Same Govj, le “superidee per tutti”: prima dello “shopping online a pochi spicci”

di Shadow Ranger |

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Same Govj, le “superidee per tutti”: prima dello “shopping online a pochi spicci” Bufale.net

La settimana scorsa vi abbiamo parlato dell’ormai serio, anzi serissimo, mercato del videogioco e di come esso si sia evoluto del tempo da un’epoca amatoriale di giochi distribuiti gratuitamente di copia in copia o giochi venduti con tanta fantasia in buste frigo e manuali fotocopiati ad un indotto miliardario.

Oggi parleremo di un altro indotto assai nostalgico che in realtà non è mai morto: quello della chincaglieria a pochi spicci. Se ti avanza qualche soldino su PayPal oggi, la tentazione di spu**anartelo su AliExpress, Wish e negozietti pronti a venderti improbabili tutine per coprire la leva del cambio, ciondolini e adesivi di poco prezzo e poco conto e un bel paio di “cuffiette che somigliano alle Airpods ma lo sai che non lo sono” ti appare.

Same Govj, le "superidee per tutti": prima dello "shopping online a pochi spicci"

Same Govj, le “superidee per tutti”: prima dello “shopping online a pochi spicci”

Aggregatori di negozetti e di dropshipping, importatori di massa, molti va detto legittimi, alcuni meno, tutti caratterizzati dall’indotto del “basso costo perché sai che la qualità è quella che è”, un sacro giuro basato sull’economico e il bizzarro, l’equivalente postmoderno dell’entrare in un negozio “tutto ad un euro” ed uscire con portapenne di plastica e forme bizzarre, mollette per le buste frigo e chincaglieria perché sì.

Ma c’è stato un tempo, prima dei miti e delle leggende, in cui l’incarico di radunare gli oggetti più bizzarri dagli angoli del mondo e venderli “fermo in posta” a ragazzini di tutta Italia non poggiava sulle spalle dei negozi “tutto a un euro” e dei danesi di Flying Tiger, ma della prodigiosa ditta Same Govj, altrimenti nota come Same Import, Ditta Same e Govj Import, orgogliosamente autodescrittasi come “le superidee per tutti”.

Superidee che non erano loro, ma erano un compendio mondiale del trash universale.

Le origini del trash: le prodigiose Scimmie di Mare di Branhut

Ne abbiamo parlato in un capitolo precedente alla voce delle delusioni adolescenziali degli anni ’70 ed ’80, molte delle quali ascrivibili alla Ditta Same.

E come la storia dei ninnoli più bizzarri nei “negozietti tutto un euro” e nei negozi online moderni comincia da fabbrichette orientali che producono “ciarpame adorabile” a getto continuo, la storia del mondo di follia e di “superidee” comincia in America dalla vitriolica mente di Harold Branhut, autonominatosi “Von Branhut” per avere un nome più ariano (cosa come vedremo per lui assai importante).

Harold, figlio della giocattolaia Jeanette Cohen e del tipografo Edward Branhut, di ascendenze ebraiche, era l’anello di congiunzione tra il simpatico imprenditore Filo Sganga, personaggio Disney sempre pronto a cercare “soldi facili” chiedendo al magnate Paperon De’ Paperoni finanziamenti per le imprese più bizzarre e uno scafato televenditore.

Il prodotto "famoso nel mondo". Oggi sarebbe considerato uno scam

Il prodotto “famoso nel mondo”. Oggi sarebbe considerato uno scam

Aveva visto di persona l’impresa di giocattoli del nonno fallire sotto i colpi dei conglomerati nazionali e multinazionali, così decise che non fosse riuscito ad avere successo nei negozi, se lo sarebbe preso con la nuova frontiera del commercio, il telemarketing o marketing a distanza.

Branhut si ribattezzò Von Branhut, col probabile scopo di nascondere le sue ascendenze ebraiche (fattore non secondario, data la bizzarria che lo portava a elargire donazioni a enti neonazisti negando di essere tale e lanciarsi in interviste in cui criticava “l’imperscrutabile sguardo dei negozianti coreani”) e brevettò quasi duecento oggetti assurdi, tra cui i mitologici occhiali a raggi X, il bastoncino a molla Kiyoga che si allunga e le “prodigiose scimmie di mare”, tutti e tre, come vedremo, capisaldi delle vendite Same assieme al pesce rosso invisibile e altre fantasmagorie.

