Ci segnalano i nostri contatti un articolo che parla di una multa ai vegani che hanno troppe verdure nel bagagliaio: ovviamente non solo si tratta di una fake news, ma di un prodotto dello stesso circuito di portali che si è specializzato in clickbait e bufale sul Codice della Strada.
Solitamente le fake news proposte si riconducono a filoni predeterminati: in uno si millantano norme crudeli e vessatorie, o stupide e insensate appena proposte “dal ministro Salvini” o dalla “Premier Meloni” allo scopo di eccitare condivisioni livorose e di pancia; nell’altro invece si riciclano gli elenchi online di “leggi assurde dal mondo” insinuando nei primi capitoli che esse vigano in Italia per poi rivelare da dove esse vengono.
Sovente quindi importando fake news dall’estero.
In questo caso il solito articolo redatto in modo lungo e convoluto perché sembri ricco di qualità e contenuti rivela che “le forze dell’ordine sono a caccia di un determinato ortaggio”, stabilito essere poi la patata, con l’ulteriore precisazione che si trattava di “una vecchia legge del Western Australia, introdotta nel 1946, che mirava a regolamentare la produzione e la distribuzione delle patate”, ora abrogata.
No, no esiste nessuna multa ai vegani che hanno troppe verdure nel bagagliaio
Anche così, in realtà il riferimento è ad una norma dell’Australia Occidentale (malamamente tradotta con Western Australia) per regolamentare la commercializzazione, la vendita e lo smaltimento delle patate, stabilendo un sistema di licenze per la coltivazione, produzione e commercializzazione.
La norma, che negli anni è stata modificata diverse volte, stabiliva l’illegalità, per chiunque, di vendere, acquistare, prendere in consegna, recapitare o trasportare una quantità di patate superiore ai 50 Kg e fu abrogata nel 2001.
Ovviamente l’obiettivo dello scopo non è mai stato limitare la detenzione di patate, essendo cinquanta chili una somma esorbitante il consumo, ma stabilire licenze per attività commerciali.
Non esiste alcuna multa vegana quindi, la norma Australiana è stata abrogata, e non è la prima volta che il circuito di notizie in esame si diletta con articoli “liberamente tratti” dalle raccolte, spesso fake, spesso clickbait, di “leggi pazze dal mondo”.
Abbiamo affrontato segnalazioni di presunti divieti di guidare con le mutande sporche (tratti sin troppo liberamente da una norma che vieta in America di vendere stracci basati su stoffa riciclata qualora essa non sia stata ripulita e igienicamente trattata prima della lavorazione e vendita), divieti di guidare auto nere di domenica (basati su una norma del Colorado che inserisce i concessionari auto tra gli esercizi tenuti al giorno di chiusura settimanale) e notizie del tutto inventate sulla falsariga delle prime quella che vede eserciti di pizzaioli napoletani e pure maranza imbrattare le targhe delle auto al grido di “we wagliù” per ingannare ZTL e Autovelox, ovviamente usando il sugo della pizza perché se devi fare clickbait devi anche fare della becera discriminazione.
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