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Il documento con cui l’Ucraina chiede alla Polonia di deportare gli uomini è falso

Il documento con cui l’Ucraina chiede alla Polonia di deportare gli uomini è falso: e questo sarebbe uno dei fact checking più brevi di sempre.

Abbiamo del resto la smentita della Polonia (non dell’Ucraina, della Polonia), pubblicata per altro anche sui loro siti istituzionali.

E la mente corre immediatamente ad altri casi di “documenti Ucraini”, come il presunto “ordine esecutivo di Zelensky” per nascondere i Biolabs e il “passaporto russo di Zelensky”.

Documenti che hanno le stesse identiche criticità di questo falso, e che denunciano la loro origine tra le “fonti russe”.

Il documento con cui l’Ucraina chiede alla Polonia di deportare gli uomini è falso

Cosa hanno in comune tutti questi documenti? Per cominciare una sintassi zoppicante ed un aspetto formale che imita solo in modo cursorio le formalità tipiche di un documento ufficiale.

Il documento con cui l’Ucraina chiede alla Polonia di deportare gli uomini è falso

I colleghi fact checker polacchi (qui e qui) e i colleghi Italiani di Facta si sono già dedicati all’analisi.

I colleghi polacchi hanno interpellato il Dr. Jakub Szmit dell’Università di Danzica per un’analisi testuale, che riferisce i medesimi tratti degli altri falsi apparsi su account filorussi e “fonti russe”.

In primo luogo il presunto documento ufficiale è crivellato di errori di battitura.

In secondo luogo, la sintassi è decisamente zoppicante. Secondo l’esperto ci sono frasi “linguisticamente imbarazzanti” e nomi riportati nel formato ucraino e non polacco.

Pur volendo tacere sull’improbabilità della richiesta del governo Ucraino di agire sul suolo Polacco, siamo di fronte ad un duplicato dell'”ordine di Zelensky sui biolab”.

Anche in quel caso eravamo di fronte ad un documento la cui sintassi era ottenuta traducendo malamente dal Russo all’Ucraino, con incertezze grammaticali e lessicali tali da far ritenere che l’immaginario Zelensky avesse dimenticato i suoi dicasteri, i suoi poteri, nonché la grammatica e la sintassi della sua stessa lingua madre.

O come per il “passaporto russo di Zelensky”, imitazione di un passaporto reale con codici e dati incompatibili con la presunta data.

Cui prodest?

La Polonia è sempre stata nel mirino della fazione pro-Cremlino dall’inizio del conflitto. Le “fonti russe” avevano infatti diffuso la voce che la Polonia, colpevole di voler aiutare il popolo Ucraino, volesse in realtà annettere l’Ucraina entrando così nella famiglia di “stati nazisti” che minacciano la sovranità Russa.

Destino toccato alla Finlandia, accusata di essere “uno stato nazista”, di accumulare armi contro la Russia e altre violazioni e, sostanzialmente, a tutte le nazioni occidentali.

Nazioni cui le “fonti russe” augurano di ardere in un Olocausto nucleare che naturalmente distruggerebbe anche la Russia, ma portando i suoi cittadini in un ipotetico paradiso negato ai “nazisti”.

Inoltre diverse fake news di “fonti russe” si basano sulla demonizzazione costante del popolo Ucraino.

Ad esempio la citata fake news di Zelensky doppiogiochista russo, a tratti disertore fuggitivo con sua moglie. Seguita dalle infinite fake news sugli Ucraini popolo di stregoni oscuri, terroristi nazigay circondati da piume di struzzo e foto di Hitler, stolidi picchiatori nazisti e altre grottesche descrizioni.

In tempo di guerra la Propaganda ha sempre descritto il nemico come un disumano da distruggere: cosa che giustifica le peggiori atrocità dal fronte.

Abbiamo già censito infatti la registrazione di un giovane soldato russo orgoglioso del numero delle sue vittime, tra cui un civile ucciso a bastonate, perché le sue vittime “non erano umane”.

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