Columbine High School, la drammatica telefonata dell’insegnante Patti Nielson al 911

di Luca Mastinu |

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Columbine High School, la drammatica telefonata dell’insegnante Patti Nielson al 911 Bufale.net

Devo essere pazzo a combattere questa guerra; devo essere fuori di testa. Come può un soldato fermare tutti questi mostri? Ci deve essere un modo, là fuori, che non coinvolga la potenza di fuoco. È semplicemente troppo, tutto è morte e distruzione. È inutile, non c’è modo, nessun modo.

Così Eric Harris si esprime in un compito in classe, un lavoro che l’insegnante definisce “raccapricciante” ma che è certamente utile per ricostruire, senza alcuna pretesa, quel mondo che esplode nella sua testa. Ciò di cui oggi riportiamo solamente un contenuto – parlare di ogni dettaglio sarebbe enciclopedico – è raccontato con spessore accademico nella tesi di laurea Ricostruzione di una strage di Alice Castiglioni. La candidata sottolinea l’importanza della data del 20 aprile: è il compleanno di Adolf Hitler.

Nel 1999 Eric Harris ha 18 anni, la stessa età del suo amico Dylan Klebold. Nel seminterrato di Harris ci sono dei nastri che la stampa definirà Basement Tapes – I nastri del seminterrato, per l’appunto – un cui vediamo Eric e Dylan lanciare invettive feroci contro “neg*i”“ebrei”, fino a chiedere scusa ai loro cari per ciò che andranno a fare la mattina del 20 aprile.

Quei bravi ragazzi bianchi

La pianificazione del massacro è tutta negli appunti di Klebold, che per l’orario delle 11:10 scrive “Ahahahah”. Alle 11:10 del 20 aprile 1999, infatti, Eric Harris e Dylan Klebold arrivano nei parcheggi della Columbine High School. Ci saranno 15 morti, 13 per le famiglie che non vogliono inserire in quel terribile bilancio i due “bravi ragazzi bianchi”, come scriverà Vittorio Zucconi su Repubblica per sottolineare che gli assassini sono ben lontani dallo stereotipo dell’emarginato straniero vomitato da un ghetto. Eric e Dylan, infatti, rivolgeranno infine le armi contro loro stessi per chiudere quel massacro con il loro sacrificio.

Uno dei momenti più terribili della strage alla Columbine High School è il massacro all’interno della biblioteca. Lì c’è Patti Nielson, un’insegnante, che ha visto con i suoi occhi uno degli assassini. In quella biblioteca e nelle stanzette adiacenti ci sono 52 studenti. Patti ha il difficile compito di mantenere la lucidità e tenere calmi gli studenti, comprensibilmente terrorizzati.

La telefonata di Patti Nielson al 911

Alle 11:25:05 Patti Nielson chiama il 911. Ecco la trascrizione completa, tradotta in italiano dalla lingua inglese:

