La dolorosa storia del violinista Henek ad Auschwitz è creata con AI (diffusa da spunte blu)

di Shadow Ranger |

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La dolorosa storia del violinista Henek ad Auschwitz è creata con AI (diffusa da spunte blu) Bufale.net

La dolorosa storia del violinista Henek ad Auschwitz è creata con AI (diffusa da spunte blu), e questo è il riassunto di diverse bufale. Ricostruiamo la catena delle fake news partendo dal post, italiano, che ci è stato segnalato.

Un post che parla del povero violinista Henek, internato nei campi di sterminio, costretto a suonare per coprire le urla degli altri deportati mandati nei forni e consapevole del suo destino.

La dolorosa storia del violinista Henek ad Auschwitz è creata con AI (diffusa da spunte blu)

La dolorosa storia del violinista Henek ad Auschwitz è creata con AI (diffusa da spunte blu)

Un post completamente inventato e ricostruito con l’AI, naturalmente creato sulla base di simili storie dell’Olocausto.

Cosa che non lo rende meno riprovevole, anzi ancor più moralmente deprecabile, dato confermato dall’Auschwitz Memorial Museum.

La dolorosa storia del violinista Henek ad Auschwitz è creata con AI (diffusa da spunte blu)

Abbiamo già parlato della falsa narrazione: che ad un primo impatto presenta una serie di problemi non da poco, evidenziate dai colleghi di Eurovision News Spotlight.

Henek ad esempio è un nome del tutto inventato, una storpiatura del nome Heniek, variante polacca di Enrico. Sarebbe come imbattersi in una bufala dove il protagonista è il pizzaiolo Italiano Marjo Luiggi Spagheto, per capirci.

Inoltre la storia continua con Heniek/Henek che incontra una bambina di tredici anni che gli confessa di essere la prossima condannata alle camere a gas e che per il dolore egli non suonerà mai più nella vita: ma i campi di Sterminio erano segregati per sessi e “Henek” non avrebbe mai potuto andare a suonare davanti ad una sezione femminile.

Infine, c’erano orchestre nei campi di sterminio, ma venivano usate per dare ritmo ai lavori forzati e non per coprire le urla.

Il resoconto di Imagen

Il resoconto di Imagen

Inoltre esaminando la foto di Henek troviamo una serie di anomalie: il personaggio ha delle “manone” da Bigfoot e il suo violino è visibilmente deforme e con sole tre corde.

Una analisi col solito SightEngine dimostra che si tratta di una immagine fake creata da Imagen.

La diffusione della fake news

La fake news è arrivata anche da noi passando per l’account dell’attore, comico e conduttore americano Michael Rapaport, che ha dapprima condiviso e poi cancellato tutto scusandosi e incolpando “la diffusone delle fake news nel mondo artificiale in cui viviamo” e dichiarando di aver condiviso la bufala perché “colpito dai fatti del 7 Ottobre 2023” (l’inizio dell’attuale conflitto Palestina-Israele), quando Hamas colpì civili con un’incursione in territorio israeliano.

A parte che lo shock per un evento mondiale non esime dal verificare, a sua volta Rapaport e gli altri commntatori sembrano aver preso la notizia da almeno un’altra spunta blu.

Spunta blu che, colta sul fatto, ha cancellato il post, che è però stato ripreso dall’account del memoriale di Auschwitz che ha criticato il post con aspre (e meritate) parole.

Pubblicare immagini false di Auschwitz generate dall’intelligenza artificiale non è solo una pericolosa distorsione. Tale fabbricazione manca di rispetto alle vittime e ne mina la memoria. Se vedete post di questo tipo, vi preghiamo di non condividerli. Seguite invece il canale ufficiale @AuschwitzMuseum, dove ogni nome, ogni foto e ogni storia si basano su rigorose ricerche storiche e sul massimo rispetto per la verità.

Abbiamo già visto come essere una spunta blu su X non significhi più da tempo una garanzia della qualità e della veridicità dei contenuti, ma bensì semplicemente la capacità di pagare un canone mensile per aumentare la portata dei propri contenuti.

In particolare l’account in questione, che nella bio si autodefinisce “sionista” è recidivo nell’uso di contenuti alterati dall’intelligenza artificiale.

