Il caso del Turismo bellico a Gaza
Ci segnalano qualcosa che bufala non è, ma caso mediatico, quindi pubblicato nella rubrica ormai sempre più nutrita del “caso della settimana”. Tale è del resto la natura dei Social, sempre pronti a captare il caso del momento.
Parliamo di un annuncio apparso su Tripadvisor, sito di recensioni quindi aggregatore di servizi terzi: annuncio, apparentemente non il solo, che promette per la somma di 820 euro circa per un gruppo di cinque adulti in un tour di 24 ore, la possibilità “di assistere in prima persona e ricordare gli eventi e gli orrori del 7 ottobre al confine di Gaza”
Il caso del Turismo bellico a Gaza
Nonostante l’organizzazione assicuri che il tour è “volto a diffondere speranza nell’area della busta di Gaza mentre lottano per ricostruire le loro comunità e l’economia” (citazione testuale), c’è già chi critica l’iniziativa parlando di “disumano e inaccettabile” assistere al massacro di un popolo (citazione altrettanto testuale), nonché di “macabro turismo dell’orrore”, come ha fatto la stampa svizzera evidenziando simili iniziative nei numerosi focolai di guerra che infiammano il Medioriente.

Il caso del Turismo bellico a Gaza
C’è solo, a questo punto da chiedersi quantgo sia opportuno e se sia davvero utile per l’economia come proposto: intanto Tripadvisor ha bloccato le recensioni a causa di un evento recente che ha attirato l’attenzione dei media.
Traducendo dal linguaggio tecnico, bloccato le recensioni per una “sh*tstorm”, ovvero un afflusso di critiche anche feroci arrivate mediante lo strumento delle recensioni.
Le recensioni rimaste (curiosamente ma non troppo tutte positive), parlano di preservazione della “conoscenza” e informazione su “cosa stia avvenendo a Gaza”, ma ovviamente a questo punto stiamo sentendo una sola delle due campane.
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