Editoriale

Rapporto IDMO di ottobre: la normalità negata, l’infodemia bellica

Dopo il rapporto EDMO, è pervenuto il rapporto IDMO di ottobre, legato quindi al Fact Checking Italiano. Vi avevamo già anticipato alcuni dei risultati sull’analisi del fact checking in Europa.

Possiamo confermare che il microcosmo Italiano, con qualche differenza locale, riflette il macrocosmo europeo. Le fonti russe sono tornate all’attacco, complice l’intensificarsi dei bombardamenti russi e i tentativi delle precitate di giustificarle.

Rapporto IDMO di ottobre: la normalità negata, l’infodemia bellica

Le #fontirusse sono ormai un gioco prettamente ciclico: dalle “fabbriche dei troll” (di cui abbiamo parlato a settembre) del Cremlino partono i tentativi di “nobilitare” le brutalità del conflitto, anche per mezzo della creazione di veri e propri “debunker alternativi”, nostre “presunte controparti” di un mondo alla rovescia che in realtà non esistono neppure se non come ologrammi, fantasmi del potere pronti a urlare che noi occidentali mentiamo e che la verità è menzogna.

Rapporto IDMO di ottobre: la normalità negata, l’infodemia bellica

“Debunker di stato” spesso armati, come abbiamo avuto modo di vedere nell’esame del rapporto europeo di veri e propri profili riciclati. Un canale dedito agli “avvistamenti ufologici” coi soliti video sfocati in stile “Gnomo Armato di Ascia” su Mistero in questi mesi si è “riattivato” come “canale di fact checking” con video non meno manpolati e non meno irreali.

Ma il cerchio dicevamo torna sempre al punto di partenza: le troll farm danno il via, account di “fan di Putin”, spesso fomentati da improbabili blandizie come finte lettere dello “Zar di tutte le Russie” che promette ai suoi fedeli ricchezza e libertà dai fantasmi allucinati del complotto ci mettono del loro, e completamente gratis, e le “fonti russe” rilanciano trionfali, attingendo da trolling, piaggeria e complottismo.

All’aumento di passo della guerra corrisponde un aumento di passo dell’infodemia.

La narrazione infodemica

Bisogna spingere quindi una narrazione che eclissi gli orrori della guerra. E le Fonti Russe ne hanno scelta una. Quella per cui gli ucraini sono nazisti per natura, malvagi e le “Nazioni Grandi” del mondo sono in realtà la resurrezione del Reich nazista tutte unite nel voler annientare il popolo Russo, riducendolo alla fame ed alla vessazione con “ingiuste” sanzioni, la NATO è un “impero del male” guerrafondaio che dispone di armi di distruzione di massa da usare contro le nazioni povere o filorusse (arrivando a postulare un uso massiccio della MOAB in diversi campi di battaglia quando è noto che sia stata usata solo una volta contro un bunker Talebano) e Putin un eroico Messia Salvatore che prende il posto di Trump e del Patriota Q come capo e ispiratore di tutti i “guerrieri” antisistema e antikasta.

Una narrazione grottesca che non fosse per la sua efficacia. Tornano anche i personaggi inventati: “Erik Olsen” passa da “Ammiraglio Occidentale NATO” al comando di improbabili eserciti di supersoldati e stregoni nazisti a “investigatore che ha scoperto la False Flag del North Stream e per questo è stato ucciso da api ammaestrate”.

Tra le quattro fake news più diffuse in Europa, ben tre le abbiamo viste da noi. La fake news del citato Eirk Olsen, l’ennesima bufala di Zelensky codardo fuggitivo scappato da Kiev dinanzi alla potenza di Putin e il grande ritorno delle bufale sui vaccini, fomentato dalle dichiarazioni sull’efficacia sterilizzante e da manifestazioni gravi rilanciate da diversi profili novax.

In sintesi torniamo ad una stabilizzazione delle troll farm Russe e del loro grottesco “fact checking alternativo”, basato su profili dediti alla diffusione seriale di fake news presentati come il “vero debunking” contro i “falsi fact checker” occidentali, al gran ritorno del tema dell’immigrazione e dei vaccini.

Il ritorno dell’infodemia pandemica

Anzi, possiamo dire che il tema pandemico non è mai del tutto andato via. Fomentato dalle dichiarazioni sull’efficacia sterilizzante e da manifestazioni gravi rilanciate da diversi profili novax, il complottismo antivaccinista vede anche esso una stabilizzazione da noi, fondendosi al tema dell’ambiente.

A colpi di finti rapporti ISTAT e improbabili sequel della fallimentare “Norimberga 2” anche la narrazione nostrana descrive vaccino e tutela dell’ambiente con toni da “programmazione neurolinguistica”.

Il tentativo di associare ai due temi connotazioni negative in modo che le stesse si trasferiscano alle parole e ai concetti. In questo caso creando l’idea dei Poteri Forti Occidentali che vogliono renderci schiavi dei vaccini e spingerci a razionare le nostre ricchezze, opposte ad una Russia “impero del bene” che promette a chi si inginocchierà alla volontà di Putin libertà dai vaccini e gas da scialare liberamente e automobili dal consumo di benzina pari a quello di un DC-9.

Le differenze locali

Ovviamente, sul suolo Italiano abbiamo visto due filoni primari di bufale che l’hanno fatta da padrone. Le bufale a tema politico, rinforzate dall’insediamento di un nuovo governo e dalla pessima abitudine consolidata del brandire le fake news come mezzo di lotta e aderenza politica, e l’acchiappaclick ad ogni costo.

Abbiamo quindi visto il ritorno in grande stile delle foto modificate in Photoshop: un “selfie” antelitteram del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prelevato da un suo sito in età giovanile, alterato per comprendere simboli nazifascisti, ma anche una foto del ministro Fontana malamente fotoritoccata e gettata in pasto alla controparte politica sui social.

Fontana vittima peraltro di un video montato ad arte con tanto di “jumpscare”, taglio tattico per modificare il senso delle frasi e creare timore, rilanciato da “spunte blu” illustri.

Infine il vero e proprio “caso social” del mese, ovvero il presunto avvelenamento a Gubbio diventato grottesca leggenda metropolitana.

Clicca qui per scaricare il report Idmo di settembre 2022 / Clicca qui per leggere l’articolo di approfondimento sul sito di Idmo

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