BUFALA 38 malati di Ebola a Genova pronti al ricovero – bufale.net
Ci segnalano i nostri contatti di aver ricevuto in condivisione sulle loro bacheche un testo titolato “Ebola, Liguria si prepara a ricevere 38 infetti”.
Il titolo è decisamente “caricato” rispetto al pezzo, così tanto da modificarne il senso. Infatti il brano originale riporta le seguenti parole:
Genova – Anche in Liguria, con il susseguirsi dell’arrivo di clandestini targati Mare Nostrum (ora Frontex Plus), è stata attivata la rete di emergenza per limitare l’impatto di una possibile diffusione del virus Ebola.
Lo rende noto l’assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, che ha trasmesso a tutte le strutture sanitarie liguri il documento sul virus e la sorveglianza che deve essere attivata.
«Anche gli operatori del triage in pronto soccorso – spiega Montaldo – sono stati preparati con le domande giuste da porre a pazienti con febbre alta e sintomi sospetti». Le ‘domande’ ci paiono una prevenzione un poco demenziale, rispetto ad un virus come Ebola:
In Liguria sono stati individuati 38 posti letto idonei a garantire adeguate condizioni di ricovero (13 al San Martino, 2 al Galliera, 13 a Sanremo, 3 al Gaslini, 3 a Savona e 3 alla Spezia).
Il senso è del tutto diverso. Siamo al 28 agosto, quando l’allarme Ebola bussava alle nostre coste e, comprensibilmente, l’Assessore Montaldo, senza peraltro dichiarare alcuna emergenza, aveva già predisposto delle misure preventive, che, per natura di cose, vengono sviluppate e sottoposte a prova quando l’emergenza non vi è ancora.
Già infatti il 31 Agosto dello stesso mese sulla pagina dalla quale questo appello viene tratto compariva questo commento:
La notizia è scorretta, in quanto la Liguria si è attivata per la prevenzione nel caso in cui cittadini che possono aver avuto contatti con infetti nei 21 giorni precedenti e necessitino di controlli possano trovare un luogo predisposto e personale qualificato una volta tornati in Italia. I clandestini non c’entrano nulla.
Il testo infatti si presenta come un rescritto, abbreviato e con aggiunti riferimenti all’immigrazione, di un altro articolo, sempre datato 28 agosto 2014, comparso sul Secolo XIX. In grassetto, le parti in comune
Genova – È stata attivata la rete di prevenzione del rischio legata all’eventuale arrivo sul territorio di persone provenienti dai Paesi in cui è diffuso il virus ebola.
Lo rende noto l’assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, che ha trasmesso a tutte le strutture sanitarie liguri il documento sul virus e la sorveglianza che deve essere attivata, elaborato dal settore prevenzione del dipartimento salute della Regione Liguria, con la partecipazione dei clinici delle discipline interessate.
«La probabilità di importare il virus nel nostro Paese e di conseguenza in Liguria è molto bassa – dice l’assessore Montaldo – Tuttavia è necessario prevedere tutte le misure necessarie per affrontare un eventuale caso».
La febbre emorragica si trasmette attraverso il contatto con sangue, secrezioni o altri fluidi biologici, tessuti e organi di pazienti infettati viventi o deceduti.
L’incubazione può andare dai 2 ai 21 giorni (in media 5-7 giorni), a cui seguono manifestazioni cliniche come febbre, debolezza profonda, cefalea. I fenomeni emorragici, sia cutanei sia viscerali, compaiono in genere al sesto-settimo giorno.
Si tratta di sanguinamenti prevalentemente a carico del tratto gastrointestinale e dell’apparato respiratorio. Per questo sono state studiate misure di controllo per tutti coloro che hanno soggiornato in Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e Congo nei 21 giorni precedenti o per coloro che hanno avuto un contatto casuale con un probabile (o confermato) malato oppure un contatto stretto con un caso probabile o confermato.
È previsto l’invio a domicilio di informazioni sui segni e sintomi a cui prestare attenzione nei 21 giorni successivi al rientro, inoltre i medici consultati dovranno segnalare i soggetti all’Asl di competenza e al centro di coordinamento della rete infettivologica regionale. In questo modo si formerà un database con classificazione di eventuali casi e le informazioni anagrafiche.
«Anche gli operatori del triage in pronto soccorso – spiega Montaldo – sono stati preparati con le domande giuste da porre a pazienti con febbre alta e sintomi sospetti».
In Liguria sono stati individuati 38 posti letto idonei a garantire adeguate condizioni di ricovero (13 al San Martino, 2 al Galliera, 13 a Sanremo, 3 al Gaslini, 3 a Savona e 3 alla Spezia).
I provvedimenti adottati dalla Regione Liguria riguardano anche la gestione della protezione e della sicurezza del personale sanitario.
Noterete come le parti assenti e/o diverse, in semplice corsivo nel testo, facciano esplicitamente riferimento, come nel commento pubblicato alla nota voxnews, ad individui di nazionalità italiana giunti a Genova, sede aereoportuale quindi punto di arrivo e partenza di turismo nei paesi colpiti, quali le misure di controllo per tutti coloro che hanno soggiornato in Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e Congo nei 21 giorni precedenti o per coloro che hanno avuto un contatto casuale con un probabile (o confermato) malato oppure un contatto stretto con un caso probabile o confermato o, ancora più pregnante, l’invio a domicilio di informazioni sui segni e sintomi a cui prestare attenzione nei 21 giorni successivi al rientro, inoltre i medici consultati dovranno segnalare i soggetti all’Asl di competenza e al centro di coordinamento della rete infettivologica regionale. In questo modo si formerà un database con classificazione di eventuali casi e le informazioni anagrafiche , enfasi sulle parole rientro (di sicuro non immigrazione) e segnalazioni alle ASL di competenza, che, per eventuali migranti, sarebbe inequivocabilmente la stessa ASL di Genova.
Potevamo già escludere dal testo dell’articolo che si parlasse di 38 casi accertati di Ebola in Italia: possiamo ora escludere del tutto che Montaldo parlasse unicamente ed esplicitamente di rischi dovuti all’immigrazione.
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