La lettera di scuse del CEO Andy Byron al concerto dei Coldplay era un falso (e ci sono omonimi che vanno di mezzo)
Chi non ha passato le ultime ventiquattrore sotto un sasso conoscerà la storia dietro la lettera di scuse del CEO Andy Byron al concerto dei Coldplay. Lettera rivelatasi un falso piazzato in calce ad una storia fantozzianamente vera.
Fantozzianamente perché letteralmente in un caso di realtà che imita l’arte, emula un episodio del film del 1986 Superfantozzi.
La lettera di scuse del CEO Andy Byron al concerto dei Coldplay era un falso
Nella finzione cinematografica il ragioner Fantozzi inganna la moglie Pina dicendo di andare al lavoro, mentre si reca con l’amico Filini allo stadio per attaccare briga con gli hooligan della Scozia, finendo bacchettato da Mentana al TG serale come esempio di inciviltà e disprezzato dalla moglie.

La lettera di scuse del CEO Andy Byron al concerto dei Coldplay era un falso (e ci sono omonimi che vanno di mezzo)
Il CEO di Astronomer “è stato beccato” dalla Kisscam dei Coldplay (dicesi Kisscam una telecamera puntata sul pubblico alla ricerca di momenti di tenerezza ed effusioni) abbracciato ad una donna che non era sua moglie, bensì la responsabile del dipartimento risorse umane della compagnia.
Nonché involontariamente denunciato da Chris Martin, che osservando le sue reazioni ha sbotttato: “Beh, o hanno una relazione o sono solo molto timidi…”.
Nel pomeriggio è apparsa una “lettera di scuse” asssurdamente autoincriminante contenente citazioni dei Coldplay stessi: la lettera si è rivelata un fake pubblicato da un account ora sospeso.
All’assalto dei sosia
Andy Byron sembra aver sospeso la sua presenza social in attesa del calo di attenzioni morbose del pubblico, ma il popolo della Rete sta andando a caccia di Andy Byron finendo ad attaccare gente con lo stesso nome.

Non quel Byron
La mente corre a casi come il tragicomico e nostrano tentativo di alcuni utenti in vena di giustizialismo facile cercando di punire “Rosy Abate la Regina della Mafia” di una nota fiction insultando in massa e minacciando una donna incinta.
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