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Il fotoromanzo social di Jannik Sinner che umilia Elly Schlein in diretta è (l’ennesima) ragebait

Il fotoromanzo social di Jannik Sinner che umilia Elly Schlein in diretta è l’ennesima ragebait, unione di due filoni. Il primo è il filone del “fotoromanzo social”, foto scaricate da Internet e racconti clickbait (a volte redatti “a mano” con grammatica stentata e accenti emotivi caricati, a volte subappaltati all’AI).

Il fotoromanzo social di Jannik Sinner che umilia Elly Schlein in diretta è (l’ennesima) ragebait

Il secondo è il filone della ragebait, dove invece il personaggio di turno viene presentato come una persona odiosa e degna di essere insultata, col fattore catarsi di un secondo personaggio che lo umilia dando il via ai commenti.

In questo caso il personaggio “buono” è Sinner e la “cattiva” è la leader del PD Elly Schlein.

Il fotoromanzo social di Jannik Sinner che umilia Elly Schlein in diretta è (l’ennesima) ragebait

Il testo segue un filone incredibilmente allucinato: nella narrazione in una puntata della trasmissione Otto e Mezzo che non è mai accaduta Elly Schlein, nel suo “ruolo da cattiva” avrebbe prima chiesto a Sinner di partecipare ad una manifestazione in favore della comunità LGBT (vista da un certo uditorio legato all’estrema destra come una “casta” che riceve dalla sinistra immotivato privilegio) e poi avrebbe cominciato a insultarlo chiamandolo traditore per la sua scelta di rinunciare ritenendo i bambini più degni della sua attenzione.

A seguito di ciò Sinner, nel suo ruolo “eroico” avrebbe urlato alla Schlein di stare zitta chiamandola “Barbie”, umiliato lei e Lilli Gruber (altro simbolo per lo stesso uditorio della “Sinistra salottiera”) e aggredendola verbalmente in modo da farla accasciare sulla sedia mentre la Gruber e la RAI (ignorando che Otto e Mezzo è una trasmissione di La7, peraltro) provvedevano a censurare il campione per difendere l’ormai odiatissima leader del PD ed impedire che il supporto nazionale rendesse Sinner il nuovo eroe.

Uniche iterazioni del presunto hashtag “virale”

Vi invitiamo a cercare i presunti hashtag creati per “viralizzare la polemica”: l’unico posto dove si trovano è la bacheca di un fotografo di nozze, che probabilmente ha trovato per caso l’hashtag #DeviStareZittaBarbie (che nel testo del fotografo viene usato per per criticare l’uso di mantenere la sposa in posa in video e foto come una bambolina immobile) ed ha erroneamente imbarcato #SinnerLibero che nel contesto non c’entra niente.

È l’unica iterazione in tutta la rete dei due presunti hashtag che secondo la storia inventata avrebbero infiammato i social rendendo Sinner nuovo idolo della destra contraria allo “strapotere LGBT”.

Apparizione dei due hashtag assieme: unica apparizione

Sinner è peraltro apparso in molte storie simili, ad esempio come acquirente di “tutti i campi da tennis” dell'(inesistente) Val Bang o autore di un improponibile omaggio a Charlie Kirk e di una iniziativa per fornire doni ai veterani, mentre Elly Schlein nelle storielle inventate viene descritta come una figura miserabile e patetica che si lamenta che “i fascisti non hanno voluto stuprarla” e che cita frasi da film senza comprenderne il significato.

Si tratta di una combinazione di ragebait e deepfake: il pubblico viene indotto ad odiare con ferocia la segretaria del PD e lodare Sinner, invadendo la sezione commenti di testi relativi ad una contoversia che neppure esiste.

Elenco di commenti

Gli elementi ci sono tutti: l’Eroe Buono che si dedica con abnegazione ai bambini (“veri” soggetti deboli), la cattiva donna della politica che con alterigia e protervia impone all’eroe di smettere di tutelare i bambini per dedicarsi alla comunità LGBT (tecnicamente oggetto di discriminazione, ma nella volgata del “popolo della Rete” e dei “leoni da tastiera” una lobby protetta dalla sinistra pronta a voler derubare i bambini del tempo e delle cure di Sinner pur di avere attenzione), i bambini ignorati dalla politica e la ribellione dell'”eroe buono” che riduce al silenzio le personalità cattive della politica in una esplosione di rabbia.

Un piccolo aiuto arriva dalla sezione commenti, dove account platealmente troll danno il via ad account di persone con la rabbia già montante, trasformando la sezione commenti in un florilegio di attacchi verbali e commenti plurimi.

L’algoritmo è amorale: 10 commenti ragionati varrano sempre meno di diecimila “Vergognati cessa, sei una befana muori cessa Sinner sei unico mena la cessa”.

Senza che i social possano porre rimedio ad un peccato originale della loro costruzione.

 

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