Morto Leiji Matsumoto, creatore di Capitan Harlock

di Bufale.net Team |

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Morto Leiji Matsumoto, creatore di Capitan Harlock Bufale.net

Questo 2023 ci prende alla sprovvista con una notizia che colpirà i fan dell’animazione: è morto Leiji Matsumoto, amatissimo autore di opere come Capitan Harlock, Galaxy Express 999, la Corazzata Spaziale Yamato e la Regina dei Mille Anni.

Morto Leiji Matsumoto, creatore di Capitan Harlock

Morto Leiji Matsumoto, creatore di Capitan Harlock

Decenni prima che il concetto stesso di crossover fosse popolarizzato, Matsumoto aveva creato un universo narrativo condiviso e coeso, più volte rivisitato, in cui tutti i suoi personaggi convivevano assieme in un universo senza fine, visto in diversi punti del tempo, dello spazio e della sua evoluzione, legate tra di loro da rapporti umani, spesso anche di parentela diretta, che costituiscono la cifra della sua opera.

Morto Leiji Matsumoto, creatore di Capitan Harlock

Matsumoto è morto il 13 Febbraio, ma l’estremo riserbo in cui, nonostante le sue pubbliche interviste, ha preferito vivere tutta la sua vita ha fatto in modo che la notizia arrivasse alla stampa solo sette giorni dopo, il 20.

L’autore è nato l 25 gennaio 1938 nella citta’ di Kurume, nella prefettura di Fukuoka, e comincia i suoi passi nel mondo del fumetto non già con Capitan Harlock, ma vincendo un concorso per esordienti col fumetto “Le avventure di un’ape”, nel quale getta le basi di alcuni dei temi forte della sua narrativa.

Nel suo primo fumetto descrive un forte amore per l’ambiente, il bisogno umano di creare connessioni e prendersi cura del prossimo, il viaggio come occasione di crescita e maturazione e la vita stessa come viaggio che porta da un’infanzia in cui essere accuditi e amati ad un’età adulta in cui accudire, difendere e amare.

Passerà poi a “Otoko Oidon” (mai tradotto da noi, traduzione possibile sarebbe “Io sono un Uomo”), storia di un “ronin” moderno, ovvero uno studente che, finito il liceo ma non ancora iscrittosi all’Università, cerca di guadagnarsi da vivere fino al momento di passare l’esame di ingresso. Da notare come il protagonista, Noboita Oyama (ripetente che ha fallito il primo tentativo di ingresso all’Università, ed ora vive un’esistenza disordinata e povera, deriso per i suoi modi inurbani e la sua miseria) ha le fattezze e i modi del futuro Masai (Tetsuro in originale), protagonista di Galaxy Express. Un ragazzetto dall’aria insignificante e dai modi grezzi, destinato a crescere in coraggio e umanità.

Poco tempo dopo, nel 1974, Matsumoto comincerà a lavorare al suo Universo, con “La Corazzata Spaziale Yamato”, opera in cui l’ultima speranza di una Terra morente giace in un gruppo di coraggiosi astronauti che viaggiano tra le stelle con un’astronave ottenuta dai rottami della Corazzata Yamato, orgoglio della Marina Giapponese distrutta nel Secondo Conflitto Mondiale e ricreata non più come mezzo di morte ma come strumento di vita e speranza.

Comincerà un amore per le stelle che Matsumoto non ha mai perso, coi citati “La Regina dei Mille Anni” (1980), “Capitan Harlock” (1977), “Galaxy Express 999” (1977), tutti adattati in animazione entro un anno dalla loro pubblicazione e un intero universo di opere ambientate nello stesso mondo o che riprendono le opere precedenti sotto nuovi aspetti.

Memorabile un video musicale per il gruppo Daft Punk, Interstella 5555, vera e propria “Space Opera” legata ad un gruppo musicale dello spazio rapito da un imprenditore terrestre per lanciare la sua musica.

Le tematiche

Non è un caso che Matsumoto abbia scelto di porre nello stesso universo del pirata spaziale Capitan Harlock la storia di una “ferrovia galattica” in grado di portare i suoi passeggeri tra pianeti e mondi lontani.

Sin da “Le avventure di un’ape” Matsumoto abbiamo visto considerava il viaggio stesso, infinito e senza meta, una metafora della vita. Nel suo mondo tutti i personaggi sono connessi, e tutti i personaggi sono chiamati a prendersi cura l’uno dell’altro, senza eccezioni.

Sia Masha (Maetel in originale), che Masai (Tetsuro in originale) sono legati ai personaggi di altre opere: Masha è la sorella di Esmeralda, amica e compagna di battaglia di Capitan Harlock e compagna del defunto Tochiro, creatore della nave/astronave pirata Arcadia, ed entrambe figlie della “Regina dei Mille Anni”, un tempo buona e generosa come le figlie, ora tiranno di un Impero Meccanico a cui è consentito agli uomini raggiungere l’immortalità grazie a corpi meccanici diventando “ingranaggi nella macchina dell’impero”, spesso letteralmente (ancorché con un evidente livello metaforico).