Il prodotto più noto e di cui abbiamo parlato sono le “scimmie di mare”, semplici minuscoli gamberetti usati fino a quel momento come cibo per pesci che Branhut vendette con una martellante campagna pubblicitaria e illustrazioni fumettistiche alquanto “indie” di simpatici esseri antromorfi pronti a creare una loro società ed essere “addestrati” per divertire i loro padroncini umani.

Il kit in realtà prevedeva uova incistate di minuscoli gamberetti, sale e altri elementi per rendere l’acqua adatta alla loro schiusa e del cibo, e al massimo avresti visto dei gamberetti semitrasparenti agitarsi in una boccia, e fine lì.

"Kiyoga il Cobra di Acciaio": puoi usarlo senza porto d'armi, e infatti non serve a nulla

“Kiyoga il Cobra di Acciaio”: puoi usarlo senza porto d’armi, e infatti non serve a nulla

Ma la grandezza di Branhut era proprio randellare la mente dei ragazzini impressionabili di scafati messaggi pubblicitari, ripresi come vedremo pari pari dalla Ditta Same, pubblicati laddove più contava: nelle riviste a fumetti.

Quando un fumetto costava dai 15 ai 20 centesimi di dollaro (circa un euro e dieci attuali, calcolando inflazione e costo della vita) era elevatamente possibile che il ragazzino che poteva permettersi tra paghette e lavoretti un euro di fumetti si potesse aggiungere un euro di ciarpame.

Motivo per cui tutt’ora col resto del saldo PayPal compriamo roba che neppure volevamo.

La parabola di Branhut ebbe un bizzarro incidente quando il neonazista Richard Butler nel 1987, trovatosi processato per sedizione (oggi avremmo detto “crimini di odio”) decise di accludere alla sua raccolta fondi un volantino per il bastoncino a molla Kiyoga Agent M5 dichiarando che Branhut avrebbe dato dei soldi per la sua difesa.

Butler fu effettivamente assolto, Branhut non si levò mai più di dosso la nomea di amico dei neonazisti, e arrivati alla boa degli anni ’90 e 2000 nessuno era più tanto boccalone o sognatore da volergli credere, o forse semplicemente il monopolio della bizzarra chincaglieria passò ad altri.

Entra in scena la ditta Same

Ma tutto questo accadde, come visto dopo. Negli anni ’70 e ’80 il mercato della fuffa pompava ancora fortissimo, e la prodigiosa Ditta Same inventò il concetto che oggi conosciamo come “dropshipping” e “private label”.

Compri una svagonata di prodotti da Aliexpress, Wish e simili, parliamo di container di centinaia di prodotti, o a volte non li compri nemmeno, ma ti organizzi col produttore perché arrivati ad un certo lotto esso sia spedito direttamente dalla logistica col tuo marchio mentre ti occupi di pubblicità e di assicurarti che il prodotto arrivi.

“Ci metti la faccia” sostanzialmente, e questo ti consente un certo ricarico, detto banalmente.

La Ditta Same divenne un collettore dei molteplici prodotti del Branhut e di tutti gli altri epigoni saltati sul carretto della fuffa economica, tradusse le loro pubblicità e comprò spazi pubblicitari sulle maggiori riviste per ragazzini e non solo.

Alcuni dei terrificanti e stravaganti arnesi della ditta

Alcuni dei terrificanti e stravaganti arnesi della ditta

Branhut si rivolgeva ai lettori dei fumetti DC Comics, Marvel e Archie, SAME piazzò i suoi spot pubblicitari su Monello, Intrepido, Diabolik, Topolino e persino TV Sorrisi e Canzoni, entrando massicciamente in tutte le famiglie.

Come anticipato, la Ditta Same aveva almeno quattro o cinque ragioni sociali e diverse sedi legali e amministrative, ammantate di mistero perché molti negano di aver mai visto uffici e magazzini.

Ma in fondo non servivano: Same era un importatore, il viatico di un mondo all’epoca ancora straniero di fuffa.

