Bufala

Per le fonti russe colpiscono una chiatta di soldati ucraini, ma era un ponte

Per le fonti russe colpiscono una chiatta di soldati ucraini diretta a Zaporizhzhia, ma era un ponte. Se fosse un film, parafrasando un famoso titolo, lo chiameremmo “Pensavo fosse una chiatta, e invece era un ponte”.

Ma potremmo allineare tutto al potenziale un po’ tarascone delle “Fonti russe”, perse nel loro immaginario mondo di plurivaccinati mutanti invincibili e improponibili “missili che si girano di 180 gradi toccato il bersaglio”.

In questo caso in un post Twitter coi loghi dell’emittente russa RT (ex Russia Today), presente peraltro anche su account Telegram legati alle “fonti russe”, si parla con toni enfatici della distruzione di una chiatta usata dai soldati ucraini (descritti come “terroristi su una chiatta”).

Per le fonti russe colpiscono una chiatta di soldati ucraini, ma era un ponte

Soldati ucraini che secondo il post erano intenti ad attraversare il Dniepr, tingendo quindi la costante pressione che in questi giorni l’esercito Ucraino sta facendo su un esercito Russo costretto ad arretrare di una presunta vittoria filorussa.

Vittoria che abbiamo riscontrato non esistere.

Per le fonti russe colpiscono una chiatta di soldati ucraini, ma era un ponte

Il post Telegram originale parla di un raid dell’esercito russo teso a fermare una chiatta di militari ucraini pronti ad “avanzare presso la centrale di Zaporizhzhia”.

Questo con riferimento alle reciproche accuse con cui sempre le fonti russe rispondo all’AIEA negando ogni addebito riguardante la centrale nucleare ivi presente, accusando l’esercito Ucraino di voler causare disastri e disordini (teoria cui dobbiamo la sotto-teoria del “missile ucraino che atterrando si gira di 180 gradi” per infamare la Russia).

C’è un solo problema: l’oggetto immobile che si vede nel video è, ovviamente, un oggetto immobile e non una chiatta in movimento.

E non può contenere soldati, a meno che essi non siano ben mimetizzati nel cemento armato ed in esso compenetrati.

Si tratta infatti dei resti di un ponte, costruito a Melitopol durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi e distrutto nel 1952 col riempimento del bacino idrico di Kakhovka, necessario per la costruzione e l’operatività della locale centrale idroelettrica.

Come è possibile vedere da foto più recenti, ancora nel 2015 il pilastro di sostegno ripreso, di cui non era necessario l’abbatimento, è rimasto lì finché non è stato centrato dai missili russi.

Possiamo dunque escludere che un pilastro di cemento si sia tramutato in chiatta piena di terroristi.

Della vicenda si sono occupati anche i colleghi fact checker di Open.

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