La nuova 126 elettrica è un mockup, una simulazione in CGI

Ci segnalano i nostri contatti una presunta foto pubblicata sui social della nuova 126 elettrica di Stellantis, erede tematica della 126 FIAT, la “vetturetta” (oggi la chiameremmo “Supermini”) erede della 500 e protagonista assieme al Piaggio Ciao della motorizzazione degli anni ’70.
Vettura che viveva una rivalità col traffico su due ruote, come abbiamo visto vedendo additata da Piaggio con quella che se sarebbe stata quasi una pubblicità comparativa (ma per legge non poteva essere esplicita) che contrapponeva lo scattante (non troppo…) e giovanile Ciao alle “Sardomobili coi cieli di latta” dove i matusa si assiepavano come sardine.
La nuova 126 elettrica è un mockup, una simulazione in CGI
Nonostante il post sia stato ripreso dalla nota rivista “Al Volante”, si tratta di un mockup chiamato 126 Vision, un progetto che esiste solo come disegno che immagina un ipotetico prodotto finale che non è detto esista mai, prodotto nel 2020 da Ma-De Studio, noto marchio di design con sede a Como come progetto indipendente, quindi non commissionato da FIAT Stellantis.

La nuova 126 elettrica è un mockup, una simulazione in CGI
L’idea era del resto molto apprezzabile, e diverse riviste del settore automotive salutarono con piacere l’idea di una vetturetta elettrica che seguisse la 500 EV del 2020.
Dopo cinque anni possiamo affermare che il mockup di Ma-De Studio è rimasto tale, Stellantis non sembra voler sostituire tanto presto la 500 elettrica, ancora a listino ed affiancata dalla 600 elettrica, la Panda Elettrica, la Tipo Elettrica e la Topolino, venduta quest’ultima anche a marchio Opel e Citroen come quadriciclo leggero, coprendo quindi tutti i principali settori dell’automotive dalla berlina al quadriciclo.
La 126 Elettrica o 126 Vision si tratta quindi di una simulazione che, per quanto pregevole, difficilmente troverà posto in una probabile lineup.
Potrete osservare su Ma-De Studio un trailer immaginario composto con scene dell'”Italia anni ’70” che ormai ha cessato di esistere.
A latere, possiamo (purtroppo) apprezzare uno spaccato di italianità nei commenti che annunciano la nuova, vecchia disinformazione. La solita ridda di commenti ferocemente contro l’elettrico e l’occasionale commento di chi lamenta l’assenza di designer nel pluripremiato Ma-De Studio.
Del resto, in Tre uomini e una gamba non era proprio il Trio Aldo Giovanni e Giacomo, paragone di italianità, a bordo della fida Subaru Baracca a criticare il Garpez, elusiva opera d’arte a forma di gamba, sentenziando che “il mio falegname con 30mila lire la fa meglio”?
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