Bufala

La bufala del migrante iracheno aggressore arde nella campagna elettorale

La bufala del migrante iracheno aggressore arde nella campagna elettorale, e non è solo una metafora. È l’attestazione e la conferma del fatto che, come da ultimo rapporto IDMO, siamo al sorpasso delle bufale.

Il tema elettorale supera le fake news a tema conflitto in Ucraina e pandemia. E un cospicuo sottoinsieme delle bufale a tema elettorali è coperto dal tema dell’immigrazione. Tornano quindi le bufale basate sugli immigrati “privilegiati” che ottengono facilmente Reddito di Cittadinanza e agevolazioni, sugli immigrati che arrivano sulle nostre coste in numeri grottescamente abnormi tronfi del loro privilegio, ma anche il ricco filone dell’immigrato violento e dedito al crimine.

Quest’ultimo filone occupato dalle fake filorusse e antiucraine, che ora riapre i battenti ad altre nazionalità. In questo caso, complice la lingua inglese e il riempimento creativo, compare un “migrante ucraino”.

La bufala del migrante iracheno aggressore arde la campagna elettorale.

La bufala del migrante iracheno aggressore arde nella campagna elettorale

La storia, segnalataci qui, contiene un anticlimatica assenza di migranti. È comunque una storia brutale, e non vi riporteremo il video.

Parla di una ragazza di Oslo che parte per le vacanze in Italia i primi del mese.

All’aeroporto di Oslo conosce un concittadino Norvegese, ancorché di origine Irachena (cosa che ha reso possibile modificare la storia in salsa anti-immigrazionista) e il duo decide di partire assieme.

Il giovane si rivela poi aguzzino quando, arrivati a Roma, le sue attenzioni nei confronti della giovane diventano pressanti. Rifiutato, la percuote con brutalità fratturandone naso e mandibola.

Artefatta è quindi tutta la parte della narrazione in cui il “migrante iracheno” avrebbe aggredito la “pu**ana Norvegese”, essendo entrambi connazionali e non essendoci il movente “razziale”, ma la brutale e maschilista incapacità di tollerare un rifiuto dell’aggressore.

Il giovane 22enne è stato arrestato in flagranza e condannato a otto mesi con sospensione condizionale della pena, con l’amarezza della vittima della sua azione.

La storia è stata quindi “rimodificata” nel passaggio social per sostituire il giovane connazionale con un “migrante iracheno”, creando così la falsa immagine di una Italia resa luogo malsicuro dalla presenza dei “migranti”.

I quali si cementano come i “cattivi” della narrazione elettorale prossima ventura.

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