No, questo non è un programmatore pentito di Immuni

Ci segnalano i nostri contatti un video con un “programmatore pentito di Immuni”. Video che già conosciamo benissimo.
Il presunto programmatore di Immuni è infatti l’Influencer Gian Marco Saolini, chiamato dalla stampa “Re della Bufala” e “Re dei Troll” per le sue iniziative.
No, questo non è un programmatore pentito di Immuni
Correva l’anno 2020. Eravamo in pieno periodo di emergenza pandemica ed era un’occasione d’oro per il “Re della Bufala”. Così tanto da spingerlo ad aprire un portale chiamaato Fonte Verificata, grottesca e ridanciana parodia dei portali di fact checking, riempito di “morti improvvise” (il tormentone novax del momento, tutt’ora presente) e Putin che fa cose come denunciare i Maneskin.

No, questo non è un programmatore pentito di Immuni
Secondo la messinscena del 2020 l’app Immuni sarebbe nata con scopi militari per “geolocalizzare, osservare ed ascoltare i bersagli”, e addirittura l’app si potrebbe installare involontariamente attraverso il bluetooth. In poche parole: Immuni serve per spiarci, e in questo modo il sedicente programmatore foraggia il pubblico complottista che non smette di credere a una manovra di controllo di massa decisa dai potenti.
Niente di tutto questo era vero: Immuni si limitava ad usare i dati del Bluetooth per calcolare la prossimità tra dispositivi, e senza tracciare dati di geolocalizzazione o da altri sensori del dispositivo.
Tutto questo ricordiamo dopo una serie di dubbi risolti anche con l’aiuto del Garante della Privacy che confermarono come la soluzione prescelta fosse un ottimo compromesso tra privacy e contact tracing.
L’esperimento si chiuse nel 2022, con lo scemare della fase emergenziale pandemica e senza aver riscosso grande successo: ma sia il conivolgimento del Saolini che le accuse fake sono parte di una fake news.
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