Ci segnalano i nostri contatti l’ennesima storiella inventata prodotta con AI, la storia Novak Djokovic e il Bidello John. È un filone tipico della postmodernità, ed è lo specchio riflesso della ragebait.
Nelle bufale di tipo ragebait si inventano personaggi spocchiosi e arroganti, crudeli e sciocchi, che si esibiscono in azioni stupide, immorali o entrambe le cose per ottenere commenti rabbiosi e indignati: ad esempio la “donna forte e indipendente” che rifiuta l’aiuto del “maschio” e cerca di fare benzina in una auto elettrica, il ragazzotto americano di colore ricco e arrogante che chiede agli ospiti del suo matrimonio somme esose per interagire coi VIP sicuramente suoi amici e altri simili “esseri arroganti”.
La storiella inventata di Novak Djokovic e il Bidello John
Nelle bufale del genere opposto si presentano personaggi virali o famosi negli ambienti online intenti a compiere azioni di grande bontà: Elon Musk che regala enormi somme di danaro ad una povera cameriera per pagare gli studi del figlio, Jannik Sinner che ricompra la casa di famiglia per la povera e vecchia madre e, infine, la triste storia del Bidello John.
Tutte le storielle “dei buoni sentimenti” hanno una tipologia in comune: immagini create con AI e testi con lunghe storielle strappalacrime anche esse scritte dall’Intelligenza Artificiale.
Solo l’intelligenza artificiale potrebbe infatti giustificare un “povero bidello di Belgrado” che di nome fa John. John che infatti è un tipico nome “placeholder”, così comune da essere usato dalle AI quando una storia viene redatta.
L’esito dell’analisi di Smodin – AI al1 00%
Nella storia immaginaria Djokovic, come tutti i personaggi “buoni” delle storielle strappalacrime con AI, decide di regalarsi un umile e nostalgico viaggio nei luoghi della sua infanza, per imbattersi nel bidello John, 79enne e quindi quasi ottuagenario, stanco e ancora pronto a lavorare nella scuola “di Belgrado” (ovviamente anonima perché non esiste) dove l’atleta aveva studiato.
Il “povero Bidello John” confessa di non poter andare in pensione perché ha la moglie malata e l’intera famiglia a carico, così Djokovic, come un “Signor Bonaventura” dei giorni moderni, gli stacca sul posto un cospicuo assegno per consentirgli una ricca vita da pensionato e pagare le cure della moglie.
Ovviamente, come abbiamo visto, sia la storia che le foto sono false. Non vi sono riscontri nella cronaca, e Smodin assegna al testo un punteggio del 100% come prodotto dell’AI
Le immagini sono invece evidentemente un prodotto dell’AI.
Le abbiamo esaminate con SightEngine, che ci ha confermato anche il “produttore”, ChatGPT-4o, la versione gratuita del noto sistema di intelligenza artificiale.
La prima immagine
Nella prima immagine il logo Lacoste sulla maglietta di Djokovic è visibilmente deforme, più simile al brainrot di Bombardiro Crocodilo che al logo del brand. Ovviamente i più attenti avranno notato le ginoccha deformi dell’atleta e i problemi nella composizione delle mani.
Ma è la seconda immagine che mostra le magagne della AI nella loro pienezza
La seconda immagine
Il bidello John perde il mignolo della mano sinistra (come si è visto le AI non sanno disegnare le mani), Djokovic perde un pezzo di pollice, il logo Lacoste torna quasi normale ma il volto di John si trasforma diventando quello di una persona del tutto diversa.
Il tutto mentre un “assegno” comicamente affine al foglio con scritto “Un Milione” del Signor Bonaventura di Sergio Tofano si invola sullo sfondo.
La storia di Novak Djokovic e il Bidello John è una creazione dell’Intelligenza Artificiale in ogni dettaglio, dalla narrazione alle immagini, ovviamente inventata.
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