– 911 Contea di Jefferson
– Sì, sono un’insegnante della Columbine High School. Qui c’è uno studente con un’arma. Ha sparato contro una finestra. Credo che uno studente… ehm ehm ehm… sono stata…
– Columbine High School
– Ehm… non so se sia, non so cosa c’è sulla mia spalla, se sia qualche pezzo di vetro che ha scagliato o altro
– Okay
– C’è qualche ferito, signora?
– Sono… sì! Sì!
– Okay
– Sì, e nella scuola c’è il panico e sono nella libreria. Ho… Ragazzi, giù! Sotto i tavoli! Le teste sotto i tavoli! I ragazzi stanno gridando e i docenti stanno cercando di gestire la situazione. Abbiamo bisogno della polizia.
– Okay, la stiamo mandando
– Vi prego fate presto!
– Chi è lo studente, signora?
– Non so chi sia lo studente
– Okay
– Fuori ho visto uno studente, ero nel corridoio. Oh Dio! Ero di servizio nel corridoio. Ho visto un fucile, ho detto: “Che succede là fuori?”. Pensavo che si trattasse delle riprese per un video, probabilmente per un concorso. Non so se sia una buona idea. Ho camminato verso l’esterno per vedere cosa stesse succedendo. Lui ci ha puntato l’arma contro e ha sparato. E mio Dio, è andata giù la finestra. E il ragazzo che si trovava insieme a me, penso sia stato colpito.
– Okay
– Ho qualcosa sulla spalla
– Okay, i soccorsi stanno arrivando signora
– Okay. Oh Dio
– Stia in linea con me
– Oh Dio! Ragazzi, state giù!
– Lui dove si trova, sa dirmelo?
– Mi scusi?
– Sa dove si trova?
– Okay. Io sono nella biblioteca, lui è al piano di sopra, è là fuori.
– Lui è fuori?
– Fuori, nel corridoio
– Fuori nel corridoio o fuori?
– Nel corridoio
– Okay
– Stanno suonando gli allarmi, c’è fumo. Oddio! Sta entrando del fumo nella stanza
– Okay
– Qui ho i ragazzi nascosti sotto il tavolo. Non so cosa stia succedendo nel resto dell’edificio
– Okay, c’è anche fumo nell’edificio
– Non lo so, sono sicura che qualcun altro stia chiamando il 911
– Sì, abbiamo tante persone in linea. Okay. Voglio solo che lei rimanga in linea con me, abbiamo bisogno di sapere cosa succede
– Okay
– Okay?
– Sono sul pavimento
– Okay, i ragazzi sono con lei?
– Nella biblioteca, e tutti gli studenti della biblioteca sono sul pavimento, e… ragazzi state per terra!
– Esiste un modo per bloccare la porta?
– Ehm… il fumo sta venendo da lì (sparo), l’arma si trova proprio fuori dalla porta della biblioteca. Okay! Non credo che uscirò fuori
– Okay, siete alla Columbine High School?
– Ho tre ragazzi
– Okay
– Sto…
– Sì
– … andando a chiudere la porta per bloccarla, okay? Ho i ragazzi per terra, ehm… ho tutti i ragazzi in biblioteca.
– I paramedici, i vigili del fuoco e la polizia stanno arrivando, okay signora?
– Okay, okay. Sì. Non posso credere che sia là fuori. Continua a sparare e a sparare.
– Okay, abbiamo un ufficiale di polizia sul posto. Continui a provare a tenere calmi i ragazzi
– Sì
– Non c’è un modo per bloccare la porta per evitare che qualcuno entri?
– No
– Okay
– Sì, immagino che posso provare ad andare, ma è come se lui fosse proprio di fronte alla porta. Ho paura
– Va bene così
– È lì che si trova, ho paura di andarci
– Va bene così
– Okay, ho detto ai ragazzi di mettersi per terra. Ho detto… tutti per terra sotto i tavoli… ehm… sì, sono sotto i tavoli, e io… ho cercato di mantenere la calma, Nessuno sta fiatando.
– Okay, per quanto possiamo fare teniamo tutti calmi
– … qualcuno… Sento qualcuno che grida proprio adesso.
– Sì, abbiamo gli allarmi in funzione
– Sì, ci sono gli allarmi. Questa stanza è piena di fumo
– Okay. Faccia stare tutti per terra
– Sì, sì, tutti… sono tutti per terra. Tutti per terra, sotto i tavoli. Ehm… Non so, io…
– Lo so, signora
– Non so, non ho… ho detto. “Che è successo al ragazzo?”, era fuori in quel momento. E… e… e… ehm… Ero in servizio nel corridoio. Oddio. Faceva come: “Woo, woo, woo” mentre veniva fucilato. Non so chi fosse lo studente, non so nemmeno… l’ho visto, vestiva di nero. Sembrava grande. Ehm, studente maschio. Ehm, era lì fuori che sparava. Era come se… fuori sparasse e qualcuno chiedesse: “Che è successo?”.
– Mh mh
– Ho detto: “Che sta succedendo là fuori?”. Un fucile con cappuccio, forse girano un video, sa, loro fanno di questi video
– Giusto
– No, non lo è. Sa, una pistola giocattolo, un vero fucile. Stavo per andare fuori e dire “no” e… (sparo). Mio Dio! Questo era vicino!
– Okay
(sparo) (sparo) (voce di Eric Harris) [Patti sussurra] Oddio, ho tanta paura. Penso che sia nella biblioteca.
– Come si chiama signora?
– [sussurra] Sono Patti
– Patti?
– [sussurra] Sta gridando: “Tutti in piedi”. È nella biblioteca, sta sparando a tutti
– Okay. Ho lui nella biblioteca che spara agli studenti e… la signora nella biblioteca ce l’ho al telefono. Okay. Okay, cerchi di tenere più persone possibili sul pavimento. Ha idea di chi sia?
– Non l’ho visto
– Okay
– Penso di essere ferita
(spari)

Come si evince, Patti assiste impotente al massacro che si sta compiendo proprio di fronte ai suoi occhi. Harris e Klebold costringono gli studenti ad alzarsi, li umiliano e li uccidono. Alle 12:05, circa, dopo aver seminato il terrore in altri locali della Columbine, Harris e Klebold ritornano nella biblioteca e si suicidano. Il primo si fa esplodere il cranio con il suo fucile, il secondo si spara alla tempia con la semiautomatica. Patrick Ireland, sul pavimento della biblioteca in stato di semi-incoscienza, riferirà che quella di Klebold è stata una lunga agonia.

Dopo il massacro della Bath School, quello della Columbine è uno dei capitoli più cupi della lunga storia dei mass shooting negli Stati Uniti.

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