È morto Brent Renaud, prima vittima dell’invasione Russa.
Prima vittima nel senso di prima morte accertata, almeno secondo Interfax.
Perché casi di giornalisti stranieri feriti da squadre di assalto Russe ne abbiamo già avuti, e purtroppo continuiamo ad averne.
Brent Renaud, pluripremiato reporter e giornalista, fondatore del Little Rock Film Festival e dell’Arkansas Motion Picture Institute è caduto durante un conflitto a fuoco coi soldati russi.
Come anticipato, non è il primo caso in cui la foga dei soldati intenti all'”operazione speciale di denazificazione” (nome pubblico per l’invasione Russa in Ucraina) causa vittime tra civili e giornalisti.
L’abbiamo visto nei casi citati precedentemente, che hanno coinvolto giornalisti di Sky News feriti e costretti all’evacuazione. L’abbiamo visto all’Ospedale Pediatrico di Mariupol, oggetto di un bombardamento e grottesche fake news per giustificarlo.
Ed ora, con la morte di un giornalista.
AGGIORNAMENTO: Brent Renaud non era in sede per un incarico del New York Times, ma in proprio. Il che rende la sua morte ancora più tragica e un atto di violenza contro l’informazione libera.
Un collega sopravvissuto con lui presente, riferisce la dinamica dell’attentato. Brent è morto per un colpo ricevuto al collo che non gli ha lasciato scampo.
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