Mondo basato in buona parte sulle intuizioni di Branhut, ma non solo. Assieme alle Scimmie di Mare e al bastoncino allungabile (che costò a Branhut sia la reputazione che una incriminazione per porto abusivo di armi: che però trasformò in successo quando, incassata un’assoluzione perché con un affare allungabile che si spezzava solo guardandolo non potevi ledere nessuno, inserì negli spot la menzione che “non serve porto d’armi”), Same portò in Italia gli occhiali a raggi X e la “spy pen” per vedere le belle donne nude (capitalizzando sui pruriginosi istinti dell’adolescente medio), mangiadischi e radioline economiche di marchi poco noti ma “nobilitati” in quanto rivenduti in “private label” (diremmo ora) dall’affidabile ditta degli Occhiali a Raggi X, le celebri solette rialzate per diventare più alti di “diversi centimetri” e altri gadget di elevata improbabilità.

I celeberrimi Occhiali a Raggi X

I celeberrimi Occhiali a Raggi X

Nell’epoca d’oro della Ditta Same potevi passare in scioltezza, e con gli stessi prezzi ridicolmente bassi, dagli Occhiali a Raggi X ai vibratori per signorine (pudicamente venduti come “massaggiatori”), dai mangiadischi nei quali nessun audiofilo avrebbe mai inserito dischi di pregio ma generazioni di ragazzini avrebbero inserito i dischi da ballare alle feste fino ad improbabili manuali per sviluppare poteri medianici e paragonistici di “dominio delle menti” (ovviamente da usarsi per ottenere “l’amore e il rispetto delle persone” dominando telepaticamente le loro menti).

Ovviamente, chi non era pronto al potere medianico e paragnostico per sole 39mila lire, avrebbe potuto accontentarsi rispettivamente di usare un congegno elettronico “brevettato” in grado di indurre eccitazione sessuale nelle belle donne (“testato in laboratorio”, peraltro, nonostante gli enormi problemi etici, morali e legali che, se tale congegno avesse mai funzionato, l’avrebbero reso un aggeggio criminale quando non criminogeno…) per 49mila lire (prezzo più ampio, ma nessuno sforzo telepatico richiesto…) o una bambola gonfiabile “dalle molte caratteristiche femminili” per sole 7900 lire, pudicamente suggerita come adeguata a “sedervi accanto nei lunghi viaggi in macchina”.

Sì, proprio l'uso previsto per le bambole gonfiabili: natante e occupante di sedili

Sì, proprio l’uso previsto per le bambole gonfiabili: natante e occupante di sedili

E restando in tema “gioco di mano, gioco di villano”, per sole 13900 lire avresti potuto dimenticarti dei poteri medianici per indossare dei bizzarri pesi ai polsi e sentirti come Goku in Dragonball.

Ovviamente, anche i più insospettabili tra questi oggetti erano di importazione: i manuali per sviluppare abilità telepatiche e fisiche superiori erano ad esempio traduzioni di manuali-fuffa yankee il cui scopo veniva, ancora più sfacciatamente, descritto come “la dominazione dei corpi e delle menti di uomini e donne” e non il loro “amore e rispetto”.

Ma funzionavano davvero?

Definire “funzionamento” prego.

Astutamente, né gli autori originali dei bizzarri articoli, né gli importatori ti avrebbero garantito il perfetto funzionamento, solo insinuato.

Le scimmie di mare? Come abbiamo visto, pagavi per avere bizzarri animaletti sotto il tuo controllo, ti trovavi infestato da gamberetti.

Gli occhiali a raggi X? Caso emblematico della fuffa, erano occhiali di cartone con una piuma infilata all’interno che creava un effetto “sfocato/sdoppiato” per cui osservando una bella donna avresti visto una macchia vagamente umanoide con una macchia più scura al centro e con molta fantasia avresti confermato quanto detto dal manuale, ovvero di poter vedere lo scheletro della bella fanciulla (quando ovviamente, il lettore abbastanza disperato da comprare gli occhiali a Raggi X, avrebbe voluto fermarsi a livello vestiti…).

