Ucrainofobia: Russofono lancia bambino ucraino da un ponte

di Bufale.net Team |

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Ucrainofobia: Russofono lancia bambino ucraino da un ponte Bufale.net

La guerra genera mostri, anche se ci si sforza di mascherarla da “operazione speciale”. Spesso torna tra le accuse rivolte da Putin e dai suoi sodali all’Occidente la presunta “russofobia”, ovvero la teoria secondo cui l’Occidente odierebbe e invidierebbe la Russia.

Ucrainofobia: Russofono lancia bambino ucraino da un ponte

Ucrainofobia: Russofono lancia bambino ucraino da un ponte

Dopo quanto segnalato dalla rivista tedesca Die Welt bisognerà invece cominciare seriamente a domandarci se la propaganda filorussa non abbia invece creato una fortissima Ucrainofobia che non guarda in faccia neppure i bambini

Ucrainofobia: Russofono lancia bambino ucraino da un ponte

Siamo a Einbeck, in Bassa Sassonia, dove un gruppo di bambini Ucraini sta giocando, parlando in Ucraino con le voci squillanti e rumorose tipiche dei bambini.

Uno sconosciuto Russofono, di età compresa tra i 40 e i 45 anni (in Ucraina si parlano entrambe le lingue) si avvicina ai ragazzini, intimando loro con fare evidentemente alterato di smettere di parlare Ucraino e parlare Russo, come lui.

Non ottenendo obbedienza, strappa i capelli di una bambina urlando che il popolo Ucraino ha “causato la guerra” e, afferrato il piccolo decenne, l’ha lanciato oltre una ringhiera, giù da un ponte, causandogli ferite alla testa ed al piede.

Non contento, vedendolo riverso in terra, prima di scappare ha lanciato al piccolo una bottiglia, ferendolo alla spalla.

L’evento è avvenuto sabato 26: il russofono è ancora ricercato dalle autorità.

Il bambino non ha riportato ferite gravi ed è stato fortunatamente dimesso.

A questo punto dobbiamo seriamente pensare alla propaganda filorussa, evidente in iniziative come l'”operazione Doppelganger”, ovvero la creazione di falsi articoli di giornale e la diffusione di notizie alterate su Telegram per demonizzare l’Ucraina stessa come una fonte di pericolo.

E combatterla prima che il prossimo “istigato” non si limiti a mandare un bambino in ospedale.

Foto di copertina: Einbeck, Wikimedia Commons

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