Bufala

“Scappato da Codogno in Calabria” circola senza precauzioni

Tra le beffe più atroci che si possono organizzare in tempi di epidemia, una è approfittare della “nuova pestilenza” per scatenare cacce agli untori. Come per la storia del presunto “scappato da Codogno in Calabria”.

Sì, il Coronavirus ci ha ripiombato nell’Evo Oscuro: gente che vola a cavallo di scope sospese nell’aria, fenomeni di isteria collettiva da pestilenza, supermercati svuotati in seguito a voci di corridoio ed altre follie.

E gente che ormai, come cani rabbiosi aizzati, cerca un bersaglio per la loro rabbia.

Quando ci è stato inviato questo screen, noi che avevamo seguito la vicenda sapevamo già che era un becero mezzo per seminare odio e rabbia.

Censureremo i nomi, scelti evidentemente in modo arbitrario e per astio personale, riservandoci però di inoltrare l’originale per le segnalazioni di rito, necessarie.

Anziano “scappato da Codogno in Calabria”.

La bufala

Il testo parla di un anziano “scappato da Codogno in Calabria”. Nel dettaglio, con la zoppicante sintassi tipica delle bufale, dichiara

Il Corona Virus (sic!!) è arrivato in Calabria. La causa è un signore anziano di nome [censurato]. L’uomo è scappato dalla sua casa di Codogno qualche giorno fa. Noncurante del pericolo, ha circolato per le strade di Cetraro, nel cosentino, senza alcuna protezione, insieme alla moglie, anch’essa risultata positiva al tampone, mettendo a repentaglio la salute di tutta la popolazione. Nelle ultime ore anche una sua vicina di casa, [censurato], è risultata positiva al tampone ma si attendono altri aggiornamenti.

L’unica cosa che potete attendere se avete condiviso questa bufala è una bella denuncia per procurato allarme e diffamazione aggravata dalla pubblicità del mezzo.

Infatti siamo al tipico caso di “bufala avvolta intorno a un fondo di verità, ma così labile da essere del tutto falsificato”. Il cui scopo è dare un bersaglio agli umori di una folla che vede in ogni contagiato un “untore”

La verità

La verità è che innanzitutto nessun giornale potrà darvi mai nomi, cognomi e luogo di residenza di un contagiato. Si beccherebbe una serie di denunce che vanno dalla violazione della privacy in poi.

In secondo luogo, la storia è del tutto diversa.

E racconta di due anziani partiti da Castelnuovo Bocca d’Adda, nella “zona gialla” (non da Codogno) per rientrare nella loro città di origine in autoisolamento.

Gesto necessario perché lui è un dializzato trapiantato di cuore, necessitante quindi di costanti cure all’ospedale di Cetraro.

Secondo i colleghi di Cetraro un incidente di comunicazione tra Casalpusterlengo e loro, che non ha tenuto conto delle condizioni precarie del soggetto, ha costretto a porre in essere una serie di misure, tra cui un sicuro trasporto della coppia e la creazione di un protocollo per conciliare la quarantena e le cure di cui l’anziano, paziente cronico, ha bisogno per vivere.

Nessun comportamento a rischio quindi: i due anziani si sono immediatamente consegnati alla quarantena precauzionale.

Nessuno scappato da Codogno in Calabria: i due anziani erano nella c.d. “zona gialla” e sono rientrati con le precauzioni del caso.

Nessuna “circolazione per le strade”: la coppia non si è mossa da una casa isolata in campagna scelta per la loro quaranena.

E infine, non esiste nessuna vicina contagiata.

Ultimo ma non importante per lo stesso motivo per cui la vicina contagiata non esiste, i nomi sono evidentemente attribuiti con arbitrio, per ledere.

Perché dovreste interrompere la condivisione

Immaginate qualcuno rintracci i nomi indicati nella bufala. Immaginate che qualcuno decida di vendicare il presunto affronto facendo a quelle persone delle violenze.

Sarà esclusivamente colpa vostra, se non penale quantomeno morale, e ne sarete chiamati a rispondere di persona.

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