Analisi della foto della "moglie del soldato"

Analisi della foto della “moglie del soldato”

Tra questi contenuti virali compare infatti la storia virale e acchiappalike di Noah, giovane uomo affetto da Sindrome di Down il cui padre si era rifiutato di autorizzarne l’aborto e che l’aveva educato con grandi sacrifici per farne un magnate e uomo di successo e che ora ricambia la gentilezza prendendosi cura del padre infermo e affetto da demenza senile. Storia, ovviamente, sottoposta a fact checking, smentita e dimostra essere creata con la AI.

Sempre lo stesso account, in tema conflitto Israelo-Palestinese ospita l’altra storiella “feelgood” della sposa Noah (stesso nome, sì) che accetta di sposare un eroico “Soldato Isrealieano ferito a morte dai palestinesi” per onorarne il coraggio.

A latere, la foto della “moglie del soldato” e di Noah figlio devoto sono opera di ChatGPT 4o, versione gratuita del noto sistema di generazione immagini.

Perché non dovreste condividere

Abbiamo visto che la storia è una fake news, una bufala parte di un ricco filone di bufale e mistificazioni. Eppure siamo circondati da commenti che difendono quasi rabbiosamente il diritto a mentire.

In un commento in lingua inglese la fake viene militarizzata e il ricondivisore si lancia in una assurda difesa del suo diritto a mentire equiparando il fact checking stesso all’Olocausto, dichiarando di aver postato una fake perché dimostra che “Dio è ebreo e quindi sconfiggerà tutto il resto del mondo” e spingendosi a dichiarare che smentirlo è “trivializzare la tragedia” e “voler uccidere gli Ebrei”.

Non mi importa se questa storia è vera o meno, perché mostra lo spirito dell'Uomo davanti ad una tragedia dell'Olocausto, trivializzata da persone che vogliono uccidere tutti gli ebrei. Ho una cattiva notizia per voi: gli ebrei sono qui per dire PER SEMPRE, perché anche se il mondo è contro noi il mondo perderà perché Dio è Ebreo!!!

Non mi importa se questa storia è vera o meno, perché mostra lo spirito dell’Uomo davanti ad una tragedia dell’Olocausto, trivializzata da persone che vogliono uccidere tutti gli ebrei. Ho una cattiva notizia per voi: gli ebrei sono qui per dire PER SEMPRE, perché anche se il mondo è contro noi il mondo perderà perché Dio è Ebreo!!!

Un altro commento, in lingua Italiana, dichiara che non gli importa se la notizia è una bufala, potrebbe essere ma che “mostra le condizioni vere”

non importa se è esistito oppure no a parte il fatto che oggi tutto viene negato, proprio a cominciare dal genocidio degli ebrei,perciò non mi stupirei se invece fosse vera, l'importante è che l'immagine raffigura le vere condizioni precarie, impossibili, nelle quali sono state costrette e uccise milioni di persone

non importa se è esistito oppure no a parte il fatto che oggi tutto viene negato, proprio a cominciare dal genocidio degli ebrei,perciò non mi stupirei se invece fosse vera, l’importante è che l’immagine raffigura le vere condizioni precarie, impossibili, nelle quali sono state costrette e uccise milioni di persone

Ma ricordiamo ora le parole del Memoriale di Auschwitz: non chi fa fact checking, ma chi diffonde bufale come queste sta calpestando la memoria e uccidendo più volte le vittime dell’Olocausto.

Ci sono milioni di storie da recuperare, da salvare e qualcuno ha scelto di affidare alla fredda AI un proclama nazionalpopolare dal sapore bellicoso con personaggi inventati.

In un mondo dove è facilissimo accusarsi a vicenda di false flag, sembra ridicolo stringersi di fronte ad una bufala conclamata.

Ma non è ridicolo: è un atto di grottesca violenza che offende vittime reali e condannate all’oblio per fomentare un clima di odio che crea nuove vittime.

Un ultima nota per chi dovesse, nonostante quanto detto sia dai responsabili del Memoriale di Auschwitz che da noi, che “In nome della verità sia lecito mentire”: vi ricordo che il medesimo circuito di spunte blu ricondivise da account social che poi danno legittimità alla bufala è lo stesso usato dalla disinformazione militare Russa dell’Operazione Doppelganger.

Valutate quindi se agire come conclamati inquinatori dell’informazione sia il metodo migliore per “servire una buona causa”.

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