi di fake news che comportano responsabilità civili e penali, sottilineo, tutti, li abbiamo affrontati noi in passato.
E siamo stati minacciati e insultati per averlo fatto. Ripubblicheremo qui un indice, preso dall’articolo di ADNKronos e annotato, ricordando di riservarci di sporgere querela alle autorità per ogni minaccia ricevuta, e denuncia per ogni fattispecie criminale procedibile di ufficio sottesa alle bufale.
A differenza dell’originale sul sito di AdnKronos, i link evidenziati nel nostro elenco sono cliccabili e portano alle nostre analisi, o quelle di colleghi.
Più altre raccolte, come quella qui.
Se sui vostri profili avete pubblicato queste bufale, io le toglierei. Poi vedetevela voi: solitamente ogni movimento complottista fa grandi professioni di amicizia quando le cose vanno bene salvo abbandonarvi quando arriveranno i guai.
E non ci sarà bambino di otto anni da incolpare per salvarvi.
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