Bufala

Coronavirus al Pederzoli di Peschiera: nuova catena su WhatsApp

Ci segnalano i nostri contatti l’ennesima catena di S. Antonio su WhatsApp, relativa a presunti casi di Coronavirus al Pederzoli di Peschiera

Ragazzi, ciao a tutti… vi volevo avvisare, mi ha chiamato un amico di famiglia, che è medico in radiologia a Peschiera… ci sono dueeee.. ragazze ricoverateeeeee… col Coronavirus al Pederzoli. Chiedono di spargere la voce, arriverà che lo diranno alla televisione sicuramente ma chiedono di spargere la voceeeh! Per evitare di andare in ospedale a Peschiera. Quindi nel caso ci fosse bisogno… chiamare l’ambulanza! A casa! Ma non andare in ospedale per riuscire a trattenere il contagio! Se avrò maggiori informazioni  io… io vi terrò informati. Se potete anche voi avvisare le vostre conoscenze così più gente lo sa e meglio è… ciao a tutti!

La struttura è la stessa di sempre. Una voce rassicurante, dalla familiare cadenza vernacolare, a tratti rotta dall’emozione e coi tipici inceppamenti di chi ripete un testo del quale ha scordato alcuni elementi racconta delle notizie.

Ma non è certo la prima volta che un audio WhatsApp descritto come fonte di qualcosa in realtà non lo è affatto.

Solo dall’inizio della pandemia di COVID19 siamo pieni di audio WhatsApp che invocano infezioni non confermate dando spesso consigli erronei se non del tutto sbagliati.

E tornando indietro nel tempo possiamo osservare che lo stesso triste fenomeno si è verificato ogni volta che è successo qualcosa nel mondo, e con la stessa struttura.

Ogni volta appare l’audio di qualcuno che dichiara di avere un parente in sede di autorità: un ufficiale dei Carabinieri, un medico, un questore

Praticamente, il cuggino di Elio.

E ogni volta questo cuggino si espone indirettamente e in modo anonimo (di lui/lei non sappiamo altro che il fatto di essere persona importante anonimo testimone oculare di qualcosa che giura “sarà detto alla televisione” ma invece viene riferito al suo congiunto) chiedendo di condividere.

Il rischio di condividere messaggi senza fonte

Sappiamo già che ci sono consigli del Ministero, da prima che partisse l’emergenza, su come gestire il Coronavirus.

Sappiamo già che esiste un portale specifico del Ministero, che contiene i casi di infezione realmente accertati e consigli reali.

E per finire sappiamo che esiste il numero verde di pubblica utilità 1500 a cui rivolgersi in caso di sospetta infezione da COVID19 (puoi riconoscere il sospetto di COVID19 dal sospetto di banale influenza dal fatto di essere o meno entrato in contatto con aree sospette, ma nel dubbio al numero verde indicato risponderanno medici che appronteranno i necessari strumenti).

Sappiamo che al momento non sono riportati contagi da Coronavirus al Pederzoli, e l’allarmismo nato da questo audio comporta che centinaia di persone preoccupate correranno ad intasare i centralini di un ospedale.

Cosa che potenzialmente è un rischio per la salute più grave del COVID19 stesso: immaginate un soggetto bisognoso di cure immediate e impossibilitato a contattare la struttura per colpa di una Catena di S. Antonio.

Se conferme di qualcosa vi saranno, queste devono obbligatoriamente passare per i canali ufficiali e nessun altro.

AGGIORNAMENTO: I canali ufficiali parlano infatti di due turiste tedesche con un banale malessere di stagione terrorizzate dall’allarmismo diffuso.

Come volevasi dimostrare, più pericoloso dell’infezione stessa.

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