Dicono che Giovanna Botteri ha confermato la fake news a Mariupol, ma parlava dell’Iraq: letteralmente, l’intersezione tra cherry picking, disattenzione e una certa malafede nella ricondivisione.
Letteralmente il fact checking in breve è tutto qui. Giovanna Botteri parlava della propaganda Irachena.
Il testo pluricitato infatti riporta
Oggi Giovanna su un programma di Rai 3 ha detto
?due cose vere,
la prima che
?quell’ospedale
?era stato evacuato 3 mesi fa
?e che l’ha verificato
?personalmente.
La seconda,
?riguardo ai telecronisti che
?collegati continuamente
?con i vari programmi tv
non hanno più tempo di
?verificare ogni notizia.
? L’hanno ignorata e zittita,
?altrimenti non potevano continuare con le notizie dei tg nazionali….
Grande e coraggiosa comunque,
?grazie per ogni piccola
verità
che viene fuori.
L’astuzia è nella formulazione del copincolla. Se citi “quell’ospedale”, la mente corre immediatamente ai fatti di Mariupol.
L’inconsapevole Giovanna Botteri viene dunque trasformata, e falsamente in una testimonial dei negazionisti del conflitto, filo-Putiniani di ferro convinti delle aberranti fake news per cui Mariupol sia una specie di “circo mediatico” inventato.
Con tanto di triste variante che vuole la povera Podgurskaya punita e arrestata da una “ronda di Putin” descritto come un allucinanato e superpotente personaggio da fumetti che punisce i suoi nemici a chilometri di distanza senza neppure dover essere fisicamente presente.
In realtà il video incriminato comincia con la seguente frase:
“Io porto sempre questo episodio… durante l’inizio della guerra in Iraq, dei bombardamenti…. Al Jazeera da’ la notizia che è stato bombardato un ospedale pediatrico…”
L’aneddoto, contenuto dal minuto 9:30 dell’episodio di TG fuori TG relativo si conclude con i giornalisti che vanno sul posto e riscontrano che l’ospedale è stato evacuato.
Esattamente come invece a Mariupol il bombardamento è stato confermato, dalla stessa stampa che spesso i “filoPutin” accusano.
La stampa che ricordiamo muore sotto pallottole e bombardamenti perché gente a casa che quella guerra non l’ha vista possa nutrirsi alla tetta della censura del Cremlino per cui non esiste guerra, ma solo una “operazione speciale”.
Sostanzialmente l’affermazione della Botteri, che prosegue nel resto del riscontrabile articolo, è stata pervertita nel suo contrario polare. Dalla fiducia verso i giornalisti che si sacrificano per vincere la Nuova Cortina di Ferro della Censura Russa alla sfiducia verso il giornalismo stesso.
E questo fa torto a più persone.
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