La polizia del Devonshire abolisce le “spade ninja” (che però non esistono)
Un interessante programma della polizia del Devonshire in Inghilterra ha consentito nelle settimane passate di consegnare le “spade ninja” in possesso dei cittadini, dietro compenso su presentazione dei titoli di acquisto
Dopo, semplicemente, armi da taglio di simili dimensioni saranno sequestrate e basta: da ieri primo Agosto è vietato infatti, e si rischiano quattro anni di galera per l’uso di armi dai 35 ai 60 cm, con punta stile “tanto” e una possibile seconda lama.
Se non fosse che in realtà sarebbe stato più corretto parlare di lame in stile giapponese: non esiste evidenza storica che siano mai esistite “spade ninja”.
La polizia del Devonshire abolisce le “spade ninja” (che però non esistono)
Ufficialmente la katana era associata alle caste militari superiori, come i Samurai, il cui simbolo era la coppia katana/wakizashi (spada lunga/spada corta).
Altre caste potevano procuarsi armi da taglio, ovviamente inferiori, ma non vi sono tracce della presenza di una specifica “spada dei ninja” prima del ventesimo secolo.
Il motivo è semplice: come abbiamo avuto modo di vedere in passato non esistevano né una divisa ninja, né “armi ufficiali ninja”, né un aspetto codificato del ninja.

La polizia del Devonshire abolisce le “spade ninja”: che però non esistono
Il ninja era una spia sostanzialmente, usava abiti comuni per muoversi tra la gente comune e ogni arma sulla quale poteva mettere le mani. Non poteva avere accesso, o permettersi, le spade di qualità superiore usate dai samurai, quindi usava spade di qualità inferiore e coltellacci.
Usava i kunai, coltelli da lancio e i kusarigama, falcetti, prendendoli da coltelli e falci che poteva ottenere facilmente come attrezzi agricoli. Il mito della kunoichi, la letale seduttrice in grado di apparire dal nulla, nasce perché se nascevi donna e volevi fare la spia entrare in un bordello facendo finta di essere una prostituta in cerca di occupazione era il modo migliore per sentire ogni genere di sordido segreto qualche chiacchierone avrebbe detto o avvicinarti (o essere avvicinata) da un erotomane a caso, e se nascevi uomo vestirti da campagnolo era un ottimo modo per andare a zonzo per le campagne in cerca di bersagli.
Il costume nero del ninja nasce col Teatro Kabuki del XVII secolo, dove, come forma di “effetto speciale”, quando si voleva mostrare un ninja sul palco che appare dal nulla, si ordinava ad un attore di vestirsi da attrezzista, un kuroko (uomo vestito di nero che muoveva gli oggetti di scena, oggi lo chiameremo roadie) e, nel momento dell’azione, eccitare la fantasia dello spettatore balzando da dietro le quinte al palco e rivelandosi, mentre altri attrezzisti/kuroko fungevano da effetti speciali viventi (correndo con coltelli in mano per simulare lanci perfetti).

Museo Ninja di Ueno, da “Black Belt”, 1966
Nel 20mo secolo, tra cinema e letteratura, il mito dei ninja tornò a nuova vita, creando il mito delle “spade ninja” che cominciarono ad apparire, accanto ai costumi storicamente inaccurati in musei a beneficio dei turisti.
Le “spade ninja” sono diventate però sinonimo di coltelli e lame dall’aspetto orientale facili da ottenere in fiere e manifestazioni.
A parte la storia, come si è arrivati al ban?
Il ban nasce in seguito alla c.d. “Legge di Ronan”, nata dalla morte di Ronan Kanda, ragazzo ucciso in un caso di errata identità da altri giovani armati di spade orientali “da fiera”, mezzo usato da teppisti e violenti come strumento per evitare le leggi sul possesso di coltelli e armi da taglio procurandosene con maggiore facilità.
Da ora nel Regno Unito non è più possibile: anche se le “spade ninja” non esistono davvero, ma si trattava già dall’inizio di illegali armi da taglio.
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