L’eterno ritorno delle bufale ci restiuisce la fake news dei 46 biolaboratori NATO in Ucraina. Ne avevamo già parlato in passato, più e più volte.
La teoria nasce con la presa dell’Acciaieria Azovstal, diventata per le ormai celeberrime “fonti russe” una specie di caverna di Ali Babà del Complotto carica di ogni bizzara fantasia.
Da lì in poi è nata la teoria paracomplottistica di “Putin il Liberatore” che non ha invaso l’Ucraina ma sta cercando di liberare il mondo dal nazismo e dalle pandemie.
Una bizzarra teoria per cui gli Ucraini diventano per le fonti russe dei nazisti da cartone animato della domenica mattina che generano nei “biolaboratori pagati alla NATO” morbi terrificanti per sottomettere l’umanità, superuomini degni delle fiction di Hollywood al comando di non meglio precisati “uomini occidentali”, invincibili e dagli “Occhi folli” che inseguono carri armati e sollevano mezzi militari a mani nude e laboratori segreti tratti da giochi di ruolo da tavolo e per computer.
Ovviamente la presa di Azovstal ha lasciato un vuoto in tali teorie. Sorprendentemente (sarcasmo) in una acciaieria c’era solo acciaio.
Niente morbi orribili, niente superuomini, niente uomini occidentali, niente Uomini Pangolino creati dall’Ingegneria Genetica e dalla Magia Nera per schiacciare sotto il loro corazzato tallone il fiero popolo russo.
Tornano ora sui social le teorie dei biolabs, ora diventati 46. Quarantaquattro col resto di due, oseremmo dire.
E come al solito nasce da una cattiva traduzione di un comunicato del Dipartimento della Difesa Americano. Traduzione non solo pessima, ma basata sull’idea tipica del mondo del complotto del “complottista inetto”.
La teoria secondo cui i Poteri Forti siano in grado di erigere biolaboratori terrificanti, sottomettere il mondo, organizzare piani segreti ma poi, esattamente come i cattivi di un cartone animato, non resistano alla tentazione di pubblicare su Internet i loro piani in un lungo discorso dettagliatissimo, possibilmente mentre ridono in faccia alle forze del Bene.
Il comunicato descrive gli sforzi dell’Ucraina per la riduzione del proprio arsenale di armi di distruzione di massa (ovviamente iniziato ben prima del conflitto), assicurando in una nota come come ricompensa per lo sforzo di pace gli USA hanno fornito negli ultimi anni supporto a 46 strutture tra “laboratori, strutture sanitarie e centri diagnostici”, “spesso condotti in collaborazione con organizzazioni esterne, come l’Oms e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie)”.
Ovviamente, definire un centro diagnostico Ucraino supportato da organizzazioni esterne come l’OMS un “biolaboratorio” è come dichiarare che nel centro analisi sotto casa dove hai fatto il test antiCOVID prima di andare in vacanza ti hanno prelevato il DNA per mischiarlo ad altri e creare Cell l’Essere Perfetto.
Cosa che effettivamente alcune teorie del complotto si sono spinte a dichiarare, dimostrando implicitamente una certa comunanza di intenti e narrazioni tra il complottismo pre-bellico e le “fonti russe”.
Come ci ricordano i colleghi di Facta, ciò è parte del Cooperative Threat Reduction Program (programma cooperativo di riduzione delle minacce), avviato dal Dipartimento della Difesa americano nel 1991 dopo la caduta dell’Unione sovietica. Non esiste tuttavia alcuna prova che nelle strutture di ricerca vengano sviluppate «armi biologiche».
E, ovviamente, sarebbe altrettanto insensato ritenere che tale prova sia fornita dagli stessi Americani, magari sghizzando come il cattivo di un cartone animato per gente cresciuta.
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