Masai riceve in dono da Masha, diventata sua guida e figura materna, proprio il mantello e la pistola che furono di Tochiro (evidentemente ricevuti dalla sorella) affinché gli oggetti fossero utili ad un ragazzo valoroso nel suo viaggio per diventare adulto e realizzare di non aver bisogno di un corpo meccanico invincibile per realizzare se stesso, ma solo del coraggio di attraversare il vasto mondo imparando da esso.

È con Capitan Harlock che l’iniziale pessimismo in cui Masai si ritrova a conoscere i mali che affliggono l’umanità, ma da spettatore, diventa desiderio di riscatto.

In tutte le incarnazioni del mito Capitan Harlock è un ribelle, un pirata che scontento di una Terra ormai decadente e governata da tiranni oppressivi di varia natura, parte per il cosmo con un vero e proprio veliero pirata combattendo giorno dopo giorno per la sua libertà e la libertà di tutti.

In una memorabile intervista a Lucca Comics&Games Matsumoto aveva avuto modo di spiegare con semplicità un tema che unisce tutto questo: alla domanda se vi fosse bisogno di personalità forti come Harlock, Matsumoto non potè che rispondere con un esempio ispirato a recenti fatti astrologici.

Partendo dalle ipotesi paracomplottistiche di mondi lontani ed estinti su Marte, lui che aveva creato interi mondi, non poté ricordare che anche nella sua opera sono descritte civiltà spesso gloriose, spesso avanzate, che si spengono quando i loro abitanti cessano di prendersi cura del loro mondo e del loro prossimo.

Prendersi cura del proprio mondo, prendersi cura dell’altro: questo è quello che potrebbe per Matsumoto renderci eroi. Una consapevolezza nata dall’aver vissuto la guerra e il suo effetto più brutale, il profondo egoismo

Sono stato influenzato dalla storia perché l’ho vissuta in prima persona. Io, insieme alla mia famiglia, ho vissuto dei momenti tragici, ho visto la morte e la guerra. È da quelle esperienze che ho compreso la necessità di restare uniti di fronte a certe tragedie. Forse il fatto che le nuove generazioni non sentano questa necessità deriva dal non aver vissuto in prima persona quelle esperienze. L’esperienza rende consapevoli, non avendole vissute non possono capire. Io invece ho visto ragazzi della mia età morire a causa della guerra

Un altro tema è, naturalmente il viaggio. Un viaggio costante e senza fine: la Ferrovia Galattica non si fermerà mai, Capitan Harlock non ha mai smesso di viaggiare “tra pianeti sconosciuti”, nessuno dei personaggi di Matsumoto ha mai fermato il suo viaggio.

E neppure Matsumoto l’ha mai fatto: quasi nessuna delle opere da lui disegnate ha un definitivo “finale”, e quelle che ne hanno uno sono sempre state rivisitate, rimaneggiate, ritoccate.

I miei personaggi possono essere considerati come parte di un’unica grande opera. Posso dire di essere cresciuto insieme ai miei personaggi, visto tutto il tempo passato assieme. Proprio per questo non intendo porre la parola fine alla mia opera, perché per me significherebbe essere io stesso prossimo alla fine

Ha riferito lui stesso in quell’intervista, e ora la fine di quel viaggio è arrivata.

Le ultime parole

La figlia, Makika, ha riportato così il testamento spirituale del padre

“Il ‘mangaka’ Leiji Matsumoto ha intrapreso un viaggio verso il mare delle stelle il 13 febbraio 2023. (…) Diceva sempre: ‘Ci rivedremo in quel luogo dove le ruote del tempo si incrociano’. Noi crediamo in quelle parole e attendiamo con ansia quel giorno”, ha scritto Makiko nell’annuncio della morte.

Con riferimento alla cognizione del tempo e dello spazio nelle sue opere, dove la fine non è mai la fine di tutto, ma l’occasione di nuovi incontri.

Matsumoto lascia alle sue spalle anche la moglie Miyako Maki, rispettata autrice di fumetti per fanciulle e creatrice di “Licca-chan” (la “Piccola Licca”), bambola dalla fama pari in Oriente alle Barbie occidentali.

Non a caso uno dei temi più importanti della sua opera, relativo al tema delle connessioni, erano l’amore e l’amicizia: Capitan Harlock era pronto a combattere con tutte le sue forze contro l’impero più oppressivo, ma avrebbe sempre aiutato un amico e onorato il sentimento di due persone pronte ad amarsi sinceramente e profondamente, come Tochiro ed Esmeralda (e, in almeno una delle versioni del mito, Tochiro è morto proprio così, dando la vita perché Esmeralda e, in alcune versioni, la loro figlia, potessero vivere nell’universo che sognava di vedere in pace).

Ora che Matsumoto riporta “Oltre le ruote del tempo”, diventa logico il suo testamento: è ora il momento di posare la penna e partire per l’ultimo viaggio, aspettando i suoi cari e sperando che qualcuno viva i temi a lui cari.

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