“Twitter annuncia sanzioni crescenti contro l’infodemia antivaccinista”: una buona notizia oseremmo dire.
Abbiamo già visto in passato gli effetti turpi dell’infodemia in campo medico: persone che muoiono perché rifiutano le cure proposte su consiglio di improbabili santoni, bambini morti di malattie facilmente evitabili per una fake news di troppo…
Specialmente con una pandemia in atto, non è più tempo di confondere libertà di espressione con fake news.
“La libertà di espressione non è la libertà di urlare in un teatro affollato che è scoppiato un incendio per vedere la gente calpestarsi a vicenda per guadagnare la via di fuga”, disse un saggio, e aveva ragione.
Il sistema prescelto da Twitter, da alcuni definito uno “sciopero” somiglia più al sistema delle note scolastiche. O delle sanzioni secondo contratto collettivo nazionale
Gli utenti riceveranno una notifica quando un tweet viene etichettato come fuorviante o deve essere rimosso per aver infranto le regole della piattaforma. Il secondo e il terzo avvertimento comportano il blocco dell’account per 12 ore. Con la quarta violazione, il blocco è di 7 giorni. Al quinto, la sospensione sarà definitiva.
Secondo il blog ufficiale di Twitter, da questo Dicembre sono stati rimossi 8.400 Tweet nocivi e segnalati/bannati/sanzionati 11 milioni e mezzo di account.
È un bene, non possiamo sempre appoggiare tutto sulle spalle di noi Fact Checker. Noi siamo infatti un incrocio tra i Bibliotecari della sfortunata saga televisiva “The Librarian” e la Pinkerton: ma alla fine è bene che il West finisca e comincino un po’ di regole, per la civile convivenza di tutti.
Il sistema delle sanzioni crescenti colpisce aberranti falsità descritte come verità assolute, notizie dimostrate false dal raffronto con fonti reali e in grado di causare infondati allarmi o problemi alla pubblica sicurezza.
Laddove:
Avrete praticamente riconosciuto tutti i messaggi virali che ci avete segnalato nell’ultimo anno, giusto?
Tranne naturalmente la satira, la risposta a simili contenuti, la semplice aneddotica personale scevra da valutazioni e il dibattito pubblico su fonti accertate, Twitter non è più disponibile a tollerare.
Uno scoglio sul quale si arenano queste segnalazioni è il fattore umano.
I condivisori abituali di Fake News sono tanti e organizzati.
Spesso noi stessi ci siamo imbattuti in segnalazioni assistite dalle screen di un gruppo WhatsApp o Telegram.
Spesso addirittura da notizie di attacchi coordinati presso pagine dell’informazione partiti dai gruppi stessi. O addirittura da segnalatori che dopo averci mandato screen censurati e frammenti di bufale insufficienti per la valutazione, hanno deciso di aggiungere che “non ci avrebbero mandato altro e non volevano che il materiale fosse usato” perché “Chi me l’ha mandato è una brava persona e magari voi lo denunciate”.
Purtroppo esiste un clima di omertà per l’Infodemia che rende impossibile basarsi sul “buon cuore” del popolo della Rete.
Buon cuore che non esiste: tra Gesù e Barabba, la folla manda sempre in croce Gesù e libera Barabba.
Tra il segnalare gente convinta che i vaccini facciano parte di un Complotto dei Poteri Forti per trasformarci in Tartarughe Ninja e affollarsi sulle pagine di un quotidiano spammando insulti al copincolla sempre uguali, al momento troppi sceglieranno la seconda.
Per questo Twitter si baserà sull’aiuto di riconosciute associazioni non governative di Fact Checker, le autorità sanitarie locali e le autorità di polizia locali per identificare il contenuto lesivo.
Al primo strike, il contenuto nocivo viene flaggato, Twitter aggiunge una nota che lo marchia come inattendibile.
Al secondo strike, o in caso di Tweet di elevata gravità (o legati a teorie del Complotto) il Tweet viene rimosso e cominciano i provvedimenti più gravi.
Quando ciò avviene, il provvedimento viene calcolato sempre come doppio strike.
La somma degli strike porta ai provvedimenti gradati di cui abbiamo parlato:
Sappiamo benissimo cosa andrà a finire. Prevediamo sollevazioni e sommosse popolari di chi dell’Infodemia aveva fatto se non un business la ragione primaria dei loro like e gradimento sulla Rete.
Non ci stiamo illudendo: l’infodemia non finirà dall’oggi al domani come spegnere un interruttore.
Semplicemente, nei prossimi giorni raggiungere gloria, fama e diffusione virale mediante i Social sarà più difficile e di molto. E tanto ci rende felici.
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