"Visioni insospettate": spoiler, una piuma tra due pezzi di cartoncino

“Visioni insospettate”: spoiler, una piuma tra due pezzi di cartoncino

Se non ci sono dubbi alcuni che, effettivamente, radioline e mangiadischi funzionavano, ma ovviamente la differenza rispetto ad un prodotto ad alta fedeltà la sentivi (la combinazione di meccaniche “adeguate al costo”, altoparlanti asfittici, forza di tracciamento inadeguata e puntine imperfette rendeva e rende tutt’ora i giradischi economici macchine per la triturazione del disco), non c’è bisogno di confermarvi che nessuno è mai diventato un “moderno Ercole” comprando improbabili manuali e ammenicoli per lo sviluppo muscolare,  come anche possiamo confermare che nessun acquirente del metodo telepatico ha mai “dominato la mente di uomini e donne” e che il congegno per indurre l’eccitazione sessuale nelle belle donne non ha mai indotto alcunché.

Altri prodotti tutt’ora reperibili in commercio, ma all’epoca rivenduti col classico marketing caciarone e fracassone dell’epoca (ovviamente anche Same Govj creò un mondo e un indotto di epigoni) erano fitoterapici all’Angelica Cinese rivenduti come “potentissimi afrodisiaci” se non “filtri d’amore”, pistole giocattolo e proiettori di qualità mediobassa.

Il solito elenco di semplici oggettini di tecnologia "accessibile", importatti da GOVI-IMPORT

Il solito elenco di semplici oggettini di tecnologia “accessibile”, importatti da GOVI-IMPORT

Ma siamo sinceri: a parte qualche boccalone perso, tutti sapevamo come sarebbe andata.

Si compravano i prodotti Same Govj per due risate in compagnia, non per vedere attraverso i muri, e nessuno sperava che la Spy Camera fosse più che un piccolo cannocchiale sfocatissimo pari di un binocolo “da bancarella”.

Letteralmente, ti vendevano sogni, e anche roba un po’ trash come “l’amica muta”, la bambola gonfiabile che se effettivamente non veniva comprata per stare sul “sedile del passeggero in macchina”, sovente non veniva neppure comprata da pervertiti ma finiva lanciata in giro durante addii al celibato di gente cresciuta in un’epoca di trash “fermo in posta”.

Quel genere di trash dove, prima degli Amazon Locker, finivi a dare l’indirizzo del cugino maggiorenne o dello zio celibe in modo che, se ancora ragazzino, i tuoi genitori non sapessero come sperperavi il tuo denaro.

Cosa accadde dopo

Anno dopo anno, il numero di boccaloni si spostò di campo. Molti vi diranno che sono finiti, ma semplicemente si sono spostati altrove: nel 2011 i NAS ad esempio cominciarono a sequestrare le “Scimmie di Mare”, tornate ad essere articoli di acquacoltura e non giocattoli.

Nel 2000 col tracollo del modello del telemarket tradizionale anche l’indotto del “trash a poche lire” venne a decadere: negozi più seri e leggendari come Postalmarket dovettero riconvertirsi al nuovo mercato online 2.0, Same Govj su scalzato dai negozietti “tutto a un euro” e dagli ecommerce cheap.

Il fascino vintage del tempo che fu

Il fascino vintage del tempo che fu

Ieri i ragazzini compravano a poco prezzo mangiadischi gracchianti e occhiali a Raggi X, oggi che l’oggetto del desiderio è elettronico si rischia di trovare pendrive truccati da SSD o si può decidere, deliberatamente, che in fondo un Miyoo Mini Plus costa troppo e con un quinto del prezzo puoi avere un “SUP 400-in-1”, improbabile console portatile piena di giochi del vecchio NES.

Avete appena visto il depliant per comprare una “micromacchina fotografica” a quasi 6000 lire: oggi i discendenti di coloro che l’avrebbero volentieri comprata in un’epoca di macchine compatte K0dak sono quelli che irretiti da short meme su YouTube comprano in massa piccole fotocamere da lomografia perché “catturano emozioni e non qualità”.

Piccoli oggettini di qualità dubbia, annegati in un mare di fuffa, abbastanza economici da essere a portata delle tasche di tutti e venduti con la giustificazione pronta del perché non hai risparmiato per qualcosa di più performante.

Il mondo del “simpatico trash” ha cambiato indirizzo, e non risponde più con assurdi spot spesso più divertenti del prodotto stesso.

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