Lo strano caso della propaganda Russa che recluta giovani donne africane per produrre droni

Ci segnalano i nostri contatti un video che sembra decisamente proveniente da altri tempi: la propaganda Russa che recluta giovani donne africane per produrre droni.
E lo fa con un video integralmente formato da immagini create da ChatGPT 4o (il pacchetto gratuito) dove una stereotipata ragazza di colore dal numero variabile di denti e dita tipici dei prodotti delle AI lascia una abitazione assurdamente vuota e misera per aggirarsi una Russia brutalista per poi cominciare un balletto assurdo mentre una voce con gli accenti distorti del deepfake canta una sorta di incrocio tra rap e pop tale da incarnare lo stereotipo del “ritmo nel sangue”.

Lo strano caso della propaganda Russa che recluta giovani donne africane per produrre droni
Non è la prima volta che vediamo propaganda russa cercare di irretire foreign fighters e foreign workers, ma questa merita un premio a parte per l’assurdità del tutto e una menzione per il pessimo finale della storia.
Lo strano caso della propaganda Russa che recluta giovani donne africane per produrre droni
Il video mostra una ragazzina sorridente che passa dallo studiare la lingua russa per interagire con gli “amichevoli amici di Russia” ad avere una carriera sfolgorante che la porterà dall’essere una umile donna delle pulizie ad essere una lavoratrice di livello tecnico ampiamente specializzata (riconoscibile dagli improbabili abiti da scienziata e dal computer stracarico di “idle games”).

Il balletto è parte del video
Ovviamente il target sono le giovani donne delle economie emergenti di Uganda, Tanzania, Ruanda, Kenya, Sudan, Sierra Leone, Etiopia e Nigeria, ventenni o giù di lì: persone senza facili prospettive di ingresso nel mondo del lavoro in madrepatria a cui in Russia veniva offerta invece un sfolgorantissima carriera.
Alcune anomalie sono però evidenti non solo dai bizzarri video: alle partecipanti veniva richiesto un vocabolario di partenza di sole 100 parole in Russo, rendendole effettivamente mute e incapaci di scappare arrivate nella loro nuova patria.
Le stesse finivano in laboratori e dormitori nel Tatarstan, a 1000 Km da Mosca in piena zona di conflitto, dove anche a minorenni è stato (per un certo periodo) consentito maneggiare sostanze tossiche e pericolose.

Il resoconto di SightEngine
ADF, la testata di African Defense Forum, parla esplicitmente di donne africane intrappolate in Russia, in situazioni delle quali i loro governi non sono a conoscenza, “sfruttate come animali da soma e malrattate”.
Quattro donne sono state intervistate da Associated Press: una di loro ha riferito di trovarsi in trappola e di essere costretta a dedurre dal suo salario i costi per vitto, alloggio, trasporto e i corsi di russo sciorinati nell’improbabile spot.
Secondo Protokol, testata indipendente russa, la scelta di donne giovani e prive di conoscenze del posto e della lingua non è casuale: le donne sono percepite come “meno aggressive” di uomini adulti e pronti a difendersi, e oggetto di non meno assurdi e stereotipati messaggi pubblicitari che offrono loro una “carriera secondaria”.

Un secondo spot in cui la “foreign worker” si ritrova gravida e moglie trofeo
Passare da lavoratrici sfruttate ed in dormitori posti in zona di guerra a mogli-trofeo di improbabili ricchi giovani russi biondi e con gli Airpods pronti a ingravidarle a tre mesi dal primo appuntamento.
E vorremmo non fosse una beffa crudele, e ci domandiamo da quale stato di prostrazione economica si possa partire per considerare un destino praticabile diventare, di fatto, utero ambulante e lavoratrice sfruttata per il “Nuovo Zar”.
Del resto avevamo già visto, quando il battaglione Wagner era ancora operativo in Russia e nel favore di Putin, improbabili campagne di reclutamento per giovani soldati su siti porno e videogames e proposte di cittadinanza agevolata a chi volesse abbracciare i valori russi.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.