Editoriale

Ancora minacce dei novax militanti: ora basta

Ancora minacce dei novax: per essere “guerrieri”, “leoni” e paladini della libertà, i novax militanti da tastiera somigliano sempre più al bulletto cattivo e feroce che cerca di ottenere con la violenza quello che non può avere con la logica di cui difetta.

E prima che ci si accusi di essere prevenuti, di minacce ne abbiamo censite, e molte. E non solo noi. La DIGOS ha avuto modo di dichiarare le chat militanti un esempio di terrorismo, con tanto di liste di medici, politici e giornalisti da minacciare e insultare.

I precedenti

Minacce da conferire in appositi gruppi Telegram per ottenere la vera certificazione di “guerrieri”: le “azioni sul campo” dovrebbero far salire il novax militante di grado nella gerarchia.

Abbiamo avuto medici inseguiti dalle minacce dei novax, sottoforma di novax furiosi e pronti all’azione, dottoresse prese brutalmente a testate in faccia per la “colpa” di aver osato contraddire il “leone” di turno e giornaliste prese a testate per lo stesso motivo (riconosciamo un filo conduttore…).

Abbiamo avuto vandali pronti ad annunciare sui social il loro intento di dare alle fiamme hub vaccinali (con potenziali danni a cose e persone), con tanto di bottiglie molotov già pronte. Abbiamo avuto automobili di avvocati e infermieri vandalizzate.

È stato anche registrato un marito novax che, dopo aver minacciato la moglie “provax” in vari modi, ha avuto l’ardire di minacciare di rinchiuderla in casa e dare fuoco alla stessa casa davanti alle Forze dell’Ordine stesse.

Ma anche gente pronta a incollare le porte di hub vaccinali frequentati da anziani ed un elenco di azioni violente che denunciano i novax militanti per quello che sono.

Siamo di fronte ad autentico indotto completamente militarizzato in gruppi social e di messaggeria che si comportano come compartimenti e reggimenti.

«I no vax sanno sfruttare la rete a meraviglia. Si comportano come un esercito. Promuovono le fake news e specifici sottogruppi le rilanciano in modo marziale. Sono gerarchici, si distribuiscono a grappolo. La loro è una comunicazione internazionale pervasiva ed efficiente». Andrea Grignolio, docente di Storia della medicina e Bioetica, all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano che ha analizzato sul quotidiano Avvenire le strategie dei no vax. Chi non ha fiducia nei vaccini, secondo lo storico della medicina si suddivide in due categorie: «Gli “esitanti” che, in periodo non pandemico, sono il 10-15 per cento della popolazione e oggi il 20-30 per cento, non si immunizzano ma sono aperti al dialogo. E poi», continua Grignolio, «i no vax che in periodo non pandemico si stimano nel 3-5 per cento e oggi sono tra il 7 e il 10 per cento: sono inconvincibili, fanno dell’antivaccinismo una marca identitaria. Pochi ma si fanno sentire e sono in grado di attirare l’attenzione e di sedurre gli esitanti molto più della grande maggioranza di chi crede nella scienza».

Ancora minacce dei novax: ora basta

In questo ambiente intervengono i biglietti minatori di un noto gruppo attivo sui social e su Telegram. Gruppo che in copertina censureremo: non per intimidazioni ricevute, ma anzi.

Anzi: perché gruppi e organizzazioni serie pagano bei soldi per avere visibilità su pagine con milioni di utenti, e l’unico modo per spezzare la catena è consegnare una minoranza evidentemente rumorosa e poco incline al dialogo all’oscurità.

Facendo capire loro, come si fa coi bulletti, che la violenza anche solo minacciata non gli aprirà piazze e ascolto, mai.

Biglietti apparsi sulle macchine di una infermiera e dei suoi colleghi. Persone che per tutta la pandemia non hanno fatto altro che aiutare il prossimo, ricompensati con la minaccia di diventare “vittime” echeggiando il mito dei novax.

La “Norimberga2” simile al Declas dei QAnon. Quel giorno, descritto come l’apocalisse delle Sette, dove un Dio Pagano interverrà a premiare i seguaci fedeli per le loro azioni (abbiamo visto anche violente) punendo gli infedeli in vari modi.

 

 

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