Complottismo

Nonostante il test antidroga di Sanna Marin, complotti e polemiche

Il test antidroga di Sanna Marin dovrebbe essere usato come lezione della politica e del giornalismo che non vorremmo. Del fatto che, quando chiediamo il ritorno ai fatti e ci troviamo assediati dall’esercito dei “kivvipaka” e dal muro contro muro dei “professionisti dell’informazione oltraggiati”, forse non siamo proprio i cattivi della storia.

Le puntate precedenti le scoprirete. Sanna Marin, Primo Ministro della Finlandia, nell’occhio del ciclone come ultima nemica del Putinismo d’assalto, si trova ancora una volta sotto accusa.

Per futili motivi, oseremmo dire. Futili motivi seguiti da futilità: negli ultimi mesi è stata attaccata perché “veste sexy” (in realtà un normale abitino che una trentenne normale che non voglia vestire con saio e cilicio indosserebbe), per un preteso oltraggio al popolo Curdo che gira e rigira non ha mai fatto.

Ma anche perché le ormai mitologiche “fonti russe”, ente a metà tra il bufalaro perso e “Lord Haw Haw” avevano decretato che la Finlandia fosse una nazione di pericolosi nazisti da denazificare e che la Finlandia meriterebbe “tensioni”.

Un po’ tipo il poliziottesco ambientato negli anni della mafia in cui il baffuto protagonista annuncia “guai e problemi” al negoziante ribelle, sostanzialmente.

Ma dove non arrivano le bombe, arriva il venticello del sospetto.

Nonostante il test antidroga di Sanna Marin, complotti e polemiche

L’accusa del giorno è, letteralmente, un bizzarro delirio da “Karen”. Il termine di importazione yankee per le Sciure Marie da “Eh signora mia, questi giovani di oggi coi loro spinelli drogati che fanno il baroc’nrolla rollando le canne! Ai miei tempi si portava rispetto, badi sa?”

Quindi Sanna Marin viene ritratta ad una festa con gli amici.

Una festa dove una trentenne balla. Scandaloso. Osa ballare con dei trentenni! E alcuni sono maschi!

Secondo una morale paesana, rinfocolata dal fatto che proprio tra le “fonti russe” abbiamo visto più volte allungarsi l’ombra della “manosfera”, quel maschilismo tossico che loda valori tradizionali che confinano ad Ovest con “Handmaiden’s Tale”, questo rende sicuramente un Primo Ministro una donna indegna.

Anzi, direttamente una “femmina indegna”. Abbiamo già visto fake news a base di divorzi dal marito tradito.

Perché ovviamente secondo chi si indigna per una serata in discoteca una donna che balla con diverse persone tra cui un uomo che non è suo marito è una “fetusa femmina traditrice”.

Perché, ovviamente, la “vera femmina” dopo il matrimonio deve essere incatenata in cucina perché il suo scopo è sgravare figli e cucinare manicaretti senza giammai vedere anima viva se non col permesso del “Maschio”. Figurarsi guidare una nazione.

Figurarsi opporsi al “Vero Uomo”, nella figura del Putin adorato da uomini e donne, ma i primi in modo ovviamente maschio.

Da qui in poi  è tutto un piano inclinato che suscita il sospetto della propaganda.

Se è andata a ballare, si sa come sono i giovani di oggi, deve essere drogatissima.

Ricordate quello che accadde ai Maneskin, no?

La prova? Sicuramente Sanna Marin rifiuterà il test, dicevano i social, anzi l’ha già fatto.

Però non è vero. Sanna Marin il test antidroga l’ha già fatto, annunciando di essere certa del risultato favorevole non avendo assunto droghe.

Ha fatto sostanzialmente molto di più di quello che avremmo fatto noi: chi accusa deve fornire prove, non chi è accusato.

Ma, sorpresa, il mondo del complotto ha già la risposta pronta: ovviamente i “cocainomani ricchi” hanno il potere di “lavare il proprio sangue”, quindi se il test risultasse positivo sarebbe “una drogata”.

Se risultasse negativo sarebbe “una drogata ricca che ha lavato il suo sangue”.

Pratica tecnicamente e biologicamente impossibile, ma non è questo il punto.

Ce la stiamo prendendo perché una trentenne è andata a ballare: e questo dice molto di più di noi che di lei.

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