La teoria del complotto dello “Show delle Bare di Bergamo con un camion per bara”, demistificata
Una nuova teoria del complotto si aggira per i social, quella dello “Show delle Bare di Bergamo con un camion per bara”. Ultimo feticcio dei novax, essa supera la altrettanto falsa e infondata teoria per cui le bare delle vittime del COVID simbolo dei primi, duri mesi di pandemia fossero una false flag, una recita ordita dai “Poteri Forti”, le elite mondialiste che dominano il mondo per prendere il potere e imprigionare gli “spiriti liberi”.
Torna, propagandata dalle solte immagini generate da AI che, da quando X ha popolarizzato con Grok e Flux la AI disponibile per tutti e con pochi limiti sono diventate il feticcio espressivo di ogni complotto, la teoria per cui sì, le “Bare di Bergamo” esistono, ma mettevano un camion per bara per terrorizzare la gente.
Con riferimento ad una audizione della c.d. “Commissione COVID”, commissione di inchiesta che raccoglie quanto accaduto nei mesi della Pandemia.
La teoria del complotto dello “Show delle Bare di Bergamo con un camion per bara”, demistificata
In realtà, come evidenziato anche da altri fact checker del circuito IFCN, il riferimento emerso è ad una teoria descritta come non dimostrabile (enfasi: non dimostrabile) sul fatto che ogni camion avesse una bara.
Teoria nata da una serie di audio di cui ci siamo occupati qui diffusi nel 2021 in cui il numero di bare era definito come “due-tre” come se fosse un numero in qualche modo vergognoso, e che nel tempo si è evoluta per ridurre il numero di bare e quindi rendere il complotto più appetibile.
Grazie alla stampa dell’epoca sappiamo però il numero esatto di bare e di camion trasportati: 65 bare su 10 camion.
La matematica non è un’opinione: 65 bare fratto 10 fa circa 6 o 7 bare a camion.
Un numero dignitoso, contando che una salma non è un cassone da trasportare senza contegno.
Un numero dettato dalla pietà, come ricordato da chi c’era lì ad AGI, Giuseppe Regina, tenente colonnello del Comando Provinciale dei carabinieri di Bergamo
“Per smaltire i corpi – e qui Regina manifesta il suo pudore per l’espressione troppo burocratica – decidemmo di rivolgerci ad altre città fuori della Lombardia che era tutta messa male. In una delle tante riunioni si pose il problema del numero dei carri perché le pompe funebri avevano un personale ridotto a causa del Covid e non erano in grado di offrire il servizio. L’Esercito mise a disposizione i camion e facemmo il primo trasferimento di 65 salme verso Modena e Bologna. Dovevamo dare una rispostra forte ai familiari delle persone decedute”.
I camion furono messi a disposizione perché i carri funebri non erano sufficienti per raggiungere gli ulteriori hub necessari alla cremazione, aggiungendo quindi ulteriori salme, e perché lo stesso trattamento delle salme dei malati COVID era ancora “terra incognita”.
“Organizzammo di sera il primo trasferimento il 18 marzo perché volevamo fare meno clamore possibile ma era difficile nascondere il passaggio in pieno centro di 10 camion dell’esercito con le auto dei carabinieri avanti e dietro”.
Dichiarerà Regina, dimostrando come il suo intento era l’opposto di quanto dichiarato dai complottisti: non “far clamore apposta”, ma cercare di nascondere nella pietà il dolore.
Obiettivo fallito non per la volontà dei pietosi militi, ma per la volontà dei chiassosi novax.
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