Nessun mese in più di vacanze: smontiamo la bufala d’autunno
L’ autunno, porta con sé anche un vento di novità, secondo una notizia di poche ore fa che abbiamo scovato casualmente.
Avevate già riposto infradito e valigia in soffitta? Bene, lasciatele pure lì, perché No, non è stato introdotto nessun secondo mese di ferie obbligatorio. Vediamo di fare chiarezza.

Nessun mese in più di vacanze: smontiamo la bufala d’autunno
Sì, lo sappiamo: stavolta la notizia fa gola a tutti, perché chi non sognerebbe un mese in più di ferie pagate?
Peccato che sia solo l’ennesimo titolo acchiappa-click. In realtà non c’è nessuna nuova norma che regali vacanze extra a tutti i lavoratori.
E senza nemmeno troppa fatica, basta andare oltre l’incipit per scoprire che il discorso si sposta su tutt’altro: ciò che è stato approvato, infatti, non ha nulla a che vedere con le ferie degli italiani, ma riguarda la Legge 106/2025, promulgata il 18 luglio e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio 2025.
Che cosa cambia davvero:
La norma riguarda una platea ben precisa di lavoratori, cioè coloro che sono affetti da malattie oncologiche, invalidanti o croniche, con un grado di invalidità pari o superiore al 74%. Per queste persone è stato introdotto il diritto a richiedere un periodo di congedo, che può arrivare fino a ventiquattro mesi complessivi, anche frazionati, durante i quali il posto di lavoro viene conservato. Questo congedo, però, non è retribuito e non vale ai fini dell’anzianità di servizio o pensionistica, se non attraverso il riscatto con contributi volontari. Al termine del periodo, i lavoratori avranno inoltre una corsia preferenziale per accedere allo smart working, se compatibile con le mansioni svolte.
Un’altra novità riguarda i permessi retribuiti: a partire dal 1° gennaio 2026, i dipendenti che rientrano nelle stesse condizioni potranno usufruire di dieci ore in più all’anno, destinate a visite mediche, esami o cure. Anche in questo caso parliamo di un diritto aggiuntivo, che si somma a quanto già previsto dalla normativa vigente e dai contratti collettivi, e che richiede comunque una prescrizione medica.
Quindi niente viaggi regalati, niente estate infinita: la legge riguarda chi deve dividersi le ore tra ospedali e sale d’attesa non in spiaggia.
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