Il (non) mistero del Whatsapp installato nel 1970
Ci segnalano i nostri contatti un video TikTok contenente il presunto mistero del Whatsapp installato nel 1970. Speriamo un meme ironico, idonea prosecuzione della teoria del complotto del viaggiatore del tempo armato di smartphone pronto a riprendere lo scontro tra Tyson e Peter McNeeley il 19 Agosto del 1995.
In realtà anche in questo caso la spiegazione è assai prosaica, e non basta inserire la solita “musica da TikTok”, ovvero Memory Reboot (una traccia syntwave scelta per le sue atmosfere misteriose e retro) per provare l’assunto di un mistero cibernetico e/o spaziotemporale.
Il (non) mistero del Whatsapp installato nel 1970
WhatsApp, come molti programmi, prende la sua data di installazione dal calendario del cellulare.
I cellulari moderni hanno tutti un RTC, Real Time Clock, sistema per tracciare il tempo, che può essere impostato sia con aggiornamento automatico dalla rete radiomobile che da Internet che manualmente, semplicemente inserendo la data e l’ora come si farebbe con una banale radiosveglia e quindi verificando l’ora esatta da un orologio o da un altro dispositivo atto a tracciare il tempo.
Android, sistema usato su un ingente numero di smartphone, è basato a sua volta su UNIX, sistema che per fa partire il suo calendario di base dal 1970 e che richiederà un correttivo equivalente al Millennium Bug non prima del 2038.
Ipotizzando quindi uno smartphone assolutamete privo di configurazione detenuto da un utente impaziente di chattare che come prima cosa, ancora prima di verificare calendario e aggiornamenti di Android decida di non voler fare a meno di WhatsApp si avrà una data di installazione del 1970.
Problema risolto, miei giovani e meno giovani